Nel secondo trimestre del 2025 il mercato dei mutui in Sicilia mostra segnali contrastanti: da un lato una leggera flessione degli importi richiesti e del valore degli immobili, dall’altro una crescita della componente variabile nella scelta del tasso, trainata dal primo taglio dei tassi della Banca Centrale Europea dopo oltre due anni.
La fotografia tracciata dall’Osservatorio di MutuiOnline.it per il periodo aprile-giugno restituisce un sistema in trasformazione, mentre il tasso fisso – pur in calo – continua a dominare nettamente le scelte dei consumatori isolani.
Il profilo del mutuatario siciliano nel secondo trimestre 2025
Tra aprile e giugno 2025 l’importo medio richiesto in Sicilia per un mutuo si è attestato a 117.100 euro, in calo rispetto ai 120.100 euro rilevati nel primo trimestre dell’anno. Anche il valore medio degli immobili oggetto di finanziamento è sceso, passando da 180.200 euro a 177.300 euro.

La durata media dei finanziamenti resta pressoché stabile: 23 anni e 10 mesi. A crescere invece è l’età dei richiedenti, che passa da 40 anni e 7 mesi a 40 anni e 9 mesi.
Messina si conferma la provincia con gli immobili più costosi dell’isola: oltre 190.400 euro in media. A Palermo si registra invece l’importo medio richiesto più elevato (121.523 euro).

All’estremo opposto, Caltanissetta è la provincia dove si chiedono meno soldi alle banche (98.301 euro) e dove si trovano anche gli immobili con il valore medio più basso (151.620 euro).
Ad Agrigento la durata media dei mutui è la più contenuta (22 anni), mentre Enna e Ragusa registrano le durate più lunghe: 24 anni e 10 mesi. A Enna si trovano anche i richiedenti più giovani della Sicilia (36 anni e 6 mesi), mentre a Siracusa si registra l’età media più elevata (41 anni e 8 mesi).
Fisso o variabile? In Sicilia domina ancora la prudenza
Il secondo trimestre del 2025 ha segnato un’inversione di rotta a livello nazionale: per la prima volta dopo due anni, il tasso variabile è tornato più conveniente del fisso. Tuttavia, in Sicilia la preferenza per il tasso fisso resta schiacciante.
Il 98,5% delle richieste è stato infatti per mutui a tasso fisso, una leggera flessione rispetto al 99,5% del trimestre precedente. Il tasso variabile, seppure ancora marginale, passa dallo 0,2% all’1,0% delle richieste.
A trainare questo cambio di rotta è stato il taglio del tasso BCE del 5 giugno 2025. Da allora, il TAN medio dei mutui a tasso variabile è sceso dal 2,83% al 2,62%, con le migliori offerte che passano dal 2,40% al 2,26%.
Al contrario, il tasso fisso registra un lieve rialzo: il TAN medio sale dal 2,99% al 3,03%, mentre le migliori offerte si attestano al 2,49% (contro il 2,43% di maggio).
Finalità del finanziamento: prima casa e surroghe in crescita

