Tutto resta com’è. Almeno per ora. Roberto Lagalla difende l’operato della Giunta e della sua maggioranza. Anche degli esponenti della Democrazia Cristiana. In questi tempi resi difficili dall’ennesima inchiesta aperta sul settore della sanità, all’interno del Comune di Palermo si è riacceso il tema della “questione morale“. Un elemento molto caro al mondo progressista. Tanto che le opposizioni, in questi giorni, si sono fatte sentire in più occasioni a Sala Martorana, chiamando in causa a più riprese il primo cittadino sul tema.
La replica dell’ex Rettore è arrivata, ma per il tramite di una nota. Tre pagine scritte il 7 novembre nelle quali il sindaco non solo ha sottolineato l’impegno e il contributo degli esponenti della DC, ma è passato all’attacco, ricordando agli alfieri del centrosinistra “le vicende che, negli anni passati e sotto altre Amministrazioni, hanno generato procedimenti giudiziari conclusisi con addebiti di responsabilità, a rilevanza penale, nei confronti di alcuni ex dirigenti di questo Comune“. In sintesi, almeno per il momento, al Comune di Palermo tutto resta com’è. In attesa degli interrogatori previsti per la prossima settimana e di ulteriori sviluppi della vicenda giudiziaria.
La questione morale a Palermo, la risposta di Roberto Lagalla
Una lettera nella quale Roberto Lagalla inizia sottolinea la sua “profonda amarezza per la rilevanza dei fatti che, se confermati nelle opportune sedi giudiziarie, inverano scenari di forte deterioramento dell’azione politica e del suo fondamentale ruolo a servizio della comunità“. Salvo poi chiarire che “null’altro può essere affermato in ordine ad una vicenda giudiziaria ancora in fase istruttoria, se non confermare piena fiducia nella Magistratura ed auspicare la più completa e rapida affermazione della verità, pur sempre nel rispetto delle garanzie a tutti dovute“.
Il sindaco passa poi in rassegna la situazione degli esponenti della Democrazia Cristina. Da un lato, in Giunta, c’è Giuliano Forzinetti. Dall’altro, in Consiglio Comunale, c’è la troppa di sei esponenti democristiani capitanata da Domenico Bonanno. E proprio sul gruppo consiliare moderato, Lagalla parla di “consiglieri che hanno assolto ai lavori consiliari con personale impegno e proficuo contributo: sono certo che essi continueranno ad operare con immutato senso di responsabilità nell’assolvimento della propria funzione di rappresentanza politica“.
L’affondo al centrosinistra
Ma ogni buona difesa, passa dall’attacco. E il primo cittadino non manca di lanciare qualche frecciata implicita al mondo del centrosinistra. “La “questione morale” vale per loro (gli esponenti della DC n.d.s.), così come per tutti noi, ed è inevitabile che, incaso di personali coinvolgimenti, ognuno si senta chiamato a scelte che interrogano la propria coscienza di fronte a quella Comunità che ci ha conferito fiducia in buona fede. Ritengo l’onestà intellettuale e comportamentale di ciascun esponente politico il primo e piùimportante requisito per potersi dedicare alla cura della cosa comune, richiamando il monito di Paolo VI che definiva l’esercizio politico il più alto esempio di carità cristiana“.
Poi ricorda quanto successo in passato, quando al Governo della città c’erano altri. “Comprendo, inoltre, il richiamo ad azioni sempre più incisive nella prevenzione della corruzione su scala comunale, anche alla luce delle vicende che, negli anni passati e sotto altre Amministrazioni, hanno generato procedimenti giudiziari conclusisi con addebiti di responsabilità, a rilevanza penale, nei confronti di alcuni ex dirigenti di questo Comune, segno di quella permeabilità che, indipendentemente dai tempi e dalle circostanze, non si può realisticamente immaginare di sterilizzare fino al raggiungimento del cosiddetto “rischio zero”“.
Gli atti: la Fiera del Mediterraneo e il ruolo di Forzinetti
Infine, una delle tre colonne portanti di Grande Sicilia passa in rassegna quanto fatto dall’Amministrazione fino ad oggi, citando gli episodi di impegno concreto nella lotta all’illegalità. “Le ruspe del Comune hanno abbattuto oltre settanta tombe abusive costruite da esponenti della criminalità organizzata all’interno del cimitero dei Rotoli, restituendo dignità a un luogo sacro che, per anni, era stato profanato dal malaffare. È stato avviato un nuovo e rigoroso procedimento per l’assegnazione degli alloggi di proprietà comunale (ERP) abusivamente occupati, restituendo pieno diritto a chi ne aveva titolo e segnando un punto fermo contro l’illegalità e la prevaricazione“.
“Abbiamo ripristinato ordine e legalità presso la Fiera del Mediterraneo, ponendo fine a situazioni di degrado e di opaca gestione che si trascinavano da troppo tempo, restituendo, sia pure parzialmente, quello spazio dimenticato alla sua naturale funzione pubblica e comunitaria“. Operazioni portate avanti dal primo cittadino insieme al contributo proprio di un esponente della Democrazia Cristiana, ovvero l’assessore alle Attività Produttive Giuliano Forzinetti. Fu proprio l’alfiere democristiano infatti a denunciare alcune irregolarità riscontrate all’interno degli spazi di via Sadat.
“Ancora – aggiunge Roberto Lagalla -, mi piace ricordare che, con l’obiettivo di un sempre maggiore controllo degli appalti di più rilevante entità, proprio lo scrivente ha voluto promuovere la sperimentazione (in corso) della piattaforma “Legalileo” che, nei prossimi mesi, sarà adottata ufficialmente dagli uffici comunali. Si tratta di un sistema innovativo in grado di rendere pienamente trasparenti e tracciabili tutti i processi ed i passaggi relativi agli affidamenti esterni e agli adempimenti amministrativi e gestionali delle imprese e dei cantieri, mettendoli a disposizione, in tempo reale, degli organismi di vigilanza statali e territoriali“.
Le reazioni. M5S: “Sindaco venga in aula”
Le reazioni alle parole del sindaco non si sono fatte attendere. Dura la risposta del gruppo consiliare del M5S. In una nota congiunta Antonino Randazzo, Giuseppe Miceli e la capogruppo Concetta Amella affermano: “il sindaco smetta di sfuggire al confronto. Abbia il coraggio di venire in aula a rispondere davanti al Consiglio comunale e alla città sulla questione morale e sulla gestione opaca di questi anni: dall’ippodromo ai contributi a pioggia elargiti dagli assessorati per panettoni, tornei di padel e processioni varie e festicciole di Natale , fino al ruolo delle partecipate, trasformate in veri e propri bancomat all’interno di un sistema di cavigghie“.
L’affondo del gruppo “Oso”
Ancor prima si era registrato la presa di posizione di Ugo Forello e Giulia Argiroffi, esponenti del gruppo “Oso“. “Il richiamo alla legalità, alla trasparenza e alla “questione morale” suona come una retorica vuota di fronte alla realtà che ogni giorno vivono i palermitani e che la stessa amministrazione produce: una gestione clientelare, opaca e spesso ai limiti della legalità. Ne è prova evidente la vicenda che riguarda la società partecipata Rap dove è stato nominato direttore generale un soggetto sotto procedimento penale per reati gravi commessi proprio nell’esercizio delle sue funzioni all’interno della stessa società“.
“E l’elenco non si ferma qui – aggiungono Forello e Argiroffi -. Nel settore della cultura, l’amministrazione Lagalla ha consolidato un sistema di affidamenti diretti con centinaia di determinea dirigenziali che hanno eluso in modo sistematico la normativa di riferimento, come più volte evidenziato anche dallo stesso Ragioniere Generale. Si è fatto ricorso a vuote dichiarazioni di infungibilità (ben cosa diversa dall’unicità) per giustificare affidamenti dietro semplice richiesta, creando un meccanismo di parcellizzazione artificiosa e di dispersione di risorse pubbliche, funzionale, forse, solo a mantenere reti di consenso e a finanziare un sistema di relazioni clientelari“.
“Nessun accenno, nessuna assunzione di responsabilità, nessuna risposta nel merito – concludono -. Solo formule di circostanza e l’ennesimo tentativo di coprire, dietro un linguaggio istituzionale, uno dei periodi più oscuri e contraddittori della recente storia amministrativa di Palermo. Noi non possiamo accettarlo. Non può bastare un richiamo astratto alla moralità quando, nei fatti, l’amministrazione promuove e tollera comportamenti che negano ogni principio di trasparenza, equità e correttezza. Palermo ha diritto a verità, chiarezza e responsabilità“.




