E’ arrivata oggi pomeriggio al Policlinico la salma di Aurora Maniscalco la giovane hostess palermitana deceduta a Vienna precipitando dal terzo piano. La procura di Palermo a cui l’avvocato Alberto Raffadale ha presentato un esposto ha disposto l’autopsia che sarà eseguita nei prossimi giorni all’istituto di medicina legale del Policlinico.
Un atto irripetibile che la magistratura viennese ha negato alla famiglia della ragazza. Secondo i giudici austriaci Aurora si sarebbe lanciata dal balcone come avrebbero detto alcuni passanti e il fidanzato Elio Bargione. E quindi si tratterebbe di un caso di suicidio. Ma la famiglia della giovane ha sempre negato questa ricostruzione.
“E’ un momento difficilissimo per noi genitori e spero che la giustizia faccia il suo corso e ci dica la verità su Aurora che era una ragazza piena di vita”. Lo dice Francesco Paolo Maniscalco padre della giovane hostess morta dopo essere caduta dal terzo piano dell’immobile in cui viveva con il fidanzato a Vienna.
“Noi chiediamo di conoscere la verità. Ho tante cose per la testa. A Vienna non sono state fatte indagini. Il racconto del fidanzato non è chiaro. Confido nelle autorità competenti e nel fatto che facciano le indagini – aggiunge il padre – Il telefonino di Aurora lo aveva in mano il fidanzato. Non è stato sequestrato. L’immobile non è stato sequestrato. Per noi genitori è inspiegabile questa superficialità. Ci sono tante domande a cui vogliamo risposte”.
Per la vicenda il fidanzato della hostess è indagato a Palermo per istigazione al suicidio.