La finalità prevalente dei mutui richiesti in Sicilia nel secondo trimestre 2025 è stata l’acquisto della prima casa, che rappresenta il 56,9% del totale. Al secondo posto, con un’incidenza in forte crescita, le surroghe: 28,3% del totale, a fronte della crescente competitività delle offerte bancarie post-taglio dei tassi.
Seguono l’acquisto della seconda casa (8,8%), la ristrutturazione (3,9%) e il consolidamento debiti (2,1%).
Lo scenario nazionale: il 2025 segna la ripartenza dei mutui
Il trend osservato in Sicilia si inserisce in un contesto nazionale di ripresa più ampia. Secondo i dati CRIF, nel primo trimestre 2025 le erogazioni di mutui per l’acquisto dell’abitazione sono aumentate del 46,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il tasso fisso resta la scelta preferita, ma l’attenzione verso il tasso variabile sta aumentando, complice la riduzione del costo del denaro.
A luglio 2025 il mutuo prima casa è il più richiesto
I dati aggiornati al secondo trimestre 2025 dell’Osservatorio di MutuiOnline.it mostrano che le richieste di mutuo prima casa rappresentano il 58,1% del totale. Nel trimestre precedente erano al 53,5%, a testimonianza di una crescita costante. Il profilo medio del richiedente resta stabile, ma si segnala un lieve aumento dell’età media.
L’interesse verso i mutui green, destinati all’acquisto di immobili ad alta efficienza energetica, continua a salire. Questa tendenza è supportata anche da offerte bancarie più competitive e da incentivi in ambito ambientale.
Transazioni immobiliari: segnali di ripresa dopo due anni difficili
Parallelamente alla ripresa dei mutui, il mercato immobiliare italiano torna a crescere. Secondo l’analisi di Scenari Immobiliari e Abitare.Co, nel 2024 il numero di abitazioni scambiate ha superato le 720.000 unità, con un incremento dell’1,4% rispetto al 2023.
Il Sud Italia è la macroarea che registra il tasso di crescita più alto: +2,6%, trainata soprattutto dai risultati dell’ultimo trimestre dell’anno.
Le stime per il 2025 sono ancora più ottimistiche. Si prevede che le compravendite immobiliari raggiungeranno le 770.000 unità, con circa 60.000 nuove abitazioni. La domanda resta elevata, nonostante la pressione sui prezzi e la scarsità di immobili rispondenti alle esigenze delle famiglie.
Nei grandi centri urbani, in particolare, la domanda è sostenuta da diversi fattori: mobilità studentesca, lavoro qualificato, presenza di investitori stranieri. Milano guida il mercato con oltre 66.000 transazioni nel 2024 (25.000 nella sola città), pari a tre compravendite ogni cento unità immobiliari.
Offerta limitata e crescita dei prezzi: il nodo delle nuove costruzioni
Nonostante l’aumento della domanda, l’offerta di nuove abitazioni resta limitata. Nelle principali città italiane, la quota di immobili nuovi oscilla tra l’8% di Bari e Bologna, il 10% di Milano (13% includendo anche le soluzioni assimilabili al nuovo), e poco più del 12% a Roma. A Palermo la percentuale di nuove costruzioni disponibili è tra le più basse d’Italia: 1,5%.
Questa scarsità, insieme alla crescita delle locazioni brevi e alla riduzione dell’offerta di usato, contribuisce a mantenere alta la pressione sui prezzi, soprattutto nei grandi centri urbani.
Infine, la pressione sui centri urbani sta spingendo molte famiglie verso i Comuni dell’hinterland, soprattutto se ben collegati tramite infrastrutture ferroviarie o metropolitane.
Il caso di Milano è emblematico: la ricerca di abitazioni nuove, sostenibili e accessibili ha trovato risposte nei progetti edilizi dei comuni limitrofi.
Tuttavia, la capacità del sistema edilizio di rispondere in modo adeguato alla domanda resta limitata. Tra le priorità dei cittadini, oltre al prezzo, si confermano la presenza di verde, la sicurezza, i servizi scolastici e sanitari.
Tipologie di immobili: crescono i monolocali, calano i trilocali
Una tendenza significativa riguarda la tipologia di immobili scambiati. I monolocali sono in crescita, soprattutto a Milano, Venezia e Bologna, dove superano il 7,5% delle nuove offerte. I bilocali e i trilocali rappresentano nel complesso poco più del 60% dell’offerta – erano il 70% nella precedente rilevazione.
Solo a Milano la quota supera il 70%, mentre in città come Venezia scende sotto il 30%.
Il ruolo del calo dei tassi nel rilancio del mercato
Il rilancio del mercato immobiliare è strettamente legato all’andamento dei tassi. Dopo un biennio di politica monetaria restrittiva, la BCE ha avviato una fase di allentamento che ha favorito il credito immobiliare.

A maggio, il TAN dei mutui variabili si è attestato al 2,83%, in netto calo rispetto al 3,31% di aprile.
Il fisso medio, invece, si è stabilizzato al 2,99%.
Le banche, in risposta al nuovo scenario, hanno aumentato la propria propensione alla concessione del credito, anche per via della maggiore concorrenza tra istituti.
Il commento dell’Amministratore delegato di MutuiOnline.it

Alessio Santarelli, Amministratore Delegato di MutuiOnline.it, commenta: “Rispetto a maggio, oggi tra le due tipologie di finanziamento la forbice si è aperta, con variabile che si attesta in media 41 punti base al di sotto del valore del fisso. Se prima dell’ultimo taglio operato da Francoforte la rata mensile media di un mutuo ventennale da 160.000 € a tasso variabile risultava 13 € più leggera rispetto al tasso fisso (874 € contro 887 €), oggi il risparmio è salito a 33 € al mese (857 € per il variabile contro 890 € per il fisso) e a oltre 7.800 € sull’intera durata del finanziamento”.
Che aggiunge: “Il tasso indicizzato, dunque, offre attualmente condizioni più vantaggiose e può essere un’opzione interessante per i consumatori più propensi al rischio, anche alla luce di possibili ulteriori ribassi nei prossimi mesi. Tuttavia, il tasso fisso rimane su livelli storicamente più che accettabili e rappresenta la scelta migliore per chi desidera bloccare la rata a un tasso di interesse conveniente”.
“In ogni caso, l’opzione della surroga, ovvero del trasferimento a costo zero del finanziamento da una banca a un’altra per approfittare delle condizioni più favorevoli offerte dal secondo istituto, rimane sempre a disposizione dei consumatori”, conclude Santarelli.
Nota metodologica
I dati contenuti nell’articolo sono tratti dalle rilevazioni pubblicate da :
-MutuiOnline.it (Osservatorio II trimestre 2025)
-CRIF (Rapporto trimestrale sul credito 2025)
-Scenari Immobiliari/Abitare.Co (studio su mercato immobiliare 2024-2025)