Il questore di Trapani ha vietato la celebrazione del funerale di Antonio Vaccarino, l’ex sindaco di Castelvetrano morto mercoledì scorso, in seguito a un operazione cardiaca post Covid. Il provvedimento, emesso dal questore Salvatore La Rosa, è stato impugnato dai legali di Vaccarino, che hanno presentato al prefetto di Trapani una richiesta di annullamento in autotutela. Sabato la salma di Vaccarino, morto a 76 anni per arresto cardiaco all’ospedale di Catanzaro, è stata sottoposta ad autopsia e oggi dovrebbe a Castelvetrano.
La decisione del questore, che vieta la cerimonia religiosa per evitare “l’esaltazione del fenomeno mafioso”, secondo quanto apprende AGI è basata su una condanna definitiva per stupefacenti, maturata negli anni novanta e scontata in parte all’interno del carcere di Pianosa ed una recente condanna in primo grado del Tribunale di Marsala a sei anni per favoreggiamento aggravato dall’aver agevolato Cosa nostra.
In ragione di quest’ultima condanna Vaccarino era detenuto nel carcere di Catanzaro e, nonostante le richieste di differimento ai domiciliari presentati dai legali, è stato trasferito all’ospedale soltanto dopo aver contratto il Covid. In seguito al ricovero, la corte d’Appello di Palermo (presidente Adriana Piras), accogliendo le istanze dei legali, aveva disposto il trasferimento di Vaccarino dal carcere ai domiciliari, per assenza di ulteriori “esigenze cautelari”. L’ex sindaco Vaccarino è noto per aver collaborato con i Servizi segreti del Sisde, intrattenendo una corrispondenza segreta tra il 2004 e il 2007 con il latitante Matteo Messina Denaro, svelata all’indomani dell’arresto di Bernardo Provenzano.