Ci sono battaglie che si combattono in silenzio, dentro le stanze di un reparto ospedaliero, dove la speranza si misura in compatibilità genetica.
Una giovane madre, un ragazzo di vent’anni, un bambino che ha appena imparato a scrivere il proprio nome. Tutti con un destino sospeso, appeso a un filo. Per molti pazienti affetti da leucemie, linfomi o altre gravi patologie del sangue, quel filo si chiama trapianto di midollo osseo. Una terapia che può offrire una seconda possibilità, ma che ha bisogno di una condizione essenziale per diventare realtà: trovare un donatore compatibile.
Donare il midollo osseo è un gesto semplice, privo di rischi gravi per chi lo compie, ma capace di cambiare radicalmente la vita di chi lo riceve. Eppure, in Sicilia le iscrizioni al registro dei donatori restano tra le più basse d’Italia, mettendo a rischio il futuro di chi aspetta con ansia una chiamata che potrebbe non arrivare mai.
All’Ospedale Cervello di Palermo, l’Uosd di Trapianti di midollo osseo, diretta dal dottore Luca Castagna rappresenta un centro d’eccellenza nella cura e nella ricerca. Lo abbiamo incontrato per capire quando si ricorre al trapianto, come funziona davvero, e cosa possiamo fare, concretamente, per contribuire a salvare vite.
Quando serve un trapianto di midollo osseo?
“Le patologie trattabili con il trapianto sono diverse – spiega Castagna – e variano anche in base al tipo di trapianto. Possiamo distinguere due tipologie: il trapianto autologo, in cui il paziente è anche il donatore, e quello allogenico, che prevede cellule staminali da un donatore, familiare o non familiare. I trapianti allogenici si eseguono solitamente per leucemie acute, più raramente per linfomi o patologie non maligne come l’anemia aplastica. Il trapianto autologo, invece, è usato soprattutto per linfomi e mieloma”.
Un trapianto senza bisturi
“A differenza del trapianto di organo solido, quello di midollo osseo non richiede interventi chirurgici – sottolinea il direttore – né per il donatore né per il ricevente. Le cellule staminali vengono infuse per via venosa, come una trasfusione. Non c’è bisogno di anestesia o procedure invasive“.
Eppure, uno degli ostacoli principali è la disponibilità di donatori compatibili. Se non si trova un donatore perfettamente identico all’interno della famiglia o del registro nazionale, si può accedere a donatori “non identici” grazie alle moderne strategie di trapianto.
Il ruolo vitale del registro IBMDR
Fondamentale in questo meccanismo di solidarietà è il registro IBMDR, la banca dati dei donatori di midollo osseo italiani, collegata in rete con gli altri registri mondiali.
“In Italia abbiamo circa 500.000 donatori iscritti, ma la probabilità di trovare un donatore perfettamente compatibile è ancora del 50% – spiega Castagna –. In generale, per i pazienti caucasici, la probabilità di trovare un donatore si avvicina al 100%, grazie all’accesso globale a milioni di profili genetici“.
Sicilia, fanalino di coda nelle iscrizioni
Nonostante i progressi scientifici e organizzativi, la Sicilia resta tra le regioni italiane con il minor numero di donatori iscritti. Un dato allarmante, che rende più difficile garantire una cura tempestiva e compatibile a tanti pazienti isolani.
“Vorrei lanciare un appello: iscriversi all’IBMDR è semplicissimo. Basta una visita medica e un prelievo di sangue. Invito soprattutto chi già dona sangue a cogliere questa possibilità. Donare è un atto semplice, ma può rappresentare l’unica chance di vita per qualcuno, in Sicilia o nel resto del mondo”, conclude.