Lite social che si rivela poi un pesce d’aprile tra il sindaco di Messina, Cateno De Luca e il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. La vittima dell scherzo stavolta è proprio il sindaco metropolitano, che però poi nega di esserci cascato.
Da un account fake è arrivato, infatti, un messaggio a De Luca nel quale il profilo risultava essere quello del Ministro: «Sindaco – si legge – mi ero ripromessa di non risponderle se non attraverso i canali istituzionali, anche perché il mio Ministero sta seriamente lavorando per il bene del Paese e il poco tempo a disposizione e la mole di impegni istituzionali, con l’emergenza che incalza, non me lo permettono. Tuttavia continuano ad arrivarmi segnalazioni circa le sue accuse e il suo linguaggio inaccettabile considerato il suo ruolo…».
De Luca non si è fatto pregare ed è andato all’attacco del Ministro, rispondendo prontamente al finto profilo del Ministro. «Lusingato per la sua pronta risposta, le assicuro che abbiamo già messo in campo 38 milioni di euro per fa fronte all’emergenza ed anche al post-emergenza. Lei signora ministra può far archiviare al suo staff tutto quello che ritiene come prove per decapitarmi, ma sappia che la Renault 4 è ancora in giro e lei non ha spiegato agli italiani come mai…». Un botta e risposta, con tanto di invito da parte di De Luca alla ministra «a venire a Messina».
Poi quando qualcuno gli ha fatto notare che si trattava di uno scherzo, è arrivata una dichiarazione dello stesso De Luca, che però come detto sostiene di aver capito che si trattava di uno scherzo: “Hanno fatto apparire un commentino della ministra Luciana Lamorgese al mio post del “No al Babbiu di Stato” ed io ho subito replicato al commento facendo credere agli autori che ci ero cascato. Nel giro di pochi minuti hanno fatto circolare su una serie di profili falsi poi rilanciato da qualche personaggio in cerca di autore questa vicenda. Dopo che abbiamo verificato che tutto si era compiuto abbiamo cancellato questi commenti dal mio post. Ora li troverete su dei profili o pagine dei soliti sciacalli di professione che non temono neanche il Coronavirus”.