“Procedere con la sospensione dei lavori congressuali del Pd“. È questo il sunto del ricorso presentato alla Commissione nazionale di garanzia, che porta la firma di alcuni esponenti dem dell’Isola.
Thema decidendum è l’assemblea dello scorso 27 gennaio, che ha visto prevalere la linea del segretario uscente Anthony Barbagallo, unico candidato per la leadership regionale. Il punto di domanda emerso durante l’assemblea riguardava l’eliminazione delle primarie con il diritto di voto concesso ai soli iscritti, ma che, secondo i “dissidenti” presenta alcune irregolarità.
“La piattaforma non ha consentito di verificare né di dichiarare il raggiungimento del numero legale, e non ha altresì consentito di dichiarare il quorum necessario all’approvazione del regolamento congressuale“, si legge nel testo del ricorso.
L’ennesimo capitolo di una vicenda dai contorni teatrali, ancora lontana dalla conclusione.
“Abbiamo chiesto di fare le primarie, il tema del contendere è stato questo. Le primarie sono un’elemento costitutivo del Partito Democratico, volto ad allargare la partecipazione, in una fase tra l’altro difficile, con un partito che con la gestione Barbagallo ha raccolto solo sconfitte, alle regionali, alle nazionali, alle amministrative, alle europee“, spiega il deputato dem all’Ars Giovanni Burtone.
“Una gestione accentrata, non è che Barbagallo possa dire abbia condiviso le scelte, le ha fatte lui e alcune veramente molto discutibili, nel momento in cui ci siamo trovati candidati che il giorno prima militavano con Forza Italia o con altri partiti. Le primarie sono state bocciate con un voto che non è per nulla chiaro, perché continuano ad esserci indicazioni contraddittorie. Abbiamo chiesto una cosa semplice: dare l’elenco dei nomi. Una cosa talmente semplice, perché dobbiamo essere trasparenti. Le primarie Barbagallo non le ha volute perché provenendo dalla destra, non sa neppure cosa possano significare, perché non l’ha fondato il Pd, è arrivato quando il Pd era già fondato con un’esperienza di destra e quindi non le ha accettate. Il commissario ha assunto questa posizione piratesca, quello che stupisce molto, che amareggia è il distacco, il non prendere posizione da parte della segretaria, la quale dovrebbe avere a cuore la vicenda siciliana, cosa che non ha finora dimostrato“.
Sulla mancata candidatura di Antonello Cracolici aggiunge: “ha sostenuto la segretaria, poteva essere un’occasione d’incontro, ma mi pare che neppure questo sia stato ascoltato. Credo che chi debba battere un colpo a questo punto sia la Schlein, mi pare che non si possa girare dall’altra parte, perché avere un partito che continua ad essere così diviso non credo sia la cosa migliorare per lei e per il partito soprattutto“.
Lo stesso Burtone ha inviato, nella giornata odierna, una lettera aperta alla segretaria Schlein, facendosi portavoce del gruppo dei deputati che ha chiesto a gran voce lo svolgimento delle primarie, tra cui Fabio Venezia, Calogero Leanza, Tiziano Spada, Ersilia Saverino, Michele Catanzaro, Fabio Giambona, Peppino Lupo oltreché dei tanti militanti che hanno sottoscritto la petizione lanciata lo scorso gennaio, chiedendole di intervenire per superare le divisioni che insistono all’interno del partito: “Cara segretaria, siamo un gruppo che ha raccolto migliaia di firme per richiedere di celebrare il congresso regionale del Partito democratico con le primarie aperte“, iniziava così la missiva.
“Noi non sappiamo quello che ti hanno raccontato e che raccontano ed è per questo ci rivolgiamo direttamente a te. Il PD è casa nostra e ci sono tra i firmatari esponenti che questo partito lo hanno fondato. Per noi le primarie rappresentano lo strumento identitario del partito e ancora la più grande innovazione politica portata sulla scena nazionale negli ultimi anni. In una assemblea tenutasi per definire il regolamento congressuale è stato detto di no ed è stato consumato un voto. Noi chiediamo di avere l’elenco di chi ha votato. Una richiesta di trasparenza a cui ci viene ancora detto di no. Ti chiediamo di non voltare la testa dall’altra parte. La Sicilia è una terra complessa che merita una vera alternativa a questa destra che qui mostra il volto peggiore. Per batterla noi dobbiamo dimostrare di essere diversi e credibili agli occhi dei cittadini . Pertanto dobbiamo essere noi i primi a rispettare le regole di civile convivenza all’interno di una comunità. Noi siamo pronti a confrontarci sul merito delle questioni che riguardano la vita quotidiana dei Siciliani. Quello che ti chiediamo – concludono i dem – con questa lettera è di prendere in mano la situazione prima che diventi un punto di non ritorno e che si trovi una soluzione che non escluda un pezzo importante di questa comunità solo perché chiede trasparenza. Davanti abbiamo la scadenza referendaria e noi vogliamo che il partito si mobiliti su questo. Confidiamo nella tua attenzione e nella tua sensibilità politica per superare questo stallo e ripristinare condizioni di agibilità politica per tutti perché il PD non è proprietà di qualcuno“.