Al Festival Internazionale Taormina Arte approda “CircusOperaShow”: quando la magia circense si fonde con quella del melodramma
Redazione
lunedì 11 Agosto 2025
Al Teatro antico, nella notte stellata dell’antivigilia di Ferragosto, si incontreranno due stupefacenti magie: il circo e l’opera. Da una parte corpi e numeri che sfidano equilibrio, gravità, vertigini; dall’altra voci e melodie che fluttuano come funamboli invisibili. È il prodigio di “CircusOperaShow”, in scena mercoledì 13 agosto alle ore 21.30 nell’ambito del Festival Internazionale Taormina Arte, dagli anni Novanta tra le più prestigiose rassegne a livello internazionale.
La rinomata Orchestra del Teatro “Francesco Cilea” di Reggio Calabria sarà diretta da un maestro del calibro di Roberto Molinelli, autore anche degli arrangiamenti. Di rilievo altresì il cast vocale con il soprano Angela Nisi, il tenore Max Jota e il baritono Matteo D’Apolito che spazieranno tra le arie di Puccini, Donizetti, Rossini, Verdi. Non mancherà un omaggio a Napoli e alle romanze più amate, fino al repertorio dei nostri giorni, strizzando l’occhio al rock e al pop. A loro volta, gli artisti del famoso circo El Grito – Giacomo Costantini, Combusta Revixi, Danilo Alvino, Duokaos, Selyna Bogino – sapranno stupire con le loro acrobazie, così come sul versante musicale brillerà il virtuosismo richiesto per eseguire le grandi pagine del melodramma italiano.
“CircusOperaShow” è perciò una delle più originali e interessanti proposte del festival promosso e organizzato dalla Fondazione Taormina Arte Sicilia, guidata dal commissario straordinario Sergio Bonomo e dal sovrintendente Felice Panebianco, con la direzione artistica di Gianna Fratta che ha configurato un variegato cartellone multigenere, nel quale convergono musica, teatro, danza.
La manifestazione è realizzata con il sostegno della Regione Siciliana-Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo, del Ministero della Cultura e con il patrocinio del Parco Archeologico Naxos-Taormina.
Lirica e circo sono dunque due arti sorelle, nate per incantare, per strappare sorrisi, lacrime e applausi, per restituire all’umano il suo stupore perduto. Il connubio diventa per una sera un incontro di forze, sotto il segno della passione e del rischio. L’esplosività dell’arte circense risponde alla maestosità dell’opera, due forme d’arte che, pur parlando linguaggi diversi, riescono ntrambe di sconvolgere e meravigliare.
Il programma, curato da Roberto Molinelli, unisce il potere visivo e drammatico del circo alla profondità e alla bellezza della lirica, dando vita a un’esperienza emozionante e unica. Eclettico direttore d’orchestra, compositore e violista, è noto in campo internazionale per la sua capacità di creare, comporre e realizzare progetti di ogni genere musicale dal classico, al jazz, al pop, al rock cercando di costruire un dialogo tra generi e stili diversi. Le elaborazioni di Molinelli parafrasano anche i titoli, che diventano “Carmina burana rock”, “Bohème schiccata”, “Rossini Guglielmo, il barbiere ladro di Siviglia”, “Intermezzo Mascagni”. Ai solisti vocali sono affidate pagine che non hanno bisogno di presentazioni, come il bolero “Mercé, dilette amiche” da “I vespri siciliani” di Verdi e “Un bel dì vedremo” da “Madama Butterfly”, che saranno eseguiti dal soprano Angela Nisi. Il tenore Max Jota, in tema con la serata, canterà “Vesti la giubba” da “Pagliacci” di Leoncavallo e un medley che associa “E lucevan le stelle” dalla “Tosca” pucciniana, “Una furtiva lagrima” da “L’elisir d’amore” di Donizetti e “La donna è mobile” dal “Rigoletto” di Verdi. A sua volta il baritono Matteo D’Apolito si cimenterà in due dei più celebri “numeri” dell’opera buffa: la sortita di Figaro “Largo al factotum” dal “Barbiere”, e quella di Dulcamara “Udite, udite, o rustici” da “L’elisir”. La tradizione è rappresentata da un’antologia di canzoni napoletane, mentre uno sguardo alle hit comprende brani iconici come “Nel blu dipinto di blu” di Modugno e un medley dei successi dei Queen, fino a “Con te partirò”. Per concludere con l’aria tenorile “Nessun dorma” da “Turandot” e il suo liberatorio “Vincerò”.
La lirica, con la sua capacità di trasmettere emozioni profonde e universali, si innesta così nel contesto fisico e visivo del circo, creando una realtà in cui ogni nota, ogni movimento, ogni acrobazia è una manifestazione del desiderio umano di sfidare la gravità sia del corpo che del cuore.
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