I pubblici ministeri Giovanni Antoci e Claudia Bevilacqua hanno chiesto alla terza sezione del tribunale di Palermo le condanne di Salvatore Orlando, presidente del Consiglio comunale del capoluogo siciliano, e di Antonino Rera, dirigente dell’amministrazione guidata da Leoluca Orlando.
Il numero uno di Sala delle Lapidi risponde dell’accusa di tentativo di concussione, mentre Rera di favoreggiamento personale. La vicenda è legata a una selezione destinata a individuare il responsabile dell’ufficio di consulenza giuridico amministrativa del Consiglio comunale. Secondo l’accusa, Totò Orlando avrebbe brigato per far nominare Rera, tentando così di costringere due dei componenti della commissione, Serafino Di Peri e Dario Gristina, a optare per questa scelta. La nomina non ci fu perché alla fine venne scelto Nicolò Giuffrida, dopo che lo scandalo era venuto fuori.
Di Peri, con l’assistenza degli avvocati Mauro Torti e Corrado Nicolaci, si era costituito parte civile e ha chiesto i danni, sostenendo di essere stato costretto a lasciare in anticipo i propri incarichi al Comune, a seguito di una sorta di mobbing che gli sarebbe stato fatto a causa della vicenda. Nell’udienza di oggi hanno concluso anche i difensori degli imputati, gli avvocati Roberto Mangano, Monica Genovese e l’assessore regionale Toto Cordaro, di professione avvocato.
Il collegio presieduto da Fabrizio La Cascia ha rinviato la decisione a ottobre.