“Nel Consiglio comunale del 28 aprile abbiamo espresso voto contrario alla costituzione della Fondazione Taormina e della nuova Azienda Speciale “Patrimonio Taormina. Una scelta maturata sulla base da elementi precisi riguardanti il metodo, la tecnica e il metodo politico dell’iniziativa”. Lo hanno dichiarato i consiglieri di “Rinascimento Taormina”, Nunzio Corvaia, e Luca Manuli ha votato “No” alle proposte dell’Amministrazione comunale .
Confronto mancato e decisioni già prese

“Abbiamo intanto riscontrato l’assenza di un reale confronto e chiusura rispetto a soluzioni alternative – spiegano Corvaia e Manuli -. Abbiamo partecipato a due riunioni preliminari convocate dall’Amministrazione, ma la prima si è svolta a poche ore dalla ricezione delle delibere, rendendo impossibile un serio approfondimento. Fin da subito è apparso evidente che il piano era già definito e che non vi era spazio per una discussione sostanziale”.
A conferma di questo approccio, anche una nostra proposta concreta — continuano i consiglieri – prevedere la selezione dei revisori dei conti tramite estrazione anziché per nomina diretta del sindaco è stata respinta senza apertura al confronto. Un segnale chiaro: la collaborazione è stata più dichiarata che praticata”.
Dati assenti e numeri che non tornano

“Poi la fragilità tecnica delle scelte compiute. Le criticità rilevate mostrano in modo evidente la debolezza di impostazione del progetto. Nel caso della Fondazione Taormina, sono stati annunciati sessanta eventi annuali con cinquecento spettatori a serata, senza alcun supporto basato su dati storici, studi di settore o analisi dei flussi turistici. Quanto all’Azienda Speciale “Patrimonio Taormina”, si sostiene che il lavoro di censimento e valorizzazione degli immobili, se affidato all’esterno, costerebbe dieci milioni di euro: una cifra enunciata senza alcun preventivo, analisi comparativa o documento di supporto. Non solo: risulta contraddittorio sostenere che, a fronte di una stima di dieci milioni, la nuova Azienda Speciale, che si fonderebbe sulle stesse competenze già presenti all’interno del Comune, possa svolgere il medesimo lavoro con un costo stimato di soli due milioni di euro. Si tratta di discrepanze che non possono essere ignorate e che testimoniano la fragilità tecnica delle scelte adottate”, aggiungono i consiglieri di Rinascimento Taormina.
Un modello che rischia di fallire di nuovo
“Altro fattore è quello di una visione politica che ripropone modelli già fallimentari altrove. La costruzione di questi strumenti richiama esperienze già viste in altri contesti, come Messina, dove strutture simili si sono trasformate in strumenti di gestione politica più che in reali leve di sviluppo e trasparenza. Senza adeguate garanzie di autonomia, efficienza e trasparenza, il rischio è che Taormina possa ripercorrere gli stessi errori, con gravi conseguenze per la città. Per tutte queste ragioni, il nostro voto contrario è stato non solo motivato, ma necessario. Taormina merita strumenti seri, solidi, fondati su basi concrete e trasparenti, capaci di rispondere con responsabilità e lungimiranza alle reali esigenze della città”, concludono Corvaia e Manuli.