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“”La zona rossa – Follow the silence” è un’immersione nel paesaggio sonoro in questa bolla in cui non abbiamo mai vissuto“.
E’ con queste parole che il regista siciliano Salvo Cuccia parla del suo ultimo progetto, un ritratto di Palermo nei giorni e nelle notti della pandemia Covid.
Protagonista è il silenzio, diverso in ogni luogo, non solo nelle strade desolate, ma anche nei cinema, teatri, musei e scuole private di vita e di cultura.
Ma attenzione, “La zona rossa“, nato col Centro inventario, catalogazione e documentazione della Regione Siciliana, non è un documentario, ma un film di creazione.
Infatti, ad esempio, le immagini e i suoni degli interni del cinema valgono più delle parole di un telegiornale che dice che i luoghi della cultura sono chiusi. Tutto passa non attraverso un ragionamento, ma attraverso la percezione.
Le riprese sono state fatte a partire dal dicembre 2020 fino ad oggi, con contributi del primo lockdown di aprile. A curare il film insieme a Cuccia sono stati Selima Giorgia Giuliano, Laura Cappugi, Pierantonio Passante ed Edoardo Augello.
La percezione e il suono
“La mia idea era di lavorare non solo sul silenzio, ma sul suono della città nel momento in cui c’era più chiusura e fare una riflessione sul mondo. Palermo, in questo caso, è solo una città simbolica“, spiega il regista.
“Ho lavorato su una sottrazione mostrando quello che sta attorno a noi, l’aria che respiriamo e l’atmosfera interiore che abbiamo tutti, o quasi. Nel film lo sguardo va alla ricerca di qualcosa che stiamo perdendo o che forse non c’è più. È una riflessione che porta a porsi degli interrogativi che non vengono dalla ragione, ma dalla percezione, anche sul rapporto tra natura e antropizzazione”.
“La mia storia artistica è fatta di videoarte, documentari e finzione. “La zona rossa” è realizzato con un linguaggio molto personale. In questo film, infatti, sono presenti vari stili e forme con cui esprimo quello che forse con le parole verrebbe banalizzato”.
Lelio Giannetto
“A Dicembre stavamo per iniziare a girare quando è scomparso Lelio, un grande amico che conoscevo dal liceo. Quando sono andato al saluto della salma, lì la mia emozione è stata così forte che ho pensato fosse giusto che il film fosse dedicato a lui” evidenzia il regista.
Giannetto, il musicista e creativo fondatore della associazione Curva Minore per la musica contemporanea, fu un grande artista sperimentatore che ha saputo unire la Sicilia al mondo e che è scomparso a causa del Covid.
“In questa produzione – aggiunge e conclude Cuccia -, ho lavorato con tanti musicisti. È stato interessante sentirli suonare e riprenderli in luoghi esterni alla cultura, in cui la musica si intreccia e si mimetizza in mezzo ai suoni reali della città. Suoni che abbiamo avuto la possibilità di ascoltare quando nessuno poteva stare fuori”.