Solo per un giorno, una sera per la precisione, sabato 22 febbraio dalle ore 19, presso lo spazio Église (via dei Credenzieri) a Palermo si potrà prendere parte all’happening fotografico “Let us stop and weep” con Georges Salameh.
All’interno della piccola chiesa sarà realizzata un’installazione intorno alla quale il fotografo racconterà il suo progetto ventennale ispirato dalla poetica e dalla vita di Imru’l Qais – امرؤ القيس , un poeta arabo e autore di uno dei famosi “suspended poems” dell’epoca di Jahiliyyah, del periodo pre-islamico.
Il progetto, composto da immagini, oggetti, documenti, archivi, testi e materiale audiovisivo, è una riflessione sulle origini.
Salameh scrive: “Da quando sono scappato dal Libano su un traghetto ad alta velocità, verso la fine della guerra civile, le visite nel mio paese natale sono rare. Dopo diversi tentativi falliti di documentare questi ‘ritorni’, ho finito per scoprire territori inesplorati e ‘traumascapes’ (siti associati a un passato doloroso), prolungando il mio viaggio verso ‘casa’. Invece, di giungere a destinazione, il viaggio sembra infinito, come se il ritorno fosse impossibile e l’autoesilio fosse uno stato d’animo“.
“In attesa dell’oblio – continua Salameh – questi risultati sono stati trasformati in brevi narrazioni, visive o scritte. Alcuni elementi sono stati scoperti nello scrigno dell’isola del tesoro chiamato ‘infanzia’ e altri sono stati persi per sempre. Da quando ho iniziato questo viaggio nel 2000, ho anche dato asilo ad alcuni oggetti ed elementi, sopravvissuti dalla mia migrazione e da quella dei miei parenti“.
L’appuntamento di sabato arriva a completamento del progetto, già presentato a Palermo in forma di preview, tra il 2015 e il 2016, da Dimora OZ e al Museo Riso.