A Taormina l’industria del turismo attende l’avvento del dopo-lockdown con apprensione e speranza, nell’incertezza di un domani che rimane ancora enigmatico ma anche nell’orgogliosa consapevolezza che la bellezza sontuosa della città e dei suoi luoghi è lì, già pronta a riaccogliere e “coccolare” i turisti di tutto il mondo. Un albergo che rappresenta, a pieno titolo, un pezzo di storia della Perla dello Ionio è l’Excelsior Palace Hotel Taormina, che dal lontano 1904 ospita i suoi vacanzieri nel cuore di un suggestivo promontorio con una vista semplicemente spettacolare.
“Noi siamo pronti a riaprire, non appena sarà possibile farlo, augurandoci che ci possano essere le necessarie condizioni”, evidenzia Rosella Castorina Ponte, general manager di questo rinomato hotel, considerato una delle punte di diamante dell’hotellerie siciliana.
“A Taormina – spiega Rosella Ponte – , in questo momento, attendiamo i decreti del Governo, e di riflesso le decisioni della Regione e del Comune, e sulla base di tutti questi atti ci regoleremo su come muoverci in vista dei prossimi mesi e dunque nell’ambito di quella che dovrà essere la ripartenza. La nostra è una struttura indipendente che sarebbe potuta rimanere aperta, ricordando che non c’è mai stata una chiusura sul piano normativo concernente l’attività degli alberghi ma gli hotel che erano aperti hanno chiuso con immediato senso di responsabilità per l’emergenza sanitaria. Noi viviamo di domanda ma se il lockdown impedisce ai clienti di spostarsi non possiamo svolgere la nostra attività”.
“In questa fase – prosegue – bisogna attendere l’evoluzione globale della situazione e la premessa a qualsiasi ragionamento deve essere il concetto di sostenibilità. Le condizioni per riaprire devono essere sostenibili ed attuabili nel contesto delle disposizioni che caratterizzeranno la “fase 2”. Noi siamo pronti alla riapertura e non vediamo l’ora di tornare ad accogliere i clienti. Lo faremo in una condizione di sicurezza igienico-sanitaria e con la consapevolezza di dover fare tutto il possibile affinché il turista possa trascorrere qui la sua vacanza con serenità e senza paura”.
“Le condizioni che verranno previste nei relativi protocolli devono consentirci di poter aprire, ovviamente, senza poi il rischio di “condizioni punitive per l’azienda. In questo momento gli alberghi sono stati dimenticati dal Governo. Ci considerano importanti ma, per molti versi, rimaniamo “innominati” e costretti a vivere nel limbo dell’incertezza e di un’attesa che si prolunga. Vogliamo essere messi nelle condizioni di tornare a fare il nostro lavoro e ci stiamo già preparando per adeguarci a tutto ciò che si dovrà fare. Ma come detto, il dato di fatto, è che al momento siamo privi di protocolli specifici inerenti il settore alberghiero. Va detto, tra l’altro, che gli alberghi da sempre sono sottoposti a rigidi controlli annuali e periodici, quindi già posseggono molti standard che garantiscono il cliente”.
“A Taormina si sta dibattendo tra chi vuole riaprire e chi non se la sente. Noi auspichiamo, intanto, che il turista possa arrivare qui, quando sarà possibile, con un territorio che sia mappato e nel quale cioè il turista possa sapere quali sono le attività e i luoghi che troverà aperti e quali invece noi”, evidenzia la gentile “padrona di casa” dell’Excelsior Palace Hotel.
“Si apre una nuova sfida per noi albergatori e ne siamo consapevoli, ma non ci siamo mai tirati indietro di fronte a tante altre sfide e non lo faremo nemmeno stavolta, anche se sappiamo che stavolta ci attende l’anno zero del turismo e della vita in generale. Siamo di fronte ad un azzeramento dei principi che hanno guidato le nostre politiche di vendita. Si riparte tutti dallo stesso punto e dalla necessità collettiva di risollevarci da una crisi epocale. Non possiamo, tuttavia, permetterci il lusso di piangerci addosso. Noi non lo abbiamo mai fatto, abbiamo sempre lottato e il turista, da tante parti del mondo, aspetta di poter tornare a Taormina”.
