La produzione culturale ed i Teatri in generale, le cui attività si basano sulla partecipazione fisica delle persone, sono tra i settori maggiormente coinvolti dalla crisi generata dalla diffusione del Covid-19.
In questi giorni la SLC-CGIL – secondo la nota ufficiale che riportiamo – ha avuto numerosi incontri (conference telematiche) per sancire accordi con i Teatri nel tentativo di mettere i dipendenti al riparo dalla gravissima crisi.
Di seguito il testo integrale della nota sindacale
Produzioni annullate, spettacoli azzerati e teatri chiusi.
Le Fondazioni Lirico-Sinfoniche, i Teatri di prosa e le Ico vivono soprattutto di finanziamenti pubblici: FUS, FURS, Contributi regionali e Comunali, i loro botteghini, per ovvi motivi di capienza, contribuiscono per il 7% circa dei loro bilanci.
Il governo, il parlamento e tutte le istituzioni hanno però prontamente confermato che le somme di FUS, FURS e CONTRIBUTI destinate alle produzioni annullate sarebbero state riconosciute ugualmente.
Gli artisti, i tecnici, gli impiegati e tutte le maestranze dei Teatri, alla luce della conferma dei finanziamenti pubblici non comprendono la necessità impellente dell’applicazione immotivata, dannosa ed inutile di questo strumento.
Soprattutto alla luce di esigenze formative fondamentali, protocolli di digitalizzazione, piattaforme multimediali nuove, machine learning, intelligenza artificiale, lingua inglese, smart working che possono essere sviluppate in questo momento, come già accade in altri teatri, visto che da anni sono state rimandate per motivi di produzione.
Inoltre la SLC-CGIL non comprende come si possa pretendere, senza alcun motivo ad oggi veramente necessario, di porre i lavoratori in FIS, quindi a stipendio quasi dimezzato, e continuare ad erogare cifre mensili molto grandi destinati a direttori e dirigenti.
È chiaro che tutto ciò appare incomprensibile è fuori da ogni logica di solidarietà, solidarietà che ogni giorno viene richiamata da tutte le istituzioni.
Appare quindi incomprensibile, al momento, questa smania di alcuni Sovrintendenti e Direttori di disporre il FIS per i lavoratori di questo settore che invece possono e devono essere posti “in formazione” per colmare quel gap tecnologico che per esigenze produttive non è mai stato colmato.
Ai management di questi teatri la SLC-CGIL chiede con determinazione di predisporre un piano formativo adeguato alle nuove tecnologie e a tutte quelle capacitazioni oramai fondamentali nei teatri moderni per creare le condizioni di competitività necessarie per lo sviluppo futuro.
Inoltre, nella malaugurata situazione di un prolungamento dell’epidemia, della persistente chiusura dei teatri e quindi del ricorso al FIS, la SLC-CGIL chiede un chiaro segnale di solidarietà del management tutto a partire da una significativa riduzione dei grandi compensi di cui questi godono.
Le soluzioni per il futuro dei Teatri, degli artisti, delle maestranze e dei lavoratori tutti sono nel lavoro e nella formazione permanente, per costruire quell’edificio culturale e di bellezza che possa irradiare tutti i cittadini e non nella ricerca immotivata di soluzioni sbrigative che danneggerebbero certamente questi luoghi decretandone un tragico depauperamento.