Il perfetto riassunto di una stagione mai all’altezza delle aspettative e mai in corsa per la promozione in serie A. Il cammino del Palermo si ferma al Menti di Castellammare. Contro la Juve Stabia termina 1-0 il primo turno dei playoff. A castigare i rosanero è Adorante, capace di sollevare i suoi nel momento più delicato del match.
I rosa non graffiano. Le vespe restano ciniche per novanta minuti, non concedono e non regalano nulla, esattamente come nell’ultima giornata di campionato, rendendosi artefici della retrocessione di una disperata Sampdoria a caccia di punti. Il club di viale del Fante getta così via anche l’ultima chance di riscattare un’annata deludente, all’insegna della discontinuità. Dopo qualche settimana di riposo e di assestamento, sarà il momento delle riflessioni. E questa volta, dopo il terzo tentativo, non sarà più ammesso sbagliare.
Per la sfida più importante della stagione, Dionisi punta sull’undici titolare che negli ultimi mesi ha maggiormente dimostrato continuità e convinto. Insostituibile Audero tra i pali. In difesa pesa l’assenza di Magnani, sopperita dall’inserimento di Diakité, che nella posizione di braccetto di destra ha ritrovato la sua dimensione naturale con prestazioni più che sufficienti, al fianco di Baniya, centrale, e Ceccaroni, nuovamente dal primo minuto dopo l’infortunio alla spalla. La coppia Gomes-Blin si riprende la mediana, mentre lungo le fasce il tecnico toscano alterna ancora le proprie pedine: a destra è il turno di Pierozzi, a sinistra spazio a Di Francesco. Segre e Brunori ancora confermati alle spalle di Pohjanpalo.
Clima caldissimo, con lo stadio Menti avvolto da una vera e propria bolgia, e un campo sintetico su cui prendere le giuste misure. Le difficoltà non sono mancate per l’avvio complesso del club di viale del Fante. Il pressing e il giro palla è troppo macchinoso. Più sciolti e disinvolti i padroni di casa che approfittano di alcuni calci piazzati per lanciare i primi guanti di sfida ad Audero. Il blocco rosanero non si lascia sorprendere e resta compatto, sia in fase di chiusura sia di costruzione. L’avanzata del Palermo diventa efficace al quarto d’ora e resta un po’ l’amaro in bocca per il presunto fallo in area su Segre.
Tra studio e tensione il primo vero brivido della partita lo regala Di Francesco al ventiquattresimo, un destro a giro dalla distanza disinnescato da Thiam. Alla mezz’ora il match cambia volto e la Juve Stabia mette il piede sull’acceleratore. Fortini è costretto ad uscire a causa di uno stiramento, al suo posto entra Rocchetti, subito ben inserito nelle dinamiche di gioco. I padroni di casa prendono il sopravvento sprecando due grandi occasioni per agguantare il vantaggio. Floriani intercetta l’ottimo filtrante di Mosti, sfuggendo dalla marcatura di Di Francesco, ma faccia a faccia con Audero colpisce il primo palo. Poco dopo è la conclusione fuori misura di Candellone, dagli sviluppi di un corner, a salvare il Palermo, dopo il salvataggio dell’estremo difensore indonesiano sul colpo di testa di Piscopo.
I siciliani, nel cuore del primo tempo, appaiono in difficoltà, in balia della confusione. Il pressing diventa evanescente e i contrasti sono a favore delle vespe. Cala l’intensità anche a centrocampo, con Gomes e Segre, in supporto, in affanno sulle seconde palle, e Blin più arretrato in ripiego sulla difesa. Le maglie di allargano e i rosa non contengono una Juve Stabia dilagante, capace di infierire soprattutto sulla corsia mancina, dove Di Francesco, seppur supportato da Ceccaroni, viene sopraffatto da Floriani, tra i più attivi e insidiosi dei suoi. Regge la fascia destra, per scelta tecnica meno offensiva, ma più conservativa e dedita alla copertura, con Pierozzi e Diakité attenti e precisi in chiusura. Poco scintillante l’attacco, con Brunori e Pohjanpalo marcati ad uomo. Da sottolineare il lavoro eccellente di Peda, in prestito dal Palermo al club campano, sempre in anticipo sul finlandese. Primi quarantacinque minuti che si chiudono con l’esterno della rete proprio dell’ex Venezia, servito da Brunori, dagli sviluppi di una rimessa laterale.
Al rientro dagli spogliatoi i ritmi sono subito altissimi. Gli uomini di Pagliuca non arretrano e conservano lo stesso passo del primo tempo. Al cinquantaseiesimo i rosanero sfiorano il vantaggio. L’italo-brasiliano disegna una parabola perfetta su punizione. Thiam, si supera, legge bene la traiettoria, deviando in angolo e togliendo via la sfera dall’incrocio dei pali.
Fatica e stanchezza si avvertono tra le fila dei campani, ma il club di viale del Fante non riesce ancora a trovare la giusta chiave di lettura, sporcando fin troppi palloni e il possesso palla. Nel momento più imprevedibile le vespe pescano la via del gol. Al sessantasettesimo Baniya si lascia scavalcare da Adorante, che con freddezza, aggancia il pallone servito dalla propria metà campo da Pierobon e scavalca anche Audero. Inutile anche il tentativo disperato in extremis di Ceccaroni: 1-0.
Solo al settantanovesimo arrivano i primi cambi di Dionisi: dentro Di Mariano e Le Douaron, fuori Di Francesco e Blin. La compagine palermitana prova l’affondo, ma con poca incisività. Al novantesimo gli ultimi ingressi di Ranocchia e Vasic non cambiano l’inerzia del match. Sul finale la testata di Ceccaroni, dagli sviluppi di un angolo, regala il brivido finale, ma ancora Thiam dice “no”.
Cala il sipario sulla stagione del Palermo. Al Menti termina: 1-0.