Qualcuno del movimento 5 stelle all’Ars vuole la testa politica del collega di partito Sergio Tancredi. Voci di corridoio di Palazzo dei Normanni raccontano che durante l’ultima riunione fiume in cui sono volati stracci tra il gruppo dei moderati e quello degli oltranzisti, qualcuno abbia evidenziato che il deputato di Mazara del Vallo non restituirebbe parte dello stipendio da dicembre 2018. Il politico mazarese non rendiconta le spese agli organi dei 5 Stelle e di conseguenza non restituisce la parte eccedente, come stabilisce il regolamento del Movimento. Un ritardo documentato sulla piattaforma tirendiconto.it, che raccoglie tutti i dati di consiglieri regionali, deputati, senatori pentastellati.
Tancredi, al suo secondo mandato, è il deputato regionale più indietro con i rendiconti in Sicilia. Il fatto è stato usato come leva da parte del gruppo degli oltranzisti nei confronti suoi e di tutto il gruppo dei moderati del M5S a sala d’Ercole. Sembrerebbe che proprio Tancredi come provocazione, abbia risposto per le rime a chi ha puntualizzato i suoi rimborsi non in regola, chiedendo di essere segnalato ai probiviri e messo alla porta dal gruppo all’Ars attraverso una nota firmata da tutti i colleghi di partito.
L’ennesimo atto di forza tra chi vuole ampliare un dialogo politico durante questa legislatura e chi detta la regola del No, rimarcando il ruolo di opposizione al governo Musumeci. La prossima settimana ennesima riunione tra i ‘separati’ in casa del Movimento 5 stelle per stabilire il verdetto finale sul deputato della provincia di Trapani.
Intanto, sembrano essere numerosi i partiti politici che hanno già corteggiato Tancredi per convincerlo a lasciare il partito e virare su altri orizzonti. Ma l’unica mossa ultima di questo braccio di ferro non sarà l’ingresso del deputato di Mazara in un altro schieramento. Anzi. Le strade sono soltanto due: rimanere nel partito qualora i toni politici si distendano. Oppure creare un nuovo gruppo in Ars insieme a chi scalcia già per andare via.