C’è chi avanza e c’è chi frena. Novità positive sulla riforma dei dirigenti regionali, meno entusiasmanti quelle che trapelano sulla norma che riorganizza i Consorzi di Bonifica. Due ddl che allo stato attuale si trovano a momenti totalmente diversi del loro iter parlamentare, ma simili in termini di complessità del cammino da percorrere. Dopo circa un quarto di secolo, l’Ars si ritrova così a rimodernare e rivedere due sistemi che negli anni hanno visto criticità accumularsi anno dopo anno, fino ad arrivare ai nostri giorni.
Dirigenti regionali: è la settimana decisiva
Nei giorni scorsi la riforma dei dirigenti regionali è tornata a prendersi la scena in I Commissione Affari Istituzionali, guidata dal presidente Ignazio Abbate. Un percorso, quello in Commissione, molto lungo e condito da diverse audizioni, con l’obiettivo di risolvere il dilemma che pende sull’intero ddl, fulcro principale ed essenziale di tutta la norma: fascia unica o fascia doppia?

La sintesi sembra essere stata trovata e quella appena iniziata potrebbe, finalmente, essere la settimana decisiva. “Ho messo in votazione la riforma dei dirigenti sia per martedì sia per mercoledì. Entro questi due giorni l’approveremo“. Ha spiegato il presidente Abbate sottolineando come la direzione prescelta sia “quella di fare la fascia unica. Vogliamo andare avanti e fare uscire la norma dalla Commissione“.
A passare sarà così la proposta avanzata dal governo regionale, in linea con le indicazioni di Roma, e in controtendenza dei dirigenti uscenti e dei sindacati che avevano spinto sulla doppia fascia. Una rivoluzione dunque significativa, considerando che l’ordinamento vigente è inquadrato su tre fasce, in contraddizione con la norma nazionale che invece ne prevede una sola, e uniformando così la Sicilia con il resto del Paese. L’idea è quella di accelerare i lavori prima della messa in atto delle norme nazionali, che danno priorità alla stabilizzazione dei comandi e delle mobilità. Stabilizzazioni, però, che metterebbero a rischio gli equilibri gerarchici dei vertici regionali (CLICCA QUI). Insomma, superato un ostacolo bisognerà arginarne un altro, ma qualcosa dopo anni d’attesa inizia a muoversi in maniera un po’ più concreta.
Consorzi di Bonifica: servono 10 milioni
Se nelle Commissioni si sciolgono nodi, altri, parecchi ingarbugliati, affiorano in aula.

Meno di quindici giorni fa il ddl sul riordino dei Consorzi di Bonifica ha fatto il suo esordio in a Sala d’Ercole, presentato dal presidente della III Commissione Attività Produttive Gaspare Vitrano (CLICCA QUI). Un momento storico, ma che nasconde delle insidie. Tra l’altro non tanto nascoste. Venerdì 20 giugno è terminato il termine per la presentazione degli emendamenti e come previsto all’Ars è piovuta una pioggia di proposte di modifica al testo. Quasi tutti hanno un unico tema: il personale e la loro stabilizzazione. Primi fra tutti i punti che dal collegato della Finanziaria sono stati esclusi e dirottati verso la riforma. Cioè il turnover per far diventare i lavoratori a tempo indeterminato e il passaggio dai 78 e 102 giorni ai 156 giorni lavorativi. Per proseguire sarà necessario trovare una copertura finanziaria o sarà stop.
La cifra da reperire non sarà esigua. Si trattano di poco meno di dieci milioni di euro. Il futuro dei Consorzi di Bonifica dipenderà così esclusivamente dalla copertura finanziaria. La soluzione maggiormente plausibile è rappresentata dalla variazione di bilancio di metà luglio. Ma non sono da escludere colpi di scena.
Le possibilità che vi siano le condizioni per votare già questa settimana il disegno di legge sui Consorzi di Bonifica appaiono sempre più lontane.