“Volevo uccidere qualcuno” avrebbe detto a chi l’ha tirata fuori dal bagno della scuola dove Giusy (il mome è di fantasia), 14 anni, ipovedente, si era barricata dopo aver aggredito con un coltello da cucina una compagna dodicenne, finita all’ospedale con ferite da taglio alle braccia e al viso. E’ accaduto lunedì scorso in una media di Enna, protagonista “una ragazza che non aveva mai manifestato i segni di un malessere così profondo”, dice il dirigente scolastico Filippo Gervas.
“Non sappiamo quale sia la causa di questa aggressione – continua il preside – ma sappiamo di certo che non si tratta di bullismo, né mai la ragazza aveva manifestato aggressività nei confronti dei compagni “. Giusy e Maria (anche questo è un nome di fantasia) non si conoscevano e non avevano mai scambiato una parola. La prima, un po’ taciturna, proviene da una famiglia numerosa, cinque figli. A scuola le avevano dato l’insegnante di sostegno.
Lunedì, erano da poco passate le 9, Giusy ha incontrato la dodicenne nel bagno della scuola e ha provato a colpirla, ripetutamente con un coltello che si era portata da casa, nascosto nel suo beauty. Maria ha provato a difendersi. Ha urlato, é caduta a terra, mentre la compagna la colpiva, ma è riuscita a scappare in corridoio e ad aprire la porta della classe più vicina al bagno.
“Non ho nulla contro questa ragazza – dice la mamma di Maria – Dico solo che mia figlia è traumatizzata. Continua a ripetere che sarebbe potuta morire, da sola, nel bagno della scuola”. Secondo la famiglia della vittima, nei paraggi del bagno non c’era nessuno, ma il preside ribatte che “un collaboratore scolastico e un alunno sono intervenuti perché a distanza hanno sentito le grida”. “Ferite da arma da taglio” recita il referto del pronto soccorso dell’ospedale Umberto I, dove la madre, chiamata subito dopo l’aggressione, ha portato la figlia.
“Sebbene l’isolamento e la pandemia abbiamo notevolmente acuito le situazioni di disagio di tutti gli adolescenti, l’alunna coinvolta nell’atto di inspiegabile violenza, durante tutto il suo percorso di studi e anche nelle ultime settimane, non aveva dato nessun segno di malessere e squilibrio esternamente visibili – dice Filippo Ilardo, insegnante di Lettere di Giusy – Si mostrava, anzi, propositiva, serena, nascondendo il vuoto che forse si portava dentro. Era molto legata agli insegnanti con i quali stava preparando un bellissimo approfondimento sull’adolescenza, occupandosi anche della storia del brutto anatroccolo che, alla fine , si trasforma in cigno”.
Ma quel cigno, forse, era troppo lontano da raggiungere per Giusy , che soffriva e covava, provata da una disabilità che la faceva sentire diversa. Dei fatti è stata informata la Procura della Repubblica di Enna e il Tribunale dei minori di Caltanissetta, che hanno attivato i carabinieri, i servizi sociale e il Dipartimento di psichiatria infantile. Giusy è ora ricoverata, provvisoriamente, in una struttura.