Dopo lo sbarco di 92 migranti (tra cui 31 minori non accompagnati) a Porto Empedocle (Agrigento), su mandato del ministero dell’Interno, la polizia e la capitaneria di Porto Empedocle hanno notificato al comandante e all’armatore di nave Mediterranea, della omonima ong, il verbale che contesta la presunta violazione del decreto legge Piantedosi per “non aver raggiunto senza ritardo il porto di sbarco assegnato”, che negli ordini del Viminale avrebbe dovuto essere quello di Livorno “a 630 miglia nautiche, quasi 1.200 kilometri e oltre quattro giorni di navigazione dal soccorso”, spiega Mediterranea Saving Humans.
“Questo ci viene contestato – prosegue la ong – nonostante il medico di bordo e lo stesso Cirm Telemedicina, incaricato dalle autorità marittime, abbiano certificato che tutte le persone soccorse non erano in grado di affrontare altri tre giorni di navigazione. I naufraghi, infatti, sono stati poi fatti sbarcare a Porto Empedocle. E nonostante sia stata la procura della repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di Palermo a chiedere ai competenti, ministeri dell’Interno e dei Trasporti di far sbarcare i minori a Porto Empedocle”.
“La nostra nave – conclude – dopo lo sbarco era pronta a ripartire in missione di ricerca e soccorso in mare, è adesso bloccata in catene a Porto Empedocle. Dovremo attendere giorni per sapere dal prefetto di Agrigento per quante settimane o mesi sarà sottoposta a detenzione amministrativa, e quindi poter presentare ricorso. Intanto ci stanno ingiustamente impedendo di soccorrere altre vite in mare. Non permetteremo che queste illegittime politiche di morte prevalgano”.