“La nostra accoglienza, il nuovo modo di fare turismo, che verrà imposto da questa pandemia, si dovrà adottare ad una sorta di modello di “stop and go”. Bisogna farsi trovare pronti a riaprire ma anche al rischio di dover chiudere in presenza di nuovi fatti come quelli accaduti. I vecchi schemi non esistono più. Questa sarà la nuova vita da qui al 2023. Non possiamo rimanere fermi, in attesa del vaccino o di una terapia che chissà se e quando ci sarà. Dovremo convivere con il virus, pensare e agire con responsabilità e lucidità. Dovremo abituarci ad una “domanda volatile”. Ci sono fattori da noi non condizionabili e direttive di cui dovremo tenere conto, noi albergatori intanto ci siamo già mossi convertendo le disdette nell’opportunità di nuove prenotazioni per il cliente, per il 2021 ed altri periodi, e molte persone hanno apprezzato questo gesto, a riprova del fatto che i turisti torneranno e la gente vuole mettersi alle spalle la paura”.
“Il prezzo delle camere difficilmente si potrà trattare e si dovrà tenere conto del fatto che le aziende avranno costi ulteriori da sostenere, a partire dall’obbligo di sanificazione dei locali. Noi confermeremo le tariffe precedenti, che comunque erano già ampiamente alla portata del turista. E’ chiaro che i grandi colossi, come Booking, se vogliono continuare a vendere dovranno elasticizzare il loro “modus operandi”. Anche qui vale il discorso del “si riparte da zero”. La contrattazione non sarà più la stessa di ieri”.
“Ci teniamo ad evidenziare che la crisi mette in apprensione tutti ed è naturale che sia così, serviranno degli aiuti ma nessuno vuole vivere di assistenzialismo e non vogliamo essere mantenuti dallo Stato. Vogliamo lavorare e fare ciò che amiamo, accogliere il turista e far ripartire le nostre imprese. Ma lo Stato deve metterci nelle condizioni di poterlo fare. Sarà un speratura dura e necessiterà di un abbattimento delle imposte e dei costi del lavoro. Anche il Comune dovrà fare la sua parte sui tributi, e la concessione dei suoli va bloccata. Sarà una ripresa lenta, che richiederà tempo, ma dovrà esserci. Se dovremo, intanto, lavorare con il turismo di prossimità, ci adatteremo. Sappiamo fare accoglienza e siamo in grado di sviluppare fantasia e creatività. Certamente, ci auguriamo che si riaprano almeno le porte al turismo nazionale”.
L’Hotel Excelsior è una delle poche realtà alberghiere taorminesi che, da tempo, ha puntato con convinzione anche sul turismo invernale. Poco prima del lockdown e dell’arrivo della pandemia che ha poi sconvolto il mondo, questo era uno degli alberghi che, oltre alla consueta accoglienza dei mercati europei, avevano lavorato con ottimi risultati sul fronte del turismo orientale e dei flussi dalla Cina, che stavano facendo registrare un autentico boom a Taormina. Prolungare la stagione adesso diventa un obiettivo ineludibile per il destino della filiera turistica locale.
“A questo punto diventerà una necessità fare turismo invernale. Per noi non è una novità, lo facciamo già da diversi anni, è nella nostra tradizione e lo abbiamo sempre fatto con grande impegno, anche quando tanti altri chiudevano. Il meteo ci aiuta e Taormina offre delle condizioni straordinarie per allungare la stagione turistica. Si dovrà cambiare mentalità e sfruttare al meglio le risorse del territorio. Il viaggiatore vorrà stare a contatto con la natura, visitare il territorio e passeggiare. Chi è rimasta chiuso in casa per 2 mesi, ora vuole respirare e riprendersi la vita, anche mangiare sano e godere di una cucina più semplice. La gente è “affamata” di natura, autenticità e semplicità”.