Le spiagge si riconfermano protagoniste in quanto destinazione preferita da chi va in vacanza. I numeri sono chiari, il turismo balneare con 175 milioni di presenze pari al 39,2% di quelle complessive costituisce un asset strategico della nostra economia da salvaguardare e proteggere.
Aumentano in Italia le Bandiere blu, un importante e straordinario valore.

Il vessillo che attesta, tra l’altro, mare eccellente negli ultimi quattro anni, efficienza della depurazione e della gestione dei rifiuti e nel complesso del territorio va quest’anno a 246 Comuni rivieraschi (erano 236 nel 2024) e 84 approdi turistici (81), per complessive 487 spiagge (485), che corrispondono a circa l’11,5% dei lidi premiati a livello mondiale.
Per quanto riguarda i laghi il numero scende a 22, con un comune che non riconferma il riconoscimento.
Quindici le nuove entrate e cinque i comuni non riconfermati. E in Sicilia?
I nuovi ingressi nel panorama siciliano delle bandiere blu Fee sono: Messina e Nizza di Sicilia, nel Messinese. I Comuni non riconfermati sono invece Ispica e Lipari.
Per il 2025 vengono confermate quindi le spiagge di Roccalumera, Ali Terme, Furci Siculo, Santa Teresa di Riva, Letojanni, Taormina e Tusa in provincia di Messina. Nel Ragusano tra le spiagge col mare più bello ci sono Modica, Pozzallo, Scicli e Ragusa e infine Menfi nell’Agrigentino.
Con Bandiera Blu si intende il riconoscimento che ogni anno viene assegnato alle località turistiche balneari che presentano specifici criteri di gestione sostenibile del territorio che ricoprono. Questo riconoscimento è stato attribuito a partire dal 1987, ovvero l’anno europeo dell’Ambiente.
In un primo momento infatti riguardava esclusivamente i Paesi Europei, mentre in periodi più recenti ha incluso anche paesi extraeuropei grazie al supporto dell’UNEP, (United Nation Environment Programme) il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, e dell’UNWTO (United Nations World Tourism Organization) l’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite.
La bandiera blu viene assegnata sulla base dei 32 criteri del Programma che vengono aggiornati periodicamente in modo da spingere le amministrazioni locali partecipanti ad impegnarsi per risolvere, e migliorare nel tempo, le problematiche relative alla gestione del territorio al fine di una attenta salvaguardia dell’ambiente, spiega la Fee Italia che fa capo alla ong internazionale Foundation for Environmental Education. Tra gli indicatori considerati abbiamo sicuramente l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione, la percentuale di allacci fognari, la gestione dei rifiuti, l’accessibilità, la sicurezza dei bagnanti, la cura dell’arredo urbano e delle spiagge, la mobilità sostenibile, l’educazione ambientale, la valorizzazione delle aree naturalistiche, le iniziative promosse dalle Amministrazioni per una migliore vivibilità nel periodo estivo.
Gli obiettivi individuati per il triennio 2025-27, sono cinque: mobilità sostenibile, città e comunità sostenibili, vita sulla terra, vita sott’acqua, lotta contro il cambiamento climatico.
La Sicilia per coste balneabili, risulta essere in basso in classifica, al quattordicesimo posto. In particolare tra il 2018 e il 2019 la percentuale di coste balneabili autorizzate sul totale della linea litoranea è calato, la quantità di aree interdette da vari fattori, come l’inquinamento, è aumentato, raggiungendo numeri alti anche a livello nazionale.
Per questo motivo bisogna ricorrere ai ripari, soprattutto in vista di una stagione estiva che si presume essere ricca di turisti.
La Regione Siciliana, per questo, sta lavorando da mesi per migliorare, in ambito delle concessioni demaniali, i Comuni costieri. È l’obiettivo portato avanti dall’assessore regionale al Territorio e all’ambiente Giusi Savarino, che qualche mese fa ha incontrato i sindaci dei 123 Comuni costieri siciliani, per chiarire i contenuti del decreto già pubblicato che velocizza le procedure di approvazione e adozione dei Pudm e annunciare anche l’altro decreto assessoriale che semplificherà l’iter per le nuove concessioni demaniali.
“Il governo Schifani, con questi provvedimenti sta venendo in soccorso delle amministrazioni locali e degli esercenti. Per i Comuni inadempienti è già stata approvata una norma regionale che prevede la pianificazione dei Pudm, per evitare ulteriori ritardi che bloccherebbero il rilascio delle concessioni demaniali marittime. Inoltre, fatta salva la proroga prevista dal governo nazionale fino al 2027 delle concessioni esistenti, che rappresentano appena il 17% della risorsa disponibile, abbiamo predisposto linee guida per il rilascio di nuove concessioni demaniali marittime, destinate ad orientare l’attività amministrativa dei Comuni“.
Un provvedimento che individua la procedura per la concessione di nuovi beni demaniali marittimi destinati ad attività turistico-ricreative, gli interventi ammissibili e le indicazioni per la valutazione delle domande, nel rispetto delle normative nazionale e regionale. Con questa sinergia tra governo regionale e Comuni, si attivano nuove opportunità di sviluppo e di lavoro, con una maggiore attenzione all’ecosostenibilità ambientale e all’attivazione di servizi che valorizzino le specificità e le tradizioni culturali ed enogastronomiche dei territori. Presentati due avvisi, pubblicati sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana, a valere su fondi del Pr Fers 21/27.
Nello specifico, un avviso prevede interventi volti a preservare la biodiversità e il recupero ambientale delle aree di pregio naturalistico ricadenti nel demanio marittimo regionale con una dotazione finanziaria di 15,5 milioni di euro. Il secondo, invece, da 30 milioni di euro, attiene a interventi per acquisizione al demanio di siti Natura 2000 ricadenti all’interno di aree protette della Regione. “Percorsi pedonali, accessi, macchia mediterranea, ecc, per mettere nelle condizioni il comune di migliorare il proprio demanio marittimo“.
L’assessorato, al contempo, sta lavorando per sbloccare i depuratori, firmato ultimamente quello di Castellammare, grazie al commissario Fabio Fatuzzo, uno dei requisiti che aiutano. “Più depuratori ci sono, più viene classificata acqua pulita quella di queste coste“.
Non bisogna inoltre dimenticare l’azione di sensibilizzazione intrapresa affinché i Comuni portino avanti un processo di certificazione delle loro attività istituzionali e delle strutture turistiche che insistono sul loro territorio. Più turismo, più economia.