
Un libro che non si limita a denunciare, ma si propone come un vero e proprio atto di resistenza civile. Un appello collettivo a rompere il muro del silenzio e dell’indifferenza che, ancora oggi, consente alla mafia di esercitare il proprio potere attraverso una delle sue armi più subdole: il pizzo.
Persistono, infatti, retaggi culturali duri a morire, secondo cui il pagamento di questa “tassa” garantirebbe protezione e sicurezza. Una pericolosa illusione, che in realtà compromette profondamente la libertà economica, altera le regole del mercato e soffoca chi desidera fare impresa onestamente.
Il libro racconta anche le reazioni, spesso opposte, che questa realtà ha generato: da un lato numerosi episodi di rassegnazione e connivenza, dall’altro atti di straordinario coraggio civile. Ci sono storie di chi ha scelto di non piegarsi, anche a costo di perdere la propria attività o, nei casi più drammatici, la vita stessa. Eroi troppo spesso dimenticati, simbolicamente riuniti intorno alla figura di Libero Grassi, imprenditore assassinato per aver detto no alla mafia.
Nel libro si ripercorrono anche le tappe fondamentali della mobilitazione civile, dalla testimonianza di Tano Grasso, alle battaglie del Comitato Addiopizzo, fino alla nascita di associazioni antiracket che hanno restituito voce e speranza a chi si oppone.
Oggi, di fronte a una nuova e silenziosa riorganizzazione di Cosa Nostra e a un preoccupante calo delle denunce, questo libro rappresenta un campanello d’allarme. Un invito pressante alle istituzioni e alla collettività a non abbassare la guardia. Perché la lotta contro il pizzo non è solo una questione di legalità: è il primo passo verso una rinascita autentica, economica e culturale, del nostro Paese.