Il Presidente di Ance Messina Giuseppe Ricciardello non ha chiuso la propria azienda e, dai suoi uffici di Brolo, offre una visione alternativa rispetto a quella emersa a livello nazionale nella categoria dei costruttori.
“Il tessuto produttivo dell’edilizia è fatto da una miriade di piccole e piccolissime aziende per le quali diventa difficilissimo poter sostenere le criticità di un momento come quello legato all’emergenza del coronavirus – spiega il presidente dell’Ance Messina -. Sono in costante contatto con i nostri associati e con altri colleghi in tutto il Paese e vi sono numerosissime situazioni di grande crisi in cui diventa complicato anche avere a disposizione gli adeguati dispositivi di protezione individuale per poter applicare i principi di sicurezza definiti nel protocollo siglato alcuni giorni fa tra il Governo Conte e le parti sociali per continuare le attività produttive nei settori che non sono stati chiusi per decreto”.
“Si stanno moltiplicando, quindi, le richieste di sospensione dei lavori sia in ambito privato che in quello pubblico, ma, forse – ammonisce Ricciardello – molti imprenditori si sono comprensibilmente lasciati prendere dal panico e non viene presa nella giusta considerazione la dimensione delle ripercussioni di uno stop dell’edilizia nell’economia e nell’equilibrio sociale sull’intero territorio nazionale. Una macchina complessa ed articolata come quella dell’impresa edile, anche media o piccola, senza parlare di quelle più grandi, non può fermarsi senza subire danni importanti e mettere gravemente a rischio la propria sopravvivenza”.
“Quindi, malgrado comprenda le preoccupazioni espresse dal nostro Presidente nazionale Gabriele Buia, il quale ha richiesto un provvedimento legislativo di fermo del settore ed il riconoscimento di aiuti alle imprese coinvolte, occorre operare caso per caso e, applicando il maggior grado di sicurezza esistente ai propri operai e dipendenti, pur con qualche sacrificio economico, i lavori devono andare avanti. Tra l’altro – sottolinea il presidente dei costruttori messinesi – le leggi consentono già di sospendere i lavori per motivi indipendenti dalla volontà dell’appaltatore e, attualmente, potrebbero essere applicate nei casi in cui il complesso delle norme legate all’emergenza COVID 19 impedisca, con motivazioni oggettivamente riscontrabili, la prosecuzione delle opere“.
“In sostanza, – prosegue presidente di Ance Messina – deve essere l’ente appaltante o il direttore dei lavori a disporre la sospensione in presenza delle cause ostative e non l’imprenditore a chiudere il cantiere per propria iniziativa. Per restare nella praticità, se l’edilizia si ferma, non sarà facile rimettere in moto la macchina in caso di situazioni di particolare emergenza“.
“Come è accaduto in Cina, tutta la filiera produttiva delle costruzioni – conclude Ricciardello – deve essere in prima linea per sostenere lo sforzo collettivo contro la diffusione del virus rafforzando le infrastrutture sanitarie e di collegamento in questa lotta nella quale anche la logistica avrà un ruolo fondamentale per poter tornare in tempi ragionevoli alla normalità”.