La diffusione degli impianti di energia solare negli USA sono considerati un successo per l’ecologia ambientale. Eppure, secondo un recente studio, questo sviluppo sta mettendo in serio pericolo i pochi esemplari rimasti di pantere (Puma concolor coryi) in Florida. Il motivo è da ricercare nell’ostacolo che gli impianti solari producono alle rotte migratorie e ai flussi riproduttivi dell’animale.
A darne notizia è il Journal of Applied Ecology che pubblica i risultati di uno studio sugli effetti degli impianti di energia solare sulla fauna locale, condotto team di ricercatori della Florida Atlantic University.
Le pantere della Florida, spiegano i ricercatori, hanno bisogno di immense aree di movimento e di caccia, quando lasciano il loro nido materno e diventano adulti. Inoltre, hanno aree domestiche molto grandi: i maschi hanno bisogno di circa 200 miglia quadrate e la loro sopravvivenza dipende dalla loro capacità di spostarsi da un’area protetta a un’area protetta attraverso i ‘corridoi’ della fauna selvatica.
La maggior parte delle strutture a energia solare analizzate in questo studio, sono circondate da recinzioni a maglie alte quasi 2 metri, sormontate da filo spinato e si presume causino il reindirizzamento delle rotte dell’animale.
Alcune strutture utilizzano recinzioni ferroviarie rispettose della fauna selvatica con maglie larghe e alcune hanno doppie recinzioni. Lo studio è stato condotto nella Florida peninsulare, esclusa la regione di Panhandle, e si è concentrato su 45 strutture installate o pianificate pari a circa 27.688 acri: l’area media di un impianto USSE era di circa 615 acri.
L’interruzione delle loro rotte migratorie, la riduzione dei loro habitat, la limitazione del loro spazio e del potenziale evolutivo sono i principali danni provocati dall’ingresso e dallo sviluppo degli impianti solari, e causano in maniera diretta o indiretta lesioni o morte degli esemplari, in via di estinzione. Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno confrontato l’idoneità dell’habitat della pantera della Florida prima e dopo l’installazione delle strutture prevedendo la probabilità di presenza in celle di 1 chilometro quadrato e la teoria dei circuiti per prevedere la probabilità di movimento tra le aree dell’habitat adatto.
Hanno anche utilizzato i dati della Florida Fish and Wildlife Conservation Commission (FWC) sulla posizione, distribuzione, comportamento, ecologia, stato fisiologico di alcuni animali, raccolti dall’ente dal febbraio 1981 al giugno 2020 sfruttando la trasmissione via radio.
“Riteniamo che le agenzie di regolamentazione e autorizzazione, e le stesse società elettriche, dovrebbero iniziare a prendere in considerazione la connettivita’ del paesaggio durante la pianificazione e l’autorizzazione delle posizioni dei siti delle strutture USSE”, affermano i ricercatori.