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L'intervista

Siracusa, il presidente Giansiracusa già al lavoro: “Su energia e mobilità in cantiere la creazione di due agenzie provinciali”

lunedì 5 Maggio 2025

Comuni al centro“. È stato questo il tema su cui si è basata la campagna di Michelangelo Giansiracusa, eletto presidente del Libero Consorzio Comunale di Siracusa.

La lista è nata dalla consapevolezza di presentare un progetto serio, radicato nei territori, costruito a partire dai bisogni reali delle comunità e sostenuto da amministratori locali, forze moderate ed esperienze legate a percorsi civici. Un’alleanza ampia, fatta di dialogo, ascolto e collaborazione, con l’ambizione di restituire autorevolezza e utilità a un ente che deve tornare ad avere un ruolo centrale su grandi temi: edilizia scolastica, viabilità provinciale, transizione energetica, pianificazione territoriale, agricoltura, contrasto allo spopolamento e valorizzazione del personale“.

Si legge nella presentazione, tutto ciò accompagnato da un programma elettorale imperniato sulle sette “RI“: RI – PARTIRE, superando il dissesto e il prelievo forzoso; RI_COSTRUIRE, investendo su scuola, mobilità, servizi e asset strategici; RI_GENERARE, valorizzando persone, ambiente e comunità; RI_NNOVARE, con una governance condivisa e concreta; RI_FONDARE, con uno statuto nuovo scritto dai sindaci; RI_PENSARE, sviluppando una visione strategica e una pianificazione sovracomunale; RI_LANCIARE, promuovendo cultura, università e identità territoriale.

Dalla nascita della candidatura, al ruolo della Provincia sino ad arrivare ai programmi futuri. Ne parliamo con il presidente Giansiracusa.

La candidatura è nata dalla sollecitazione arrivata da alcuni colleghi sindaci partendo dal sindaco di Siracusa Francesco Italia, che è stato il primo a spingermi, di Sortino, Vincenzo Parlato, di Noto, Corrado Figura, di Lentini, Rosario Lo Faro, di Cassaro, Mirella Garro, in seguito sono arrivati degli endorsement trasversali di altri sindaci che probabilmente mi hanno votato come presidente ma non hanno votato la lista, come ad esempio il sindaco di Floridia Marco Carianni e quello di Portopalo Rachele Rocca, a cui si è aggiunto il sindaco di Melilli Giusppe Carta che ha portato in dote anche il suo partito, Grande Sicilia. Col passare dei giorni la candidatura ha preso sempre più forma e peso come civica e trasversale che ha poi raccolto anche l’adesione dei partiti del centrodestra tradizionale, e quindi in primis, come accennato, Grande Sicilia, la Dc e la Lega. Si è creata praticamente una sorta di balena bianca 4.0, tant’è che nella lista abbiamo inserito la dicitura comuni al centro, un po’ evocativa si del centro che della centralità dei comuni. È nata quindi questa aggregazione al punto da mettere in difficoltà sia la sinistra che la destra. L’85% dei consensi lo prendo grazie a questa trasversalità“, spiega il neo presidente.

Il progetto politico – aggiunge – che sta alla base della candidatura è più un progetto di aria centrista, moderato e civico. Un esperimento, perché mette insieme delle realtà che sono legate all’amministrazione della città di Siracusa, considerato l’accordo del gruppo storico del sindaco di Siracusa con l’MpA, oggi Grande Sicilia. Questa coalizione forse era già sufficiente per le provinciali, poiché con il voto ponderato Siracusa prevaleva sugli altri, e quindi poteva essere quasi autosufficiente, però non ci siamo fermati a questo ma si è creata un’aggregazione più ampia legata anche ad alcuni fuoriusciti dal gruppo dell’on. Auteri, dissidenti di area di FdI, la Dc e Cafeo, con la Lega, più sindaci civici. Questo è il perimetro politico“.

All’interno dell’aula consiliare Giansiracusa potrà contare della maggioranza con sette consiglieri, Conci Carbone, Salvo Cannata, Pietro Rosa, Diego Giarratana, Giuseppe Vinci, Matteo Melfi e Vanessa Impeduglia, a cui si aggiungono i cinque consiglieri d’opposizione Giuseppe Stefio per il Pd, sindaco di Carlentini, candidato sconfitto alla carica di presidente che è comunque prevalso all’interno della lista dem, i consiglieri forzisti Gaetano Gennuso e Cosimo Burti e infine i meloniani Rossana Cannata, sindaco di Avola e più votata in assoluto nella contesa elettorale e Salvo Cavallo.

Forza Italia è rimasta fuori da questa aggregazione, in un primo momento hanno puntano sul sindaco di Francofonte Daniele Lentini, candidatura che non è andata in porto rimanendo in campo solo quella di Stefio per il Pd, e quindi hanno presentato la lista senza avere o appoggiare un candidato alla presidenza, votando scheda bianca. Cosa unica in Sicilia. Su FdI analizzeremo cosa accadrà in consiglio, al momento hanno dichiarato che voteranno provvedimento su provvedimento“.

Sul programma e le azioni future, sottolinea: “Dobbiamo ricostruire da un punto di vista finanziario, chiedendo a Roma un ‘Salva Siracusa’, poi c’è un tema prodromico a qualsiasi altra attività, se non risolviamo questa diviene complicato tutto il resto, il tema dei servizi che significa edilizia scolastica, a cui bisogna porre molta attenzione, viabilità, e tutti i servizi che sono rimasti in mano della provincia. Poi c’è un altro tema, legato all’obiettivo di rilanciare l’azione di concertazione, di pianificazione e di visione. La provincia ha sempre avuto un ruolo importante perché era un aggregatore di istanze e quindi rilanciava su tanti temi, dalla pianificazione ambientale a quella urbanistica e territoriale. Voglio subito creare un’agenzia provinciale per l’energia e una sulla mobilità, e avendo sentito la presidente Schembari, lo voglio fare insieme a Ragusa, essendo contigue. Anche il tema del riabitare, innanzitutto gli spazi pubblici, gli uffici, gli spazi della provincia che sono stati disabitati, quindi ridare un’anima a questi luoghi. Riaprire alcuni luoghi, alcuni siti da mettere a disposizione della città. A partire dall’aula consiliare che è chiusa da 12 anni“.

Infine, sulla legge “Delrio”, dichiara: “Mi auguro che con gli altri presidenti di provincia si possa fare una pressione istituzionale, perché è inconcepibile sostenere una tale complicazione istituzionale senza avere le risorse necessarie e senza che questa attività sia sostenibile economicamente. Questa è una follia. O le smantelli le province con una riforma costituzionale, oppure devi trovare i fondi per farle funzionare. In sintesi: si deve tornare all’elezione diretta e avere i fondi necessari“.

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