Il sindaco Orlando vola a Berlino mentre la Rap chiede una proroga per lo smaltimento dei rifiuti accatastati a Bellolampo.
Scade a fine gennaio l’ordinanza che doveva dettare il tempo di sgombero dei piazzali della discarica palermitana ma, al momento, non si intravede nessuna luce in fondo al tunnel. O meglio tra la monnezza.
Ieri mattina a Palazzo delle Aquile si è fatto il punto della situazione in merito allo stato di salute della discarica e della partecipata comunale che si occupa dello smaltimento dei rifiuti.
Presenti l’assessore Giusto Catania, il dirigente e responsabile del servizio Ambiente Francesco Fiorino, il ragioniere generale Bohuslav Basile e il DG di Rap Roberto Li Causi. Dieci milioni sono le spese “extra” per il 2019 in merito a Rap e si stima che per l’anno corrente (2020 ndr) dovrebbero essere intorno ai 28 milioni euro.
Costi che pesano prevalentemente sul trasferimento dei rifiuti urbani verso altre discariche siciliane a causa della chiusura di Bellolampo in quanto satura. La domanda che si sono posti la maggior parte dei consiglieri dell’opposizione è stata: “Da dove arriveranno questi soldi?”. A quanto pare per l’assessore Catania il problema non sussiste: ci pensa la Regione Siciliana, la quale al momento non ha ancora versato i 7,5 milioni promessi, mentre il Comune non anticipa le somme: il risultato? Rap sembrerebbe sull’orlo della crisi.
Le ditte di manutenzione non vengono pagate regolarmente, gli interventi sui mezzi a volte rallentano e di conseguenza il loro numero si riduce e ne risente l’intero capoluogo siciliano. Qualcuno ha anche proposto al sindaco Orlando che tra i suoi viaggi europei potrebbe passare da Roma e riuscire a poter discutere col governo nazionale della enorme incombenza che attanaglia da mesi la città di Palermo.
Ma chi lo conosce sa che un simile atteggiamento politico non è nelle corde del primo cittadino, il quale promette ai palermitani che non ha nessuna intenzione di aumentare la Tari. Ma si vocifera che il dirigente Li Causi, come prevede la legge, spalmerà queste spese nel Pef (Piano economico finanziario) dei rifiuti per il 2020.
Al momento, silenzio da parte di Arpa che in piena estate aveva stilato delle relazioni che sono al vaglio della magistratura di Palermo. L’ipotesi di reato è quella di “inquinamento ambientale”. Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti anche i ritardi nella realizzazione della settima vasca della discarica. Ma ad oggi dello stato di salute del percolato e delle condizioni sanitarie ed igieniche di Bellolampo, nulla di nuovo.
Chi parla di della discarica di Palermo è il presidente della regione Siciliana, Nello Musumeci. A breve la “settima vasca di Bellolampo, con una capienza di 700 mila metri cubi…il tempo – ha detto Musumeci – è un nemico, tanto quanto la mafia” riferendosi al lungo iter burocratico per la realizzazione di nuovi impianti pubblici per il trattamento e lo smaltimento di rifiuti. “Stiamo agendo con procedure ordinarie – ha aggiunto – e non ci vorranno sei anni come già avvenuto, pensiamo di realizzarli in tre anni. Ma le procedure sono estenuanti nelle attese“. Ma d’altronde si sa: chi vive di speranza…