Tutto pronto per la resa dei conti nel centrodestra. L’appuntamento è per lunedì 13 alle ore 12 a Palazzo d’Orléans. La manovra quater ha trasformato Sala d’Ercole in una vera e propria polveriera, squarciando, in maniera ancora più profonda, le ferite che persistono ormai da tempo all’interno della maggioranza.
Per buona parte della seduta è andata in scena una maggioranza inedita, composta da Fratelli d’Italia, Mpa, Sud chiama Nord, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. A circa metà seduta i deputati di Forza Italia, Democrazia Cristiana e Lega, infatti, su indirizzo del presidente della Regione Renato Schifani, hanno abbandonato l’aula. Rapporti da risanare nel più breve tempo possibile. In ballo la Finanziaria di fine anno.
Ma come si stanno preparando i partiti al vertice di maggioranza? Mentre gli azzurri restano in silenzio, ilSicilia.it ha raggiunto telefonicamente gli altri rappresentanti regionali delle singole forze di centrodestra: Luca Sbardella per FdI, Nino Germanà per la Lega, Stefano Cirillo per la Democrazia Cristiana e Giuseppe Lombardo per l’Mpa.
Sbardella: “Continueremo a sostenere il buon governo di centrodestra”
Fratelli d’Italia è stato certamente il partito più chiacchierato. Accusato di aver imbottito il bacino dei 17 franchi tiratori, il gruppo dei meloniani è poi rimasto in aula quando, nel pomeriggio, mentre gli alleati abbandonavano Sala d’Ercole. Alcuni esponenti di FdI dichiarano di non essere stati informati della mossa azzardata dei colleghi e evidenziando il senso di responsabilità che, invece, li ha spinti a restare tra i banchi di Palazzo dei Normanni per far andare in porto la variazione di bilancio.
Considerando anche l’ultima riunione di giunta, disertata da 3 assessori su 4, contrari alla riconferma di Salvatore Iacolino al vertice del Dipartimento alla Pianificazione Strategica dell’assessorato regionale alla Salute, certamente tra i più attesi a Palazzo d’Orléans c’è il commissario regionale di Fratelli d’Italia Luca Sbardella.

“Abbiamo partecipato ai lavori dell’aula sostenendo la manovra. In alcuni momenti anche da soli, in assenza di alcuni gruppi di maggioranza. Continueremo – ha dichiarato Sbardella – a sostenere il buon governo del centrodestra siciliano, come abbiamo sempre fatto, con senso di responsabilità e spirito costruttivo“.
Germanà: “Fatto gravissimo, si discuta nelle sedi opportune”
Resta tra i fedelissimi del presidente Schifani la Lega. Il Carroccio ha mantenuto la propria posizione, come ribadito anche il segretario regionale della Lega Nino Germanà.

“Una parte della maggioranza è uscita e un’altra è rimasta in aula, votando insieme alle opposizioni. Lo reputo un fatto gravissimo. Il Parlamento siciliano ha scritto una delle pagine più buie di questa legislatura. Posso giustificare, capire o ammettere che ci siano delle legittime aspettative o rivendicazioni, però – ha sottolineato Germanà – ci sono le sedi opportune per parlare di questo. Se si ha qualcosa da dire, che non va bene, lo si dica al vertice di maggioranza. Quando si va in Parlamento c’è una maggioranza e si va a compatti, nella buona e nella cattiva sorte. Mi auguro che questo strappo si possa ricucire in fretta“.
Cirillo: “Serve un bagno di umiltà”
Non solo la Lega. Tra chi non ha voltato le spalle al presidente Schifani c’è anche la Democrazia Cristiana. Proprio il gruppo parlamentare della DC ha subito sciolto le riserve e preso le distanza dai 17 franchi tiratori.

