L’incontro di oggi all’assessorato regionale alla Salute ha segnato un primo punto di incontro nella vertenza sull’adeguamento delle tariffe per gli anestesisti e infermieri del 118.
Il confronto tra le sigle sindacali, tra cui CIMO-FESMED, Cisl Medici, FASSID, UIL Medici, Anaao Assomed, FVM e CGIL Medici, e il dirigente generale del Dipartimento Pianificazione Strategica, Salvatore Iacolino, si è concluso con un’intesa di massima.
Quasi tutte le sigle sindacali si sono allineate alla proposta, con l’eccezione della CGIL, che ha espresso un chiaro dissenso, e della CIMO, che si è al momento astenuta in attesa di ulteriori riflessioni e del confronto con i propri iscritti.
La proposta sul tavolo
La Regione ha confermato l’incremento del 10% sulle tariffe per i medici e gli infermieri del 118, sia su mezzi rotanti (elicottero) che gommati (ambulanze). A questo si aggiunge un ulteriore 7% destinato esclusivamente a chi opera in elisoccorso, portando così la tariffa a poco meno di 60 euro lordi l’ora per gli elicotteristi, mentre resta ferma a 51 euro per gli anestesisti sui mezzi gommati. Gli infermieri vedrebbero un incremento proporzionale: circa 27 euro per il gommato, 30-31 euro per l’elisoccorso.
Un incentivo che divide
La proposta, però, rischia di trasformarsi in un’arma a doppio taglio. Il maggiore incentivo economico legato all’elisoccorso potrebbe scatenare una corsa alle missioni in elicottero, alimentata dal timore di restare esclusi dalla fascia meglio retribuita. Il rischio? Uno squilibrio pericoloso nel sistema dell’emergenza.
“Se prima la torta era divisa tra dieci, ora dovrà bastare per cento”, osservano con preoccupazione alcuni sindacalisti, segnalando il possibile effetto boomerang: “Tanti operatori spinti verso l’aria, pochi disposti a restare sulla strada”.
La distinzione netta tra chi fa elisoccorso e chi resta nel gommato rischia infatti di creare una frattura interna tra professionisti dello stesso sistema. Gli anestesisti del gommato, che continueranno a percepire tariffe più basse, potrebbero sentirsi penalizzati, pur affrontando rischi altrettanto significativi.
A questo si aggiunge il malcontento degli infermieri. Alcuni sindacati hanno sollevato il problema con toni duri: “Dobbiamo smetterla con la lobby dell’elisoccorso. Se tutti vogliono salire a bordo, allora tutti devono essere autorizzati”. Ma partecipare alle missioni aeree non è un diritto automatico. Chi opera sull’elisoccorso deve possedere competenze cliniche avanzate, preparazione fisica e una formazione specifica. Salire su un elicottero del 118 non è un privilegio, ma una responsabilità e in volo non c’è margine di errore.
Quindi, senza un quadro chiaro, si rischia di alimentare malcontento e accuse di discriminazione, soprattutto se chi viene escluso percepisce l’accesso all’elisoccorso come una corsia preferenziale legata più a logiche interne che a criteri professionali.
Soluzione più efficace
La CIMO pensa all’equiparazione delle tariffe alle prestazioni aggiuntive previste a livello nazionale, con una fiscalità agevolata che garantirebbe maggiore equità e attrattività per tutti.
Nel frattempo, la mobilitazione è sospesa. Lo stato di agitazione, sebbene non sia stato formalmente revocato, resta sul filo del rasoio. Tutto dipenderà dalla risposta dei professionisti e dagli sviluppi delle prossime settimane.