Si svolge oggi a Taormina la prima edizione del Forum Sistema Cultura Sicilia, la piattaforma promossa da TEHA Group, in collaborazione con il Parco Archeologico di Naxos Taormina e con l’assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, finalizzata a identificare, quantificare e valorizzare il patrimonio storico, culturale, artistico e paesaggistico della Regione Siciliana nel contesto nazionale e Mediterraneo.
“La cultura è un elemento identitario. Ciascuno di noi si presenta al mondo con il proprio bagaglio di storia, tradizioni, dialetti, cibo. La cultura, ci definisce e ci arricchisce. In questo senso, coincide con i nostri territori e le nostre comunità e, conseguentemente, dovrebbe evolvere insieme ai nostri territori e alle nostre comunità. Il Position Paper presenta, con grande semplicità, una parte dell’enorme patrimonio culturale (materiale e immateriale) della Sicilia, per creare consapevolezza, a tutti i livelli della società. Ne quantifica il valore, affinché sia chiaro che dibattere sulla cultura significa confrontarsi sull’economia e su come immaginiamo i luoghi in cui viviamo. Traccia alcune sfide per il futuro di questo comparto e invita gli imprenditori a partecipare e a non essere indifferenti di fronte alla sfida della valorizzazione del patrimonio culturale esteso”. Così Cetti Lauteta, partner e responsabile della Practice Scenario Sud, TEHA Group
IL SISTEMA CULTURALE SICILIANO: UNA RISORSA STRATEGICA PER LOSVILUPPOREGIONALE
Dallo studio emerge che la Sicilia è la 1a Regione del Sud Italia e la 7a in Italia per numero di istituti culturali, con 188 teatri e strutture artistiche, 139 musei e gallerie, 40 complessi monumentali e 32 parchi archeologici, oltre a 7 siti Patrimonio Mondiale UNESCO e 2 beni immateriali riconosciuti dall’UNESCO. L’Isola vanta, inoltre, una biodiversità unica, 4 parchi regionali, 7 aree marine protette e 75 riserve naturali, che ne fanno una delle Regioni più ricche di patrimonio ambientale e paesaggistico dell’intero bacino Mediterraneo.
Il sistema culturale siciliano genera un giro d’affari diretto, indiretto e indotto stimato in oltre 350 milioni di Euro, con un moltiplicatore economico pari a 2,4: per ogni Euro speso nel comparto culturale siciliano se ne attivano 1,4 addizionali nell’economia. Il settore, inoltre, sostiene complessivamente oltre 14.000 occupati equivalenti a tempo pieno, a conferma del suo potenziale come motore di sviluppo e coesione sociale.
Nonostante la crescita del +40,8% del Valore Aggiunto del comparto culturale siciliano nell’ultimo decennio, il contributo della cultura all’economia complessiva regionale resta ancora limitato (circa il 3,7% del totale), segnalando ampi margini di miglioramento.
I PROGETTI E LE INIZIATIVE FLAGSHIP DEGLI ULTIMI ANNI
Lo studio ha valorizzato le principali esperienze di successo che hanno contribuito al rilancio dell’immagine culturale della Sicilia:
- Le Vie dei Tesori, il festival che trasforma le città siciliane in musei diffusi, con oltre 300.000 visite annuali;
- Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, che ha generato un impatto economico diretto superiore ai 16 milioni di Euro nel solo anno di riferimento;
- Farm Cultural Park di Favara, esempio di rigenerazione urbana e innovazione culturale riconosciuto a livello internazionale;
- L’Infiorata di Noto, che nel 2025 chiamerà oltre 200.000 visitatori stimati, rappresentando un modello di valorizzazione artistica e partecipazione civica.
LE PRINCIPALI CRITICITÀ E LE LINEE DI SVILUPPO FUTURO
Sul piano territoriale, la Sicilia presenta una fruizione ancora disomogenea del patrimonio: solo 6 Comuni mostrano una chiara vocazione culturale e paesaggistica, mentre la maggior parte dei flussi turistici resta concentrata nei mesi estivi e nelle aree costiere. La densità di strutture ricettive (0,3 per km²) è inferiore alla media nazionale e la rete infrastrutturale continua a rappresentare un ostacolo concreto alla mobilità interna. Il costo annuo dell’insularità, stimato tra 6,5 e 6,8 miliardi di Euro (pari al 7% del PIL regionale), penalizza l’accessibilità dei luoghi della cultura e limita la possibilità di valorizzare il patrimonio diffuso delle aree interne.
Dal punto di vista della gestione, permane una prevalenza del paradigma della conservazione su quello della valorizzazione. Solo lo 0,3% della spesa pubblica regionale è destinato ai beni culturali, nonostante una crescita del +150% dal 2016 al 2023. Complessivamente, la Sicilia si colloca al 4° posto per introiti derivanti dalla vendita di biglietti, ma con un forte distacco dalle prime posizioni. Lo stesso risultato si ottiene tenendo in considerazione l’introito medio per struttura. Il potenziale inespresso del patrimonio culturale è riassunto anche dalle strutture in disuso, per cui la Sicilia si posiziona nel 1° posto in Italia.
Sul piano sociale, la partecipazione culturale è la più bassa d’Italia: solo il 24% dei cittadini partecipa ad attività culturali con quasi l’80% dei giovani under 35 che non ha preso parte ad alcun evento nell’ultimo anno. La survey realizzata da TEHA Group mostra che i principali ostacoli percepiti sono la mancanza di tempo, l’insufficiente informazione e la scarsa offerta di iniziative accessibili.
A partire da queste evidenze, la piattaforma Sistema Cultura Sicilia propone una roadmap articolata su tre linee di sviluppo:
1. Convergenza tra cultura e territorio, migliorando l’accessibilità ai siti e integrandoli nei circuiti turistici e infrastrutturali. Ciò implica nuovi collegamenti, sistemi di bigliettazione integrata, percorsi di mobilità sostenibile e un portale digitale regionale per la fruizione coordinata dell’offerta culturale;
2. Partecipazione delle comunità e delle nuove generazioni, attraverso programmi di educazione culturale, laboratori e tirocini, utilizzo dei linguaggi digitali e format innovativi ispirati a modelli di successo come il Club Silencio o l’Umbria Jazz Clinics;
3. Competenze, governance e partenariati, per professionalizzare la filiera culturale e favorire sinergie tra pubblico e privato. L’obiettivo è costruire un ecosistema dinamico in cui Istituzioni, imprese e cittadini collaborino alla gestione sostenibile del patrimonio, anche tramite strumenti come i Partenariati Speciali Pubblico-Privato.