Le Centrali Cooperative, a seguito dell’approvazione dello stanziamento nella legge di Stabilità, sottolineano in una nota inviata al Governo e al Parlamento che bisogna fare anche altro.
“Lo stanziamento di 50 milioni di euro a valere sul fondo IRCAC, previsto dal DDL stabilità per supportare la ripresa delle cooperative siciliane a seguito dell’emergenza COVID, rappresenta certamente una misura positiva che segna un’attenzione al settore da parte del Governo”.
“Tuttavia affinché la misura possa realmente produrre i benefici previsti servono alcune integrazioni al testo nel corso dell’iter di approvazione in aula. Abbiamo già rivolto un appello in tal senso al Governo, alle Commissioni e ai Gruppi Parlamentari accompagnandolo con precise proposte di emendamenti ciascuno dei quali supportato dalla relativa motivazione – prosegue la nota -. L’accoglimento di tali proposte potrà far si che lo stanziamento previsto possa tradursi effettivamente in risposte
concrete al movimento cooperativo”. E’ questa la posizione che le organizzazioni di
rappresentanza del movimento cooperativo AGCI, CONFCOOPERATIVE, LEGACOOP, UNCI e UNICOOP, hanno unitariamente rivolto al Governo e al Parlamento.
“Nel merito – proseguono -, occorre:
– tenere conto della specificità delle cooperative nelle condizioni di accesso ai benefici;
– dotare l’IRCAC, e nella prospettiva l’IRCA, di strumenti più adatti ad intervenire
efficacemente;
– garantire alle cooperative di rientrare della liquidità bloccata a causa dei crediti nei
confronti degli enti pubblici;
– dare ai Centri di Assistenza Tecnica alle cooperativa la possibilità concreta di assistere le cooperative in questa fase così complessa delle loro attività“.
Chiediamo in tal senso a Governo e Parlamento di accogliere le nostre proposte per dare risposta alle cooperative siciliane che vedono il proprio futuro a grande rischio a causa di una situazione imprevista e imprevedibile come la pandemia da Covid-19. Chiediamo insomma di superare ogni rigidità ed ascoltare la voce degli operatori. Sembrerebbe infatti che si stia immaginando di non ammettere emendamenti aggiuntivi – continua la nota -. Ciò significherebbe dire no ad esempio agli interventi tesi a modificare le azioni di intervento dell’IRCAC che, senza spesa aggiuntiva, potrebbero immediatamente aggiungere risorse a quelle stanziate dal Governo e permettere un effetto moltiplicativo che costituirebbe liquidità per le cooperative oggi bloccate dal lockdown o indebitate per la crisi di liquidità, in primis del settore pubblico”.
“Dire di non per una regola autodeterminata – concludono – sarebbe oggettivamente poco comprensibile davanti al dramma che stanno vivendo le oltre 6.500 imprese cooperative siciliane e i quasi 400.000 soci e 100.000 loro lavoratori che ogni giorno contribuiscono a portare avanti con sacrificio l’economia regionale siciliana”.