La DC arriverà al vertice di maggioranza sempre con la consueta attenzione al dialogo e all’ascolto. A evidenziarlo il segretario regionale della DC Stefano Cirillo, che ha invitato tutti ad una profonda riflessione: “Quanto accaduto ieri all’Ars impone una riflessione profonda. Non solo per i mezzi discutibili usati, ma soprattutto per il fine, che appare sempre più distante dai bisogni reali dei cittadini siciliani. La Democrazia Cristiana, fin dall’inizio di questa legislatura, ha dimostrato coerenza politica e lealtà istituzionale nei confronti del mandato di governo. Lo ha fatto anteponendo il bene comune a qualsiasi tatticismo politico, sostenendo provvedimenti concreti, utili e a volte simbolicamente forti, come quelli sulla valorizzazione della figura di Biagio Conte, il sostegno all’editoria, i laghetti collinari. Vederli bocciati in aula, spesso per dinamiche che nulla hanno a che vedere con il merito, è il segno più evidente di una deriva che rischia di spezzare il patto di fiducia con i cittadini“.
“Serve, oggi più che mai – ha dichiarato Cirillo – un bagno di umiltà. Tutti, nessuno escluso, comprese le opposizioni capaci di votare contro i bisogni degli agricoltori. Il momento politico che viviamo richiede un cambio di metodo, basta con i giochi di potere, con gli incarichi costruiti su misura per tenere buoni amici e alleati di comodo. Basta con le logiche personalistiche. La politica non può ridursi a un mercato di posizioni, deve tornare ad essere luogo di visione, di coscienza e di responsabilità. Chi oggi pensa di lucrare vantaggi temporanei, sfilandosi da un progetto condiviso per inseguire convenienze personali, danneggia non solo la stabilità del governo, ma soprattutto la credibilità delle istituzioni e la dignità stessa del nostro Parlamento. La Democrazia Cristiana non si piega a questo modello. Continueremo ad agire con trasparenza, serietà e spirito costruttivo, mettendo sempre al centro i territori, le comunità locali e le risposte che queste attendono da troppo tempo. È tempo di rimuovere le maschere e mostrare il vero volto della politica, quella autentica, che non ha paura della verità e che non baratta la coscienza per un posto in più“.
Lunedì alla riunione di maggioranza “se qualcuno la pensa diversamente – ha concluso – saremo come al solito attenti ad ascoltare, ma la nostra posizione di sostegno a questo governo, con i nostri sette deputati, non cambia e resterà coerente“.
Lombardo: “L’Mpa non è tra i franchi tiratori”
In aula, però, non sono rimasti solo i deputati di Fratelli d’Italia. Un’altra gamba della maggioranza non ha abbandonato i banchi di Sala d’Ercole: l’Mpa

“Siamo stati informati del fatto che avrebbero abbandonato l’aula. Siamo rimasti per una questione di responsabilità e di rispetto verso una manovra che contiene norme che danno risposte concrete su vari fronti e verso i siciliani che in queste settimane avevano maturato delle aspettative. Non è stato un atto contro il presidente Schifani, anche perché la manovra è tutta del governo. Le norme approvate sono quelle che il governo ha portato in Commissione e che noi abbiamo votato. Poi c’è qualche norma di natura parlamentare che si è aggiunta e meritevole di approvazione“. A spiegarlo è stato il presidente dei deputati questori all’Ars Giuseppe Lombardo, in quota Mpa.
Lombardo ha anche difeso il suo gruppo dalle voci relative a possibili franchi tiratori all’interno del partito? “Purtroppo c’è una narrazione leggendaria sulla nostra appartenenza ai franchi tiratori quando si verifica il voto segreto: la smentisco nella maniera più assoluta“.
In un clima così teso e dal futuro incerto, come si presenterà l’Mpa al vertice di maggioranza di lunedì? “Ci stiamo preparando con grande serenità. Non so come si svolgerà il vertice. Certamente, già in tempi non sospetti, abbiamo posto il tema di un riequilibrio. Vedremo lunedì cosa succederà“.