“Il mare è tornato al centro della politica nazionale con una struttura che mancava da un trentennio” ed è “un tema che richiede analisi affidate a comunità scientifiche, di ricerca e università per capire come neutralizzare l’effetto dirompente nell’ambiente marino di plastiche, specie aliene e corsi d’acqua non sempre sotto controllo con sversamento di veleni, anche di carburanti da navi”.
Lo ha detto il ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, alla cerimonia di premiazione delle Bandiere blu della Fee Italia, nella sede del Cnr a Roma. Nel ricordare anche “le reti abbandonate sui fondali che pregiudicano la pesca”, il ministro ha parlato di “stato patologico del mare che deve interessare non solo il governo nazionale” e ha ricordato “il piano del mare” che coinvolge undici ministri e amministratori locali anche alla luce del fatto che sul mare ci sono più di un milione di operatori, 250mila imprese e un giro d’affari di 175 miliardi di euro, un contributo al Pil sostanzioso. Il governo, ha proseguito Musumeci, “ha messo in campo risorse attraverso i presidenti di regioni come commissari di Stato per la lotta al degrado e all’erosione delle coste che diventa sempre più lacerante”. Infine, portando i saluti della presidente del consiglio, ha esortato i sindaci presenti a “presentare eventuali proposte, io e il governo saremo felici di valutarle per facilitare l’azione degli amministratori”.