“Il convinto ringraziamento va all’opera della Marina Militare Italiana che ha evitato il peggio mettendo al riparo gli uomini dell’equipaggio del motopeschereccio Aliseo di Mazara del Vallo e la piena solidarietà al Comandante Giacalone ed a membri dell’equipaggio dell’imbarcazione mazarese. La vigilanza Pesca nel Canale di Sicilia non può essere la sola soluzione per evitare la tragedia ma occorre porre fine alla guerra del pesce intervenendo sulla delimitazione dei confini delle acque territoriali libiche estese unilateralmente e mai riconosciute a livello internazionale”.
Lo afferma il segretario regionale Ugl Sicilia, Giuseppe Messina, commentando l’ennesimo attacco, avvenuto ieri nelle acque libiche, ad alcuni motopescherecci della marineria siciliana ed in particolare all’Aliseo, mitragliato dalla guardia costiera libica due giorni fa ed il cui comandante, Giuseppe Giacalone, è rimasto ferito dalle schegge dei vetri andati in frantumi dopo i colpi di proiettile esplosi dai libici.
“I pescatori siciliani continuano a rischiare la vita e Roma non può girarsi dall’altra parte ed il governo italiano deve sentire addosso la necessità di chiudere questa partita con il governo libico, una partita aperta da oltre cinquant’anni. La sconsiderata politica comunitaria di tagli e riduzione degli spazi e tempi di pesca nel Mediterraneo solo per la flotta comunitaria, con contraccolpi economici e sociali nei confronti della marineria siciliana e l’assenza di una politica europea realmente incisiva sul Mediterraneo, hanno indebolito il bacino produttivo peschereccio di Mazara del Vallo che ha perduto negli ultimi decenni anche quella capacità di incidere sulle scelte politiche a tutti i livelli a difesa degli interessi economici del territorio, scontando un declino economico, produttività, occupazionale e sociale quasi irreversibile. Le responsabilità sono di tutti, tutti coloro che poteva e non hanno fatto, oppure hanno fatto davvero poco.
Come Ugl diciamo basta a questa folle corsa alla distruzione di un modello produttivo che negli anni 60 e 70 del secolo scorso il mondo intero ci invidiava.
Serve una politica di complessivo difesa, tutela e rilancio del Mar Mediterraneo, di dialogo e cooperazione su basi solide di reciproco riconoscimento. Chiediamo soluzioni definitive ed un cambio di atteggiamento dei livelli politici romani e comunitari per chiarire le delimitazione degli spazi di pesca, restituire certezza e sicurezza alle imbarcazioni di pesca ed agli equipaggi durante le battute di pesca”.