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Miccichè su ricandidatura Musumeci: “Qualche problema c’è” | VIDEO

martedì 13 Luglio 2021

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Il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, ha incontrato in Sala Pio La Torre i giornalisti dell’Associazione stampa parlamentare, presieduta da Giovanni Ciancimino, il quale ha annunciato di lasciare l’incarico di presidente del sindacato della stampa parlamentare, in occasione della consegna del suo 31esimo ventaglio al presidente dell’Ars, per il consuetudinario incontro prima della pausa estiva.

“A breve convocherò l’assemblea della stampa parlamentare – ha spiegato Ciancimino -. Spero di non consegnare altri ventagli ma di essere presente alla consegna dei ventagli per altri dieci anni”. A settembre il decano della stampa parlamentare compirà 90 anni.

La cerimonia del ventaglio è il rito di consegna di un ventaglio decorato nelle mani del Presidente dell’Assemblea regionale siciliana: il tradizionale omaggio da parte dell’Associazione stampa parlamentare che si tiene annualmente nel mese di luglio, presso Palazzo dei Normanni, sede del parlamento siciliano. Quest’anno è raffigurata Santa Rosalia, come auspicio per la fine della pandemia da Covid 19. L’immagine di Santa Rosalia è tratta da un’opera del XVII secolo intitolata “Santa Rosalia entro una ghirlanda di fiori” di un ignoto pittore fiammingo-novellesco.

Si tratta di una delle opere più innovative che abbiano come soggetto la patrona di Palermo – ha spiegato Patrizia Monterosso, presidente della Fondazione Federico II che ha collaborato alla realizzazione del ventaglio – “è stata l’immagine portante della mostra Rosalia Eris in peste patrona, organizzata dalla Fondazione nel 2018”.

L’occasione è colta principalmente per fare un bilancio sull’anno di attività politica e parlamentare che è stata piena ed intensa.

“La percentuale degli articoli impugnati dell’8,3% lo scorso anno, questo anno è stata del 6,4%: ci stiamo avvicinando verso quella percentuale minima che è il 5%, meno ritengo sia impossibile. Comunque è’ una cifra considerata irrisoria rispetto alle altre regioni che hanno impugnative più importanti rispetto alla nostra assemblea”, ha detto il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè nel corso della cerimonia del ventaglio.

Le associazioni hanno decuplicato l’attività in aiuto alla povertà. Questo è un dato preoccupantissimo. E il dato più preoccupante è quello sulla nuova povertà. Una nuova povertà che ha una influenza immensa dal punto di vista psicologico. Gente non abituata a essere povera”. Il Parlamento siciliano ha, infatti, approvato lo scorso mercoledì una legge per il contrasto alla povertà e che guarda all’inclusione sociale. “E’ necessario che si faccia fronte comune su questa situazione e che si inizino a denunciare comportamenti che vanno contro il contrasto alla povertà – ha spiegato il presidente dell’Ars -. Non posso fare altro che denunciare la struttura amministrativa della Regione. Non c’è da parte della struttura amministrativa nessuna volontà di aiutare la Sicilia. Ogni ‘no’ che dicono sono dieci licenziamenti che avvengono. Cercano continuamente il pelo nell’uovo per evitare di dire si. Io non credo che una terra possa vivere in questa maniera, ovvero che devono dire no perché se dicono li indagano”.

C’è un’emergenza che sta crescendo nel periodo pandemico  e sono le nuove povertà. “C’è da essere preoccupati e temo che in autunno avremo forti tensioni sociali”, ha aggiunto. Il dato emerge dal confronto con le maggiori associazioni di volontariato che hanno decuplicato gli interventi di sostegno per persone che si trovano in difficoltà. “A volte cambia la condizione di persone che vengono a cercare aiuto mentre fino a ieri erano proprio loro a darlo”. In queste condizioni, secondo Micciché, vanno date risposte positive e non si può sempre dire di no. E’ un problema che proprio la burocrazia vada “alla ricerca del pelo nell’uovo” per fermare alcune iniziative. Miccichè ha citato il caso di una società che non riesce a ottenere la concessione per un progetto che prevedeva 200 nuovi posti di lavoro.

