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La rivoluzione entro due mesi

Liste d’attesa, via alle nuove linee guida. Sicilia pronta alla sfida digitale tra trasparenza e monitoraggio?

martedì 15 Aprile 2025
Daniela Faraoni, assessore regionale alla Salute
Daniela Faraoni

La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto con le Linee guida per la Piattaforma nazionale delle liste d’attesa segna, almeno sulla carta, un passaggio importante verso una sanità più trasparente, moderna e vicina ai cittadini. Il progetto ambizioso, nato dal PNRR,  mira a costruire una vera infrastruttura digitale nazionale per il monitoraggio e l’abbattimento dei tempi di attesa, una delle principali criticità di un Sistema sanitario nazionale sottofinanziato, con una carenza di personale mai visto sino ad oggi.

Ma mentre a Roma si parla di interoperabilità, aggiornamenti in tempo reale e accesso immediato alle informazioni, in Sicilia la realtà resta ben distante. La Regione continua a essere lontana da una vera digitalizzazione. I dati forniti da AGENAS e dalla Fondazione GIMBE confermano che, ancora oggi, le informazioni sui tempi di attesa, nell’Isola, risultano frammentate, scarsamente aggiornate e non accessibili al pubblico.

Oltre 85mila siciliani in attesa di cure

Secondo gli ultimi dati diffusi dalla CGIL, a giugno scorso in Sicilia si contavano 30.000 persone in attesa di ricovero e 55.000 in attesa di una visita diagnostica.

Per cercare di far fronte all’emergenza, la Regione ha stanziato 8 milioni di euro lo scorso agosto, integrati con altri 10 milioni nella recente legge di stabilità, fondi destinati al potenziamento della specialistica ambulatoriale e al sistema convenzionato per trapianti e chirurgia oncologica. Le Aziende sanitarie stanno cercando di tamponare l’emergenza, addirittura, con aperture serali e nei giorni festivi e sono stati attivati accordi con strutture convenzionate per garantire la presa in carico immediata dei pazienti.

Nonostante tutto, Abbiamo difficoltà ad azzerare le liste di attesa”, ha dichiarato la stessa assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni, durante un videocollegamento con la commissione bicamerale per l’insularità aggiungendo: “Dobbiamo alzare soprattutto l’attenzione anche dei mass media, perché molto spesso dall’attacco che noi riceviamo, per le vicende che accadono, si intacca anche la fiducia del cittadino nei nostri confronti”.
Per l’assessore, tuttavia, tutto potrebbe cambiare con il completamento imminente delle Case e degli Ospedali di comunità, e la consegna entro un anno della nuova rete ospedaliera, pur riconoscendo i ritardi accumulati nel cronoprogramma.

La digitalizzazione che non c’è

Attualmente, la Regione non dispone di una vera piattaforma digitale centralizzata capace di integrarsi con quella nazionale. Il SovraCUP, che dovrebbe servire a ridurre i tempi di attesa e le lunghe code presso gli sportelli delle strutture sanitarie del Servizio Sanitario Regionale, funziona poco e male – tranne che per le visite a pagamento. Forse perché i Centri Unici di Prenotazione (CUP) sono disomogenei, le aziende sanitarie non comunicano tra loro e manca un sistema informativo unitario in grado di raccogliere e organizzare i dati in modo strutturato? Di certo, la Regione Siciliana non brilla per trasparenza sui dati relativi ai tempi d’attesa.

Ma, intanto, il decreto ministeriale stabilisce chiaramente i compiti per le Regioni: entro due mesi devono presentare un progetto operativo per la connessione alla piattaforma nazionale, che raccoglierà dati giornalieri (o in tempo reale) su agende, prestazioni e tempi d’attesa, sia nel Servizio sanitario nazionale che nella libera professione.

Cosa prevede il nuovo sistema nazionale?

La Piattaforma Nazionale delle Liste di Attesa (PNLA), realizzata da AGENAS, dovrà raccogliere ogni giorno – o addirittura in tempo reale – dati su visite, esami, tempi d’attesa, agende di prenotazione, sia in regime pubblico che in libera professione.

Le Regioni saranno tenute a trasmettere queste informazioni attraverso due modalità: un flusso giornaliero tramite WebService, oppure l’integrazione in tempo reale con standard internazionali (FHIR).

Quindi, le piattaforme CUP regionali dovranno essere capaci di dialogare con quella nazionale. Il sistema centralizzato servirà non solo a monitorare, ma anche a generare indicatori, analisi predittive e segnalazioni in caso di anomalie o criticità. Un vero e proprio cruscotto di controllo, visibile anche ai cittadini.

Chi controlla cosa

L’infrastruttura, nella sua architettura, è chiara:

  • AGENAS gestirà la piattaforma e verifica la qualità dei dati;

  • il Ministero della Salute la utilizzerà per valutare i livelli essenziali di assistenza (LEA);

  • le Regioni hanno l’obbligo di inviare i dati, aggiornare le agende, adeguare i propri sistemi (richiesto già da tempo);

  • le Aziende sanitarie gestiscono gli aggiornamenti quotidiani;

  • i cittadini avranno accesso ai dati aggiornati tramite il “Portale della Trasparenza”.

Più che una piattaforma, un cambio di cultura

Il decreto ministeriale non introduce solo una piattaforma tecnologica, ma propone un vero e proprio cambio di paradigma e un nuovo modello culturale. È una sfida ambiziosa per un sistema spesso rallentato da rigidità burocratiche, ma rappresenta anche un’occasione concreta per ricostruire fiducia tra cittadini e servizi pubblici.

Per la Sicilia, questo significa lasciarsi alle spalle le difficoltà strutturali nella raccolta e nella condivisione dei dati sanitari, e avviare con determinazione un percorso di modernizzazione che in altre Regioni è già realtà.Ma senza un sistema informativo solido, personale adeguatamente formato, un coordinamento efficace tra le Aziende sanitarie e una chiara volontà politica, l’Isola rischia di restare ai margini di questa rivoluzione. E, come troppo spesso accade, a pagarne il prezzo saranno i cittadini, sempre più rassegnati a rinunciare alle cure.

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