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Federalberghi Riviera Jonica: “Regna l’incertezza sul turismo. Stop alle tasse per il 2020”

giovedì 30 Aprile 2020
Federalberghi Riviera Jonica Messina

La stagione turistica 2020 è ancora possibile? Nella riviera jonica messinese, territorio del primo polo turistico siciliano si può riaprire subito o si dovrà rimandare tutto al 2021?

Ad analizzare gli scenari in una nota è Federalberghi Riviera Jonica Messina, il sodalizio presieduto da Pierpaolo Biondi che opera nei Comuni di Letojanni, Gallodoro, Monciuffi Melia, Roccafiorita, Forza d’Agrò, Limina, Antillo, Savoca, Casalvecchio Siculo, Sant’Alessio Siculo, Santa Teresa di Riva, Furci Siculo, Pagliara, Mandanici, Roccalumera, Nizza di Sicilia, Fiumedinisi, Alì, Ali Terme, Itala.

presidente Federalberghi Riviera Jonica Messina“Purtroppo – spiega il presidente Pierpaolo Biondi – nonostante l’intenso e pressante lavoro di Federalberghi e dopo l’ultimo decreto del governo per il comparto turistico-ricettivo della Riviera Jonica regna ancora l’incertezza, i fatti ad oggi sono chiari per gli operatori del turismo, non sono state ancora approntate misure risolutive da parte dei comuni e da parte del governo. Federalberghi Riviera Jonica, insieme a tutte le organizzazioni della Provincia di Messina, ha inviato numerose proposte e richieste di collaborazione ad i Comuni, in modo da intervenire sui tributi locali e sul rischio della perdita dei posti di lavoro, ma ad oggi incredibilmente solo pochi comuni virtuosi e responsabili hanno recepito le istanze del comparto ricettivo, nella maggior parte di casi i Comuni non hanno risposto neanche a pec ufficiali, a questo punto è chiaro che non si riesce a percepire la reale emergenza del comparto. Assistiamo ad un ed irragionevole silenzio da parte di alcune Istituzioni locali, silenzio che non è più tollerabile”.

“Il comparto turistico-ricettivo della Riviera Jonica di Messina, tra alberghiero ed extra-alberghiero rappresenta uno dei maggiori poli turistici della Sicilia, oltre 500 attività, 4.000 lavoratori diretti nel settore ricettivo sino ad arrivare a 10.000 lavoratori stagionali ricadenti nell’indotto dell’industria turistica, tra di essi bar, ristoranti, locali di intrattenimento, esercizi commerciali, tutte attività che basano la loro economia su una stagione turistica che mediamente va da Marzo ad Ottobre. Ad oggi tutte queste attività sono ferme, le prenotazioni sono cancellate, nessuna misura di emergenza a medio-lungo termine è stata approntata per le attività e nessