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Dati e numeri

La Finanziaria rilancia la Super Zes, dal ddl incardinato alla Nadefr: si stringono i tempi per le imprese siciliane

lunedì 10 Novembre 2025
Regione Siciliana
Assemblea regionale siciliana

Dopo mesi di lunghi silenzi in Sicilia si torna a parlare di Super Zes. Nessuna dimenticanza e nessun depennamento dall’agenda di governo. La Zona economica speciale unica era stata uno dei temi principali tra le mura di Palazzo dei Normanni nella prima metà del 2025. Passato in secondo piano tra manovra ter, pausa estiva, manovra quater e spaccature profonde nel centrodestra, l’argomento è riapparso in occasione del Defr, per poi entrare a gamba tesa nel testo della Finanziaria varato in giunta, lo scorso venerdì 31 ottobre, e approdato all’Ars nella settimana appena trascorsa. Ma perché c’è così tanta attesa per le nuove disposizioni sulla Zes?

Cos’è la Zes Unica

Obiettivo della Zona economica speciale è quello di tendere una mano al tessuto imprenditoriale locale, passando attraverso la crescita della sua attrattività per gli investimenti e gli insediamenti produttivi. Nel caso specifico della siciliano parliamo di un settore che vede come parte essenziale i suoi distretti produttivi (25 quelli in totale riconosciuti dalla Regione) e i suoi agglomerati industriali (oltre 30).

La Zes Unica, considerata un’importante opportunità per l’Isola, ha una storia abbastanza recente, istituita con il Decreto Sud (decreto legge 124/2023), unendo così le 8 Zes esistenti al fine di promuovere un più ampio coordinamento e integrazione del complesso delle risorse stanziate e rendere l’area più attrattiva anche sul piano internazionale, la riforma ha inteso superare la suddivisione e passare ad uno strumento completamente rinnovato, comprendente le Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

Le Zes, infatti, sono state introdotte in Italia nel 2017 e diventate operative dal 2021 per rilanciare gli investimenti nelle Regioni meno sviluppate e in transizione del Paese. Con decreto legge 91/2017 vengono definite come zone geograficamente delimitate e chiaramente identificate all’interno dei confini dello Stato, costituite anche da aree non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico funzionale e che comprendano almeno un’area portuale collegata alla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T). All’interno die queste aree, che in Italia coincidono con le zone limitrofe ai porti per un totale di 23mila ettari, le aziende già operative e quelle che si sono insediate hanno potuto beneficiare di specifiche agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative.

Dati e numeri

Tra il 2022 e il 2023, secondo i dati riportati all’interno dell’ultimo report Ambrosetti, le 8 Zes italiane hanno contribuito a favorire investimenti per un totale di quasi 2 miliardi di euro e ricadute occupazionali dirette potenziali superiori alle 6mila unità, con una forte variabilità tra i diversi territori. In tal contesto, le Zes di Sicilia Orientale e Occidentale hanno raggiunto nel complesso 197,5 milioni di euro di investimenti attraverso 52 autorizzazioni uniche (seconda dietro alla Zes Campania che ne registra il doppio e terza per importi Au dietro alla Zes Adriatica).

Tra le novità introdotte, nel 2023, una delle più importanti è quella relativa alla governance, che ha previsto l’istituzione di una cabina di regia presso la presidenze del consiglio dei ministri con compiti di indirizzo, coordinamento, vigilanza e monitoraggio. La Struttura di Missione, presieduta da un unico coordinatore, svolge un fondamentale ruolo di indirizzo: coordinando la segreteria tecnica della Cabina di Regia; svolgendo le funzioni di amministrazione necessarie al rilascio dell’AU; elaborando uno schema efficace di Piano Strategico.

Il Piano Strategico della Zes Unica del Mezzogiorno è stato presentato il 26 luglio 2024 ed approvato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri il 31 ottobre 2024. Esso definisce la strategia per la Zes, i settori da promuovere e gli strumenti previsti a sostegno delle imprese già esistenti. Tra gli obiettivi espliciti da raggiungere quello di superare le Zes “generaliste” in favore di una Zes “specialistica” o mista, favorendo uno sviluppo industriale del Sud più armonico ma anche stimolando una maggiore produttività.

In un anno di operatività, alla data in cui è stato redatto l’ultimo report Ambrosetti, la Zes Unica del Mezzogiorno ha rilasciato 620 AU, con un aumento del +122,2% rispetto alle AU rilasciate dalle 8 Zes in un anno e mezzo di operatività (279), mantenendo una forte variabilità tra i territori. In particolare, la Sicilia si è posizionata al 3 posto per Autorizzazioni Uniche rilasciate (x1,8 volte la AU rilasciate nelle Zes di Sicilia Orientale e Occidentale), per importi delle AU (x 1,9 volte gli investimenti attivati nelle Zes di Sicilia Orientale e Occidentale) e per ricadute occupazionali registrate sul territorio.

