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Primo incontro a Palermo

Diagnosi precoce e sangue: dalla Prefettura ai Comuni parte una nuova stagione della prevenzione

lunedì 14 Luglio 2025
Prefettura Palermo

Garantire la disponibilità di sangue nei mesi estivi, storicamente critici, e aumentare l’adesione ai programmi di screening oncologici, ancora troppo bassa rispetto alla media nazionale.

È questo l’obiettivo dell’iniziativa promossa dal Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (DASOE), in unanime intesa con le Prefetture delle province siciliane, per fronteggiare due emergenze sanitarie che richiedono un’azione coordinata e immediata.

Il primo appuntamento si è svolto venerdì pomeriggio presso la Sala Dalla Chiesa della Prefettura di Palermo. Oltre a Giacomo Scalzo, dirigente generale del Dasoe, erano presenti il Vicario del Prefetto Patrizia Adorno, il delegato del Vescovo di Palermo, Angelo Vecchio, i sindaci della Città Metropolitana – convocati in quanto massime autorità sanitarie locali –, Antonio Levita, direttore sanitario dell’Asp di Palermo, esperti scientifici e sanitari, e i rappresentanti delle associazioni di volontariato.

Raccolte straordinarie di sangue

“L’emergenza sangue, che storicamente si manifesta nella sua drammaticità anche in Sicilia nel periodo estivo, impone l’innalzamento dei livelli di attenzione sulle donazioni – ha dichiarato Scalzo –. Occorre organizzare, senza indugio e con cadenza mensile fino a settembre, raccolte straordinarie in ciascuno dei Comuni, coinvolgendo direttamente le autoemoteche delle associazioni di donatori, coordinate dai Servizi Trasfusionali competenti per territorio e con azioni di sensibilizzazione”.

“Attraverso le analisi gratuite effettuate durante le donazioni, queste iniziative consentono anche di monitorare lo stato di salute generale della popolazione”, evidenzia.

Screening oncologici

“Proprio su questo fronte, occorre rivolgere identiche, contestuali attenzioni – ha aggiunto Scalzo – alla sempre più preoccupante insufficiente adesione della popolazione agli screening per la diagnosi precoce di tumori al collo dell’utero, alla mammella e al colon-retto. Questi programmi rappresentano strumenti fondamentali di sanità pubblica, capaci di ridurre mortalità e morbilità, migliorando la qualità della vita”.

Nonostante l’impegno dell’Asp di Palermo, con interventi quotidiani condotti insieme ai medici di medicina generale, alle farmacie e alle associazioni di volontariato, la popolazione continua a non rispondere in modo adeguato. Resistenze culturali e scarsa percezione del rischio sembrano essere i principali ostacoli.

L’Asp

“La nostra attività di screening è una macchina che cammina tutto l’anno – ha sottolineato Levita – e si basa su una programmazione strutturata, che tiene conto delle esigenze dei territori e dei tempi utili per garantire efficacia e accessibilità. Solo nel mese di giugno, ad esempio, sono state effettuate circa mille prestazioni mammografiche, anche nei fine settimana, per andare incontro alle lavoratrici”.

“L’attività di screening è programmata con largo anticipo su base semestrale in tutti i comuni della Città Metropolitana di Palermo, così da garantire una copertura equilibrata e interventi strutturati, seguendo le richieste anche dei Sindaci. Le richieste che pervengono successivamente alla pianificazione vengono regolarmente calendarizzate nel semestre successivo”.

Levita ha poi ricordato alcune iniziative speciali in collaborazione con realtà del territorio: “Stiamo realizzando screening gratuiti anche per i dipendenti e le loro famiglie grazie ad accordi con amministrazioni pubbliche e aziende come AMAT, INPS, l’Amministrazione Penitenziaria e il Comune di Palermo. Lavoriamo in sinergia anche con la Prefettura per promuovere sempre più cultura della prevenzione”.

Sanità, comunità e responsabilità

Durante l’incontro è stato ribadito con chiarezza: la scarsa adesione agli screening oncologici è uno dei punti più critici della sanità siciliana. La Regione, infatti, non raggiunge i livelli minimi stabiliti dai LEA, condizione che impedisce l’uscita dal Piano di Rientro e rischia di aggravare ulteriormente le difficoltà del sistema sanitario regionale.

Eppure le Asp sono operative, organizzate e presenti sul territorio. Gli screening sono programmati su base semestrale, con standard qualitativi elevati, prestazioni gratuite e una rete capillare di sedi e professionisti. Ma il nodo resta uno: la popolazione non risponde.

I dati parlano da soli. Secondo l’Osservatorio Nazionale Screening, in Sicilia solo il 28,3 % delle donne partecipa allo screening mammografico, contro una media nazionale del 49,3 %. Ancora più bassi i numeri per il test cervicale (26,1 % vs 46,9 %) e per lo screening del colon-retto (14,5 % contro 32,5 %). Un divario che non è solo statistico, ma sanitario e sociale: meno prevenzione significa diagnosi tardive, più complicazioni cliniche e maggiore mortalità.

“Lo screening oncologico è uno strumento fondamentale per salvare vite. Permette diagnosi precoci, interventi meno invasivi, cure più efficaci e prognosi migliori – ha evidenziato Luigi Galvano, segretario provinciale FIMMG Palermo -. Il sistema è strutturato, i servizi ci sono, sono gratuiti e scientificamente validati. Eppure in Sicilia l’adesione rimane ben al di sotto della media nazionale. Questo significa più tumori scoperti in fase avanzata, più mortalità e più costi per il sistema sanitario”.

“I medici di medicina generale sono il primo presidio di fiducia per il cittadino. Se vogliamo davvero aumentare l’adesione agli screening, dobbiamo metterli al centro della rete territoriale, affidarci alla loro capacità di relazione, spiegazione e motivazione. Ogni medico di base può diventare un promotore attivo di salute pubblica – prosegue -. Serve uno scatto culturale. Non possiamo continuare a ignorare strumenti salvavita. È una battaglia di civiltà e di equità: chi ha meno strumenti, meno accesso e meno consapevolezza, deve essere raggiunto prima e meglio. Solo così si riducono le disuguaglianze e si difende davvero il diritto alla salute”.

Un segnale di coesione e rilancio

L’incontro ha suscitato grande interesse tra i partecipanti e ha fatto emergere la volontà condivisa di proseguire su questa linea di confronto interistituzionale, estendendola ad altri temi chiave della salute pubblica. È stato ribadito che iniziative come questa devono diventare un modello stabile, capace di attivare territori, rafforzare la rete dei servizi e colmare i divari.

I sindaci presenti si sono detti pronti a mettersi in campo, in sinergia con le strutture sanitarie territoriali e regionali, per rafforzare la cultura della prevenzione e promuovere la partecipazione dei cittadini.

L’incontro si è chiuso con un messaggio forte di fiducia e responsabilità condivisa: “La Sicilia dispone di competenze, professionalità e risorse per affrontare queste sfide. Abbiamo una buona sanità in questi delicati settori. È il momento di raccontarla, renderla accessibile e farne un motore di fiducia e salute per tutti”, ha concluso Scalzo.

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