L’Assemblea regionale siciliana, presieduta da Gianfranco Miccichè, ha approvato il disegno di legge di autorizzazione all’esercizio provvisorio per quattro mesi, con 34 voti favorevoli.
Una gestione provvisoria necessaria, come ha spiegato il Governo Musumeci nel corso del dibattito a Sala d’Ercole, in considerazione della sottoscrizione dell‘accordo di finanza pubblica 2022-2025 intervenuta il 18 dicembre scorso tra la Regione e il Mef.
Una discussione lunga e accesa in aula prima di arrivare al voto finale, nel corso della quale il Parlamento siciliano ha approvato dopo un’ora e mezza il primo articolo del disegno di legge di autorizzazione dell’esercizio provvisorio. La maggioranza ha retto al voto segreto di un emendamento presentato dal Pd che portava da 4 a 2 mesi l’esercizio provvisorio. Passando all’art.2, il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, ha suggerito all’Esecutivo di rivedere la norma che contiene deroghe alla limitazione per dodicesimi “perché voglio evitare impugnative da parte dello Stato”, ha precisato Miccichè, principio che ha ribadito in più occasioni, dunque ha sospeso i lavori per consentire alla Giunta regionale di verificare quali voci eliminare dal testo base, e scongiurare tra l’altro che in aula si riaccenda il clima di scontro.
Disco verde, quindi, anche all’articolo 2 dopo aver trovato l’accordo sulle deroghe alle limitazione per dodicesimi. Sala d’Ercole ha ripreso la seduta approvando tutti gli articoli del disegno di legge dell’esercizio provvisorio. Il voto finale, rinviato di qualche minuto perché su richiesta del Pd la commissione Bilancio ha verificato come poter attingere ai fondi per i thalassemici. L’articolo 2 è stato approvato con un emendamento del Pd che ha soppresso la deroga per le spese non obbligatorie e che riguardano i capitoli del turismo, delle attività culturali e della promozione dei prodotti siciliani. In sostanza, si potrà spendere un dodicesimo del budget mentre il resto si sbloccherà con l’approvazione del bilancio 2022.
Sorte favorevole anche per gli articoli 3, 4, 6, 7, 8, 9.
I deputati del Pd e del M5s hanno contestato alcuni articoli del ddl, e tra questi l’art.5 che prevede fondi per la promozione di prodotti siciliani, di beni culturali e del turismo. Diversi gli emendamenti presentati dall’opposizione.