Sono undici le vittime accertate per il coronavirus in Italia. Il nuovo dato è stato fornito dal commissario straordinario Angelo Borrelli, nel corso della conferenza stampa effettuata nei locali della protezione civile.
I quattro deceduti sono un 84enne di Nembro, in provincia di Bergamo, un uomo di 91 anno di San Fiorano, una donna di 83 anni di Codogno, entrambi in provincia di Lodi e una donna di 76 anni morta all’ospedale di Treviso.
In aumento anche il numero di contagiati accertati, che passano dai 230 di ieri ai 322 di oggi.
Nel numero di casi accertati sono comprese anche le 10 vittime e il ricercatore guarito e dimesso dallo Spallanzani.
Attualmente risultano 240 contagiati in Lombardia (comprese le 9 vittime), 43 in Veneto (compresa la vittima di Vo’ Euganeo), 26 in Emilia Romagna, 3 in Piemonte, 3 nel Lazio (i due cinesi allo Spallanzani e il ricercatore guarito), 3 in Sicilia, 3 in Toscana, uno in Liguria e uno in Trentino Alto Adige, nella provincia autonoma di Bolzano.
Dei 322 contagiati, 114 sono ricoverati con sintomi, 35 sono in terapia intensiva, 162 sono in isolamento domiciliare.
BORELLI (Protezione Civile): “Acquisto mascherine centralizzato”
“C’è l’esigenza di accentrare in capo al Dipartimento della Protezione civile l’acquisizione di Dispositivi di protezione individuale (Dpi), come mascherine. Lo prevediamo in un’ordinanza di Protezione civile che firmerò nei prossimi minuti. Veniamo così incontro alle richieste delle Regioni“.
Lo ha dichiarato il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, durante la conferenza stampa sul coronavirus.
“C’è l’esigenza di evitare la corsa delle singole regioni all’acquisizione delle mascherine e dei dispostivi di protezione individuale“, ha spiegato Borrelli, ribadendo che ci sarà “l’obbligo per i produttori nazionali di comunicare al Dipartimento la capacità di produzione giornaliera”. “Dobbiamo avere noi la possibilità di mandarle dove serve“.
REZZA (direttore ISS): “Virus in circolo da una-due settimane”
“In Italia c’è una popolazione anziana e si spiegano così i tassi di mortalità del 2-3%. Gli anziani sono più fragili, lo vediamo con l’influenza. Da quest’ultima possiamo proteggerli con il vaccino; non essendoci il vaccino per il Coronavirus c’è la mortalità. L’unica maniera per proteggerli è circoscrivere i focolai come si sta facendo“.
Lo ha detto Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità in conferenza stampa alla Protezione civile, che prosegue: “Prima che fosse individuato il ‘caso indice’, vale a dire il 38enne di Codogno, il coronavirus era già in circolazione nel lodigiano da “una/due settimane. Quasi tutto – ha precisato – è riconducibile all’epicentro dell’epidemia, che si trova nel lodigiano. Poi ci sono un paio di focolai più piccoli in Veneto. Ma gli altri sono casi che vengono dall’epicentro dell’epidemia“.