I carabinieri di Messina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Sebastiano Pirri, 63 anni, per omicidio volontario aggravato del figlio Angelo di 41 anni, trovato morto il 6 giugno scorso nelle campagne di Pace del Mela (Messina), e per porto e detenzione abusiva di arma da fuoco. L’ordinanza è del gip di Barcellona Pozzo di Gotto, su richiesta della Procura.
Il 3 luglio scorso avrebbe portato con una scusa il figlio, Angelo, in una zona di campagna e poi gli avrebbe sparato un colpo di pistola alla nuca. Sebastiano Pirri, 63 anni, è stato arrestato oggi dai carabinieri di Messina con l’accusa di omicidio volontario, occultamento di cadavere e detenzione abusiva di arma da fuoco.
L’uomo era già indagato, dopo il ritrovamento del cadavere in decomposizione della vittima il 6 luglio, perchè dalle risultanze investigative sarebbe stato l’ultimo a vedere il figlio che era tornato da un viaggio a Napoli. Il gip di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) ha firmato l’ordine di custodia cautelare in carcere dopo le indagini della procura diretta da Giuseppe Verzera.
Il cadavere venne trovato in campagna, a Pace del Mela, nei pressi dell’autostrada A20 Palermo-Messina. Accanto al corpo c’era il bossolo di un proiettile calibro 7,65. Secondo la ricostruzione degli investigatori dopo l’omicidio l’assassino avrebbe nascosto il corpo gettandolo oltre la recinzione dell’autostrada, in cui era stata praticata un’apertura, e poi trascinandolo in un canale di scolo adiacente alla carreggiata. Elementi utili per l’inchiesta sono stati raccolti grazie alle indagini condotte dai carabinieri del nucleo investigativo, supportati dal Ris di Messina che ha effettuato accertamenti tecnici, balistici e biologici.
Originario di Montalbano Elicona, Sebastiano Pirri ha diversi precedenti penali. Nel ’91 venne condannato in primo grado a 18 anni di carcere nell’ambito del processo per l’uccisione dell’infermiera Grazia Rosa Nastasi, che sarebbe stata coinvolta in un traffico di droga, uccisa nel 1987 e poi bruciata sul greto di un torrente. Nel 2006 venne arrestato per un furto a un deposito di tabacchi. Nel 2011 venne coinvolto in un’inchiesta su matrimoni di facciata fatti per regolarizzare in Italia extracomunitari clandestini provenienti dalla Tunisia.
Gli inquirenti ipotizzano che nell’omicidio possano essere coinvolte altre persone. I pm Dora Esposito e Carlo Bray non hanno ancora elementi per chiarire il movente del delitto e aspettano di interrogare l’indagato. L’interrogatorio, non ancora fissato, potrebbe essere svolto venerdì prossimo.
I militari dell’arma, nei giorni scorsi, avevano perquisito l’abitazione e l’automobile dell’uomo e avevano sequestrato tutte le apparecchiature telefoniche a lui riconducibili. (A