Nel Consiglio del 10 novembre la maggioranza ha approvato la costituzione di Equità Urbana S.p.A. sostenendo di aver recepito o motivato i rilievi della Corte dei conti (delib. n. 209/2025).
Dalla lettura degli atti emergono però risposte parziali su PEF (Piano Economico Finanziario), governance, personale, corrispettivi e compensi; inoltre, correzioni enunciate nel deliberato non trovano riscontro nello Statuto, così come richieste di chiarimento e di dettaglio, fatte dalla corte, che avrebbero richiesto una revisione del contratto di servizio e del PEF sono state gestite con spiegazioni parziali e non esaustive.
“Ci è stato detto che i nodi erano superati. Non è così: restano forti dubbi su costi e sostenibilità del piano, sulla gestione del personale e sulla struttura dei ricavi“, dichiara Luca Manuli, capogruppo di Rinascimento Taormina.
“La Corte chiede chiarimenti puntuali; negli atti troviamo spesso formule generiche insufficienti a motivare le ragioni per cui intendiamo discostarci dal parere parzialmente negativo della Corte dei conti“. In particolare, la proiezione dei ricavi dipende principalmente dalla riscossione della coattiva (60% dei ricavi globali), determinando un rischio di insostenibilità dei ricavi nel tempo.
“Un Comune non può reggersi sull’idea che l’ordinario sia il mancato pagamento e la coazione sistematica”, osserva Nunzio Corvaia. “La Corte invita alla prudenza; la maggioranza tira dritto“. “Scelte prese oggi, sulla base di piani approssimativi, domani diventano costi per i cittadini e rischi per il Comune. Basti pensare che, con le sole determine già autorizzate, abbiamo impegnato quasi il doppio delle risorse preventivate per consulenze legai e amministrative, per una società (Equità S.p.A.) che non ha ancora iniziato ad operare”, conclude Luca Manuli.
Il gruppo Rinascimento Taormina, mantenendo la sua contrarietà a questo sistema di Partecipate, e all’azione politica dell’amministrazione De Luca, ritiene, che per l’interesse della Città, questa amministrazione debba ammettere i suoi errori e riportare lo Statuto in Consiglio con l’articolo 11 modificato; adeguare il Contratto di Servizio alle esigenze della realtà taorminese e declinare, come richiesto dalla Corte dei conti, il dettaglio dei corrispettivi/aggi di riscossione; assicurare il rispetto della clausola di salvaguardia, adeguando l’aggio delle riscossioni ai valori di mercato (0,5% vs attuale 6%); razionalizzare le attività tra Partecipate eliminando gli attuali doppioni. quantificare, come richiesto, i compensi degli organi nel rispetto dei principi di contenimento della spesa pubblica; utilizzare dei benchmark di mercato e non dei parametri autoreferenziali (benchmark intra-comunale); rivedere l’analisi del costo e del fabbisogno del personale e/o della consulenza esterna per incorporare i costi delle funzioni centrali e le risorse per la costituzione del Data Base unico; modificare la proiezione dei ricavi sia con una migliore proiezione e composizione dei tributi, sia applicando un tasso di riscossione affidabile ed attendibile in linea con il trend storico; e impostare fin da subito il controllo analogo affinché i Consiglieri possano ricevere tutta l’informativa necessaria. In particolare, impostare un controllo di gestione che analizzi gli scostamenti e/o le eventuali compensazioni.





