“Il Parlamento europeo non può essere scavalcato dalla Commissione, perché ad essere danneggiati sono innanzitutto i cittadini e, in questo caso, anche le istanze dei pescatori e del comparto ittico del Mediterraneo“. Lo dichiara in una nota Annalisa Tardino, Deputata della Lega al Parlamento europeo.
La Commissione europea ha di recente pubblicato la lista dei provvedimenti che intende ritirare nei prossimi sei mesi, tra cui figura il Piano pluriennale di gestione per gli stock dei piccoli pelagici (acciughe e sardine) del Mare Adriatico. Un dossier che era già stato approvato in Parlamento, con una posizione migliorativa e a sostegno delle istanze provenienti dai pescatori italiani, e che era in attesa dell’avvio dei negoziati legislativi con la Commissione ed il Consiglio.
“Sul tema, però, temiamo che la Commissione europea possa agire in sede di “Commissione Generale per la Pesca per il Mediterraneo (CGPM), imponendo misure più restrittive, non in linea con quanto votato dal Parlamento europeo. E non è una sorpresa, perché non è la prima volta che ci confrontiamo con questo comportamento della Commissione europea, che tende a bypassare il Parlamento, obbligato poi a recepire raccomandazioni concordate in sedi internazionali, come è successo per le oramai note restrizioni delle zone di pesca nel Canale di Sicilia, che hanno creato notevoli danno al nostro comparto.
Per questi motivi, su iniziativa della collega Rosanna Conte, abbiamo depositato un’interrogazione parlamentare alla Commissione europea, sul coinvolgimento del Parlamento europeo nelle decisioni riguardanti il comparto della pesca, in cui chiediamo maggiore rispetto per le prerogative dell’unica Istituzione Ue direttamente eletta dai cittadini. Non possiamo più tollerare questo utilizzo “a piacimento” delle procedure, e spiace constatare che i colleghi del PD e del M5S non hanno inteso co-firmare l’interrogazione.
Adesso ci aspettiamo una risposta da parte della Commissione, che entri nel merito della vicenda, e non ci fermeremo davanti a questo tentativo di delegittimazione de facto dell’unica Istituzione democraticamente eletta dai cittadini”.