Il consigliere comunale Gianluca Inzerillo ha presentato una dettagliata interrogazione all’Assessore alle Attività Sociali, Mimma Calabró, in merito alla mancata prosecuzione del servizio del dormitorio di I livello gestito dal Centro di Accoglienza “Padre Nostro” e alla sostenibilità economica delle rette riconosciute dal Comune ai gestori di servizi analoghi.
Negli ultimi giorni, infatti, dagli organi di stampa è emerso che il Centro “Padre Nostro” non avrebbe potuto rinnovare il contratto con il Comune a causa dell’assoluta insufficienza della retta giornaliera – prima pari a 15 euro e poi aumentata a 18 euro – a coprire i costi necessari per garantire tutti i servizi previsti dal capitolato.
“Parliamo di strutture che devono essere aperte 7 giorni su 7, tutto l’anno, e fornire vitto, alloggio, cambio biancheria, lavanderia, kit igienici, pulizia quotidiana, manutenzione, supporto burocratico, servizio sociale, oltre a un organico qualificato”, dichiara Inzerillo.
“È davvero difficile comprendere come sia possibile garantire tutto questo con soli 18 euro al giorno per ogni ospite. È doveroso allora capire come gli altri enti accreditati riescano a sostenere tali costi senza dichiarare criticità”, aggiunge.
Il consigliere evidenzia inoltre la necessità di trasparenza: “Ho chiesto all’Assessore di acquisire e rendere pubbliche le rendicontazioni degli altri enti: contratti del personale, turnazioni, organizzazione interna, costi effettivi. Non si può chiedere a un ente standard elevatissimi senza verificare come vengano realmente rispettati da tutti i gestori.”
Inoltre, l’Assessore Calabró ha dichiarato che gli utenti ospitati dal Centro “Padre Nostro” dal 18 agosto 2025 sarebbero stati ricollocati altrove. “È fondamentale sapere in quali strutture siano stati trasferiti, quanti posti siano disponibili e quali garanzie siano offerte a queste persone fragili. Chiedo chiarezza e massima trasparenza”, sottolinea Inzerillo.
L’interrogazione mira quindi a fare luce su tre aspetti fondamentali:
1. La compatibilità economica dei servizi richiesti con la retta attuale.
2. La verifica delle condizioni operative e dei costi degli altri enti gestori.
3. La tutela degli utenti e la trasparenza circa la loro nuova collocazione.
“Sui servizi dedicati ai più fragili non ci possono essere zone d’ombra. Il Comune deve garantire qualità, equità e trasparenza”, conclude il consigliere Inzerillo.