Chiedo una mano alla stampa – ha aggiunto – sia in termini di sollecitazioni, sia in termini di dibattito. Si dice soltanto no, è una cosa insopportabile. Io e la struttura di gabinetto riceviamo cento segnalazioni al giorno di persone che ricevono un no da un funzionario della Regione per motivazioni assurde. La gente muore di fame. La Sicilia sta morendo, abbiamo una crescita della povertà terrificante. Chiedo aiuto alla stampa perché sveglino un po’ di gente. Temo che in autunno avremo gravi problemi di ordine sociale”.

Rispetto ai dubbi tecnici che possono caratterizzare un disegno di legge, come quello sull’edilizia, incardinato all’Ars da molto tempo, è stato sottolineato che tali profili vanno risolti nella commissione di merito e non possono arrivare in aula “Le leggi devono uscire dalle commissioni senza dubbi, i dubbi devono essere politici. In aula si discuta di questi dubbi, ma non possono esserci dubbi come è avvenuto in questa legislatura fin troppe volte”, perché il tecnicismo rallenta l’attività parlamentare e quindi la votazione finale di una proposta normativa.

Diminuisce il tasso di impugnazione delle leggi votate dall’Assemblea regionale siciliana. Le leggi votate dal parlamento siciliano sono state quest’anno 28 di cui 19 di iniziativa governativa e 9 di iniziativa parlamentare. Solo il 6,4 per cento degli articoli votati è stato impugnato mentre l’anno scorso il tasso di impugnazione era stato delll’8,3. E’ necessario – prosegue Miccichè – che arrivino in aula disegni e proposte di legge che abbiano superato il controllo sulla loro correttezza tecnica e giuridica. In aula si dovrebbero discutere solo problemi di natura politica”.

Sulle primarie in Sicilia, Miccichè è stato chiaro e ha detto “Il presidente della Regione ha tutto il diritto di questo mondo a porre la sua candidatura. Mi sono abituato a credere che di solito questa ricandidatura avviene naturalmente, non c’è bisogno di chiederla. Ma se si apre il dibattito, allora qualche problema potrebbe esserci. Ma ne parleremo quando sarà il momento”.

Riforme ancora da fare? “Un piano di rifiuti, più che riforma con il coinvolgimento generale della politica tutta, non solo con i voti della sola maggioranza. Sostengo che qualche riforma il governo Musumeci l’ha fatta, come quella sull’urbanistica, qualcun’altra no”.

Riforme non se ne son fatte molte, anche se si è tentato di farle. Ma la riforma in quanto tale non credo che sia utile. Ad esempio quella sui rifiuti non credo che sia necessaria, serve un piano dei rifiuti che si porti avanti”. Lo ha detto il presidente della Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè nel corso della cerimonia del ventaglio all’Ars.

La riforma di maggioranza non si fa – ha aggiunto – non si può fare. O trovi un accordo con il paese e quindi con tutti o la riforma non la riesci a fare. Sostengo che qualche riforma il governo l’ha fatta e qualcuna è riuscita, ad esempio quella sull’urbanistica”.

C’è un’emergenza che sta crescendo nel periodo pandemico, e il presidente dell’Ars ha ribadito il tema delle nuove povertà. “C’è da essere preoccupati e temo che in autunno avremo forti tensioni sociali”, ha aggiunto. Il dato emerge dal confronto con le maggiori associazioni di volontariato che hanno decuplicato gli interventi di sostegno per persone che si trovano in difficoltà. “A volte cambia la condizione di persone che vengono a cercare aiuto mentre fino a ieri erano proprio loro a darlo”.

In queste condizioni, secondo Micciché, vanno date risposte positive e non si può sempre dire di no. E’ un problema che proprio la burocrazia vada “alla ricerca del pelo nell’uovo” per fermare alcune iniziative. Micciché ha citato il caso di una società che non riesce a ottenere la concessione per un progetto che prevedeva 200 nuovi posti di lavoro.

 

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