Migliaia di siti internet e app sono risultati inaccessibili per oltre un’ora a causa di un malfunzionamento di Cloudflare. Da X a Canva, da ChatGpt a Spotify: la piattaforma fornisce servizi di rete, sicurezza e prestazioni a clienti in tutto il mondo. Alla base ci sarebbe un problema tecnico già individuato dagli sviluppatori e in via di risoluzione, come spiegato sul sito ufficiale.
Inevitabimente una bella fetta di internet ne sta pagando le conseguenze. Molti siti mostrano un messaggio che chiede di sbloccare challenges.cloudflare.com
per continuare o altri errori generici legati ai server.
Hanno registrato problemi anche PayPal, Uber Eats e persino il sito Downdetector, che condivide aggiornamenti proprio su malfunzionamenti su siti, social network e piattaforme.
Gli esperti hanno osservato che proprio nelle ore del tilt globale era stata programmata una manutenzione nel data center SCL (Santiago).
Fonte: Downdetector – scheda CLOUDFLARE
Cosa è successo a Cloudflare
Il problema è stato riscontrato intorno alle 12:17 (ora italiana), ma la situazione è apparsa critica alle 12:48 (ora italiana) ha fatto riferimento a un “degrado del servizio interno“, pubblicando aggiornamenti successivi per comunicare un ripristino parziale e il prosieguo dell’indagine per capire cos’è accaduto.
Il portale di supporto di Cloudflare ha iniziato a “riscontrare malfunzionamenti” e con il passare dei minuti sempre più siti sono risultati irraggiungibili. Non è la prima volta che la società americana ha evidenziato guasti o malfunzionamenti tecnici.
Cosa è Cloudflare
Cloudflare è una piattaforma che offre tecnologie fondamentali per il buon funzionamento dei siti, come strumenti per la protezione da attacchi informatici o la gestione del traffico internet.
Tecnicamente si occupa di content delivery network, servizi di sicurezza internet e servizi di Dns. Secondo quanto riportato sul sito ufficiale, la società “serve in media 78 milioni di richieste Http al secondo”, secondo quanto riportato sul suo sito.

- Content Delivery Network (CDN): Cloudflare distribuisce copie del contenuto di un sito su una vasta rete globale di server (oltre 350 punti di presenza). Quando un utente visita un sito, i contenuti vengono caricati dal server geograficamente più vicino, riducendo i tempi di caricamento e migliorando le prestazioni.
- Sicurezza (DDoS Protection e WAF): Offre protezione da attacchi informatici, in particolare gli attacchi DDoS (Distributed Denial of Service), bloccando il traffico malevolo prima che raggiunga i server originali del sito. Include anche un Web Application Firewall (WAF) per difendersi da altre vulnerabilità.
- Servizi DNS: Gestisce i nomi di dominio (DNS), fornendo un servizio veloce e affidabile per indirizzare gli utenti ai siti web corretti.
- Altri servizi: Offre anche bilanciamento del carico, certificati SSL e strumenti per sviluppatori.
- Centralizzazione del traffico: Oltre il 20% del traffico Internet globale transita attraverso la rete di Cloudflare. Molte aziende e sviluppatori scelgono Cloudflare per la sua comodità, efficienza e sicurezza, rendendo la rete molto concentrata su questa singola infrastruttura.
- Dipendenza critica: Numerosi siti web e applicazioni, dai giganti come X (Twitter) e Spotify a piccole imprese e blog, si affidano a Cloudflare per funzionare correttamente. Quando Cloudflare ha un problema, questi siti diventano inaccessibili o non funzionano correttamente perché il traffico non riesce a essere instradato o gestito.
- Singolo punto di fallimento: Sebbene la rete sia vasta, un problema interno al sistema di Cloudflare crea un “singolo punto di fallimento” che mette in ginocchio contemporaneamente un’ampia varietà di servizi apparentemente non collegati tra loro.
- Visibilità unica: La posizione strategica di Cloudflare nella rete le conferisce una visibilità unica sulle minacce e sul traffico, ma significa anche che un suo malfunzionamento ha ripercussioni immediate e diffuse sulla stabilità della rete globale.
Ultimo aggiornamento (18 novembre 2025 alle ore 15:14)
Non è ancora finito il martedì nero di internet. Nonostante le rassicurazioni, il problema non è ancora stato risolto.
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