Una recente novità che andrà a condizionare l’operatività della Zes è rappresentata dall’istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, del nuovo Dipartimento per il Sud, che ingloba la precedente Struttura di Missione Unica Zes segnando un’evoluzione significativa nella governance delle politiche per il Mezzogiorno. La nuova struttura avrà il compito di indirizzare, coordinare e promuovere l’azione strategica del Governo a favore delle sviluppo del Sud, rafforzando il presidio istituzionale e la coerenza delle iniziative territoriali. Pur nel cambio di assetto, la Zes Unica del Mezzogiorno manterrà un ruolo centrale e pienamente operativo, come confermato dallo stanziamento di 2,3 miliardi di euro previsto dalla Manovra 2026.

Cosa si farà in Sicilia?

Il testo del disegno di legge che ha già ottenuto il disco verde in III Commissione Attività Produttive, presieduta da Gaspare Vitrano, e che è stato incardinato in aula è rimasto così silente per alcuni mesi, tranne poi riapparire all’interno del Defr, il Documento di economia e finanza regionale per gli anni 2026-2028, approvato in giunta a fine giugno e a Sala d’Ercole a metà settembre. Nonostante il ddl non sia ancora realtà si rivela all’interno del Documento una delle colonne portanti della programmazione economica per l’Isola.

A fine ottobre, con l’approvazione del Finanziaria tra i banchi della giunta, sbuca anche la Super Zes. Tra le righe della Nadefr, la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza si apprende infatti che il governo “proporrà facendo proprio il testo esitato dalla Commissione Attività produttive dell’Ars, l’istituzione delle ‘Aree a burocrazia semplificata e a legalità controllata’, le Super Zes siciliane, le aree del territorio isolano nelle quali, all’interno del quadro normativo delineato dalla c.d. Zes Unica nazionale, potranno essere adottate ulteriori procedure semplificate e regimi procedimentali speciali. La disposizione, proposta, potrà potenziare le misure di semplificazione amministrativa, corredandole con una leva finanziaria strategica prevedendo la possibilità di concedere contributi, anche nella forma di contribuzione a fondo perduto, a favore delle nuove imprese che scelgono di localizzare i propri investimenti e le proprie attività produttive all’interno delle aree perimetrate. La misura è volta a stimolare attivamente l’attrazione di capitali e la nuova occupazione, agendo da volano per lo sviluppo economico dei territori interessati“.

Ma andiamo un po’ più nel dettaglio per comprendere cosa prevede l’articolo 4 della legge di Stabilità. 

La norma, per la quale sono previsti 200mila per ciascuno degli esercizi finanziari 2026, 2027 e 2028, punta all’individualizzazione e l’istituzione di cosiddette Aree a burocrazia semplificata e a legalità controllata, avvalendosi di una facoltà prevista all’interno della legge nazionale, che a partire dal 1° gennaio 2024 ha previsto l’introduzione della Zes Unica. Secondo l’articolo 14, infatti, “ciascuna regione interessata può presentare al ministro per gli Affari europei, Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, al ministro per la Pubblica amministrazione e al ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa una o più proposte di protocollo o di convenzione per l’individuazione di ulteriori procedure semplificate e regimi procedimentali speciali”.

Entro novanta giorni dall’entrata in vigore la Regione dovrà individuare uno o più schemi di proposte di protocollo o convenzione nelle quali dovranno essere individuate le procedure oggetto di semplificazione, le norme di riferimento e le amministrazioni interessate. Proposte che dopo l’ok da parte della giunta dovranno essere presentate a Roma, ai ministri di competenza. Le aree saranno localizzate nei territori delle aree di sviluppo industriale, delle aree artigianali, delle aree aeroportuali, portuali e retroportuali, entro il limite della fascia di trecento metri, con inclusione degli edifici il cui sedime è collocato sulla linea in confine della predetta fascia, nonché nei territori delle aree delle piattaforme logistiche e degli interporti e nelle Aree interne della Sicilia appartenenti al Sistema Snai. Passa successivo sarà l’adozione della perimetrazione delle aree, nel rispetto della legislazione in materia di tutela dei beni ambientali, culturali e paesaggistici, nonché delle prescrizioni di cui agli strumenti urbanistici. Anche oltre il limite dei trecento metri potranno essere individuate ulteriori aree a burocrazia semplificata e legalità controllata, in ragione della presenza di almeno una delle seguenti caratteristiche: presenza di infrastrutture logistiche e di trasporto; potenziale di sviluppo industriale, artigianale e commerciale; esistenza di aree produttive dismesse o sottoutilizzate; presenza di spazi ampi e omogenei idonei all’implementazione di progetti di sviluppo economico e territoriale. Per l’attuazione delle Aree a burocrazia semplificata e a legalità controllata la Regione potrà avvalersi di enti regionali o società dalla stessa partecipate aventi finalità di promozione degli investimenti. Al fine di incentivare l’attrazione degli investimenti e l’insediamento di nuove attività produttive nelle Aree a burocrazia semplificata e a legalità controllata, alle nuove imprese potranno essere concessi contributi per investimenti, anche assistiti da contribuzione a fondo perduto, nel rispetto della normativa europea vigente in materia di aiuti di Stato.

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