Bisogna stringere la cinghia. Un monito che al Comune di Palermo appare chiaro da tempo. Almeno da gennaio 2022. Momento nel quale l’ex Amministrazione guidata da Leoluca Orlando riuscì ad ottenere l’ok al piano di riequilibrio. Un documento che vincolava il destino della città per i prossimi vent’anni. Ciò al fine di riassorbire i problemi finanziari dettati, soprattutto, dall’atavica condizione di sovraccreditamento. Ovvero l’incapacità di riscuotere i propri crediti, appesantendo così il cosiddetto “fondo crediti di dubbia esigibilità“. Un cane che si è morso la coda praticamente fino a mangiarsela. Tanto da rendere necessaria una soluzione d’urgenza.
Un tentativo che ha avuto bisogno di correttivi. Quello più evidente è arrivato nell’estate 2023, quando l’ex vicesindaco Carolina Varchi apportò delle sostanziali innovazioni al piano originario, snellendolo nelle tempistiche (riducendolo a 10 anni) e rendendolo più funzionale. Lo stesso piano sul quale vigila l’occhio attento della Corte dei Conti. E proprio l’organo di controllo ha chiesto chiarimenti all’Amministrazione Comunale su una serie di punti che interessano il programma di rientro. Circa 250 pagine nelle quali i giudici hanno scandagliato diversi aspetti della spending review comunale. Dal continuo ricorso ai debiti fuori bilancio ai disallineamenti con le società Partecipate. Dalla necessità di innalzare le percentuali di riscossione alle spese di Palazzo delle Aquile. E proprio sotto questa categoria figura un caso abbastanza curioso, ovvero quello del fenomeno dei “doppi pagamenti“.
Il caso dei doppi pagamenti all’assessorato alle Politiche Sociali
Si tratta di fatture che gli uffici, per meri errori tecnici, hanno pagato due o più volte. Un fenomeno che ha riguardato l’area delle Politiche Sociali. Il periodo citato nell’ordinanza è quello fra il 2019 e il 2021. Lasso di tempo nel quale, scrive la Corte dei Conti nel parere, “sia il Collegio dei Revisori che la Ragioneria generale dell’Ente avevano segnalato gravi irregolarità in merito alla gestione dei debiti e all’inerzia dei dirigenti nel dare seguito al pagamento dei debiti riconosciuti, con alimentazione del contenzioso, dei pignoramenti e dei giudizi di ottemperanza che hanno generato, tra l’altro, il fenomeno dei “doppi pagamenti” negli esercizi pregressi“.
Questione sulla quale l’Amministrazione Comunale, nel 2024, ha dichiarato che “con riferimento agli episodi dei “doppi pagamenti” risalenti alle annualità pregresse, è stato rilevato l’avvenuto recupero dell’indebito, mentre risultano ancora in essere altri due casi dei tre nuovi emersi nelle annualità 2020-2022“. Nello specifico risulterebbero pendenti due crediti avanzati da Palazzo delle Aquile. Uno, da circa 290.000 euro, nei confronti di una cooperativa che si occupava di servizi rivolti alla terza età. L’altro, da circa 190.000 euro, interesserebbe invece una Onlus che si occupava di tutela e assistenza minorile. Recuperare il dovuto non sarà facile. Entrambi gli enti infatti hanno chiuso i battenti.
Alaimo: “Uffici si sono attivati per recuperare il dovuto”
La domanda è una. Come è stato possibile, in un periodo che fa dell’innovazione tecnologica uno dei suoi punti di riferimento, che un Comune abbia pagato due o più volte la stessa fattura? Una domanda che abbiamo posto all’assessore al Bilancio del Comune di Palermo Brigida Alaimo. “La Corte dei Conti ha fatto l’ordinanza sul piano di riequilibrio, esponendo il proprio giudizio. E’ stato chiesto un supplemento d’istruttoria in vista dell’udienza. La stessa sarà fissata prossimamente. Nello specifico, il caso riguarda il vecchio corso amministrativo. Ad accorgersi dell’errore sono stati gli uffici, i quali hanno avviato prontamente le procedure di recupero crediti. Le norme si rispettano. Sul come si sia arrivati a questo punto, onestamente non saprei. E’ una cosa che riguarda una precedente gestione amministrativa“.