Responsabilità, trasparenza, protezione dei whistleblower, accesso alla giustizia e integrità del Sistema sanitario.
Sono questi i temi cruciali al centro dell’incontro ufficiale tenutosi oggi, 7 maggio 2025, presso l’Assessorato regionale alla Salute, tra il deputato regionale Ismaele La Vardera, l’assessore Daniela Faraoni, il dott. Francesco Paolo Caronia – dirigente medico dell’U.O. di Chirurgia Toracica dell’Arnas Civico di Palermo. Presente anche l’avvocato Francesco Leone, legale del medico che da poco si occupa del caso.
Il confronto è nato a seguito delle gravi irregolarità denunciate da Caronia, che parlano di presunti “interventi chirurgici eseguiti senza reale necessità clinica”, “falsificazione di cartelle cliniche”, “morti evitabili”, “referti omessi” e “dimissioni fittizie”.
Secondo il medico, esisterebbe un sistema strutturato di pressioni interne. Le accuse, già al vaglio della Procura, hanno scosso sia l’ambiente sanitario sia quello politico-istituzionale.
L’assessore Faraoni, per il momento, ha scelto di non commentare, dichiarando: “Non intendo esprimermi fino a quando non avrò effettuato i dovuti accertamenti”. Un atteggiamento che, secondo La Vardera, non può protrarsi ancora a lungo.
“Oggi l’assessore Faraoni ha voluto ascoltarci – ha dichiarato il deputato – ma non sono stati fatti commenti, è stato solo un primo passo. Ho chiesto più volte che si inviino ispettori nel reparto coinvolto. Non possiamo più restare fermi. Serve un segnale forte dal presidente Schifani: bene il confronto con l’assessore, ma ci saremmo aspettati un suo diretto intervento. Il dottor Caronia denuncia da anni, ha parlato anche con i vertici dell’ospedale, che sapevano. Adesso ci aspettiamo atti concreti, anche dal Ministero, non parole al vento. Chi pensa di poterlo attaccare, sappia che ha tutta la Sicilia dalla sua parte. Non può essere lasciato solo”.
Caronia, che ha iniziato a raccogliere documentazione già nel 2022, ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto a denunciare e arende pubblico tutto oggi, nel 2025.
“Non ho mai voluto creare scandalo – ha sottolineato il medico -. Ho denunciato con rispetto e in silenzio, finché non ho sentito il dovere morale di dissociarmi da pratiche che ritengo gravi.Sono rimasto in silenzio dal 2022 fino a qualche mese fa, ma quando il mio primario mi ha detto che l’ufficio legale gli aveva fornito tutta la documentazione, e ha iniziato a prendersela con me, ho capito che dovevo proteggermi. Ho parlato con avvocati, colleghi, magistrati: tutti mi hanno detto che dovevo dissociarmi. C’erano audio, cartelle cliniche, documenti gravi. Ho chiesto alla Procura di fare luce su tutto”.
“Io non accuso per distruggere – ha evidenziato –. Ho agito per coscienza. Ho chiesto che professionisti nazionali, medici, chirurghi, avvocati, valutino ciò che ho documentato. Se ho sbagliato, sono pronto a risponderne. Ma la verità deve emergere. Il mio è stato un gesto etico, non politico. Lo rifarei mille volte, anche a costo della carriera”.
Caronia ha voluto sottolineare di non avere nulla contro l’Arnas Civico, che considera “una realtà di eccellenza con professionisti straordinari”.
Tra gli aspetti più critici emersi durante l’incontro, il possibile danno erariale legato a prestazioni sanitarie irregolari e rimborsi ottenuti indebitamente.
“Il dottor Caronia ha denunciato anche prestazioni gonfiate o mai eseguite, ma comunque rimborsate – ha spiegato l’avvocato Leone – il che rappresenterebbe un danno economico rilevante per le casse pubbliche. Stiamo valutando un esposto alla Corte dei Conti. Non è solo una questione clinica o morale: se i fatti saranno confermati, siamo di fronte a un potenziale ladrocinio di fondi pubblici”.
Secondo il legale, un’indagine della Guardia di Finanza di Palermo avrebbe già rilevato “DRG falsati” e rimborsi indebiti per oltre 100 mila euro, con altri casi ancora da accertare.
“Se nei prossimi giorni non ci saranno passi concreti, agiremo di conseguenza – ha annunciato –. Non possiamo lasciare solo chi ha avuto il coraggio di denunciare. Il clamore mediatico deve servire a scuotere anche la Procura: ci sono otto esposti, 277 casi segnalati, migliaia di pagine di documentazione. È complesso, ma non si può più aspettare”.
I prossimi giorni, quindi, saranno decisivi per capire se e come la Regione Siciliana intenderà agire. Se le accuse saranno confermate, le istituzioni dovranno dimostrare di saper intervenire con chiarezza e responsabilità.
Il caso Caronia è un banco di prova per la politica e il Sistema sanitario regionale.
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