La Democrazia Cristiana è fuori dalla giunta Schifani.
Le prime indiscrezioni da Palazzo d’Orleans avevano spento il fuoco sulle ipotesi circolate nel corso della mattinata sul possibile azzeramento della giunta o sull’esclusione dei due assessori in quota DC, Andrea Messina e Nuccia Albano, rispettivamente agli Enti locali e alla Famiglia. Poi la nota del presidente che conferma l’esclusione dalla squadra di governo dei due esponenti democristiani.
Schifani: “Trasparenza e legalità al primo posto. No alla presenza della nuova DC in giunta”
I punti all’ordine del giorno
La settimana si apre così come si era conclusa. Il presidente della Regione Renato Schifani ha riconvocato, per le ore 13:00, a Palazzo d’Orleans la giunta dopo il terremoto politico che dalla Democrazia Cristiana ha coinvolto e scosso tutto il centrodestra.
Tante le opzioni sul tavolo alla vigilia: dall’azzeramento della giunta alla rimozione dei due assessori della DC, Andrea Messina e Nuccia Albano, rispettivamente agli Enti locali e alla Famiglia. Scelte, in ogni caso, che ricadono su Sala d’Ercole, dove già il clima non è dei migliori, soprattutto in vista della Finanziaria, che da domani avvierà il suo percorso tra le Commissioni di merito.
Tra i punti all’ordine del giorno anche: la proposta di proroga dello stato di crisi e di emergenza regionale relativa alla dichiarazione dello stato di crisi e di emergenza regionale ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 7 luglio 2020, n. 13, per l’evento del 10 dicembre 2024 in Caltanissetta, Via Redentore n. 39 e n. 20, Vicolo Scilla n. 29, Via Redentore n. 179, Via San Giovanni Bosco n. 65, con proponente il presidente della Regione; la programmazione PR-FESR 2021-27, con la proposta di modifica delle basi giuridiche relative alle seguenti azioni: 1.6.1. “ Promozione di investimenti per lo sviluppo e la fabbricazione delle tecnologie digitali, delle innovazioni, delle tecnologie deep tech e delle biotecnologie” – 2.9.1. “ Sostenere lo sviluppo e la fabbricazione di tecnologie pulite ed efficienti sotto il profilo delle risorse”, con proponente l’assessore regionale per le Attività produttive; il Piano Energetico Regionale Ambientale (PEARS) – aggiornamento 2030, con proponente l’assessore regionale per l’Energia e per i servizi di pubblica utilità.
Gli ultimi giorni di tensione

L’ultima volta a Palazzo d’Orleans a saltare furono Maria Letizia Di Liberti (dirigente generale del dipartimento regionale della Famiglia), Vito Raso (segretario particolare dell’assessore alla Famiglia), e Giovanni Tomasino (direttore generale del Consorzio di Bonifica Sicilia Occidentale). Dopo le tensioni del fine settimana sono attese le prossime decisioni del governatore. Sabato mattina Totò Cuffaro ha presentato la proprie dimissioni irrevocabili da segretario del partito, ruolo che aveva assunto due anni e mezzo fa votato all’unanimità appena tre mesi dopo che il tribunale di sorveglianza aveva dichiarato estinta l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, residuo della pena con la condanna a cinque anni di carcere per favoreggiamento alla mafia, scontati a Rebibbia.

Inosservate non sono passate neanche le dichiarazioni dei leader di Grande Sicilia Gianfranco Miccichè e Raffele Lombardo. L’ex presidente della Regione ha poi chiarito questa mattina la sua posizione: “L’idea dell’azzeramento della Giunta, ieri avanzata in un’intervista in cui esprimevo i miei personali punti di vista, può essere stata mal interpretata. Non si tratta di licenziare o di sostituire gli assessori, credo, ad esempio, che i vertici di Mpa ripongono massima fiducia in Francesco Colianni, ancor meno di penalizzare uno o più partiti, ma di prendere in mano il bandolo della matassa da parte del Presidente che, in un momento difficile, ricompone liberamente un quadro di uomini e donne, in giunta e nei vertici della burocrazia, idoneo a fronteggiare le sfide del momento. Valutando coi partiti della maggioranza, tutti, e se ritiene anche con le realtà sociali più significative esterne al perimetro della politica, le migliori soluzioni“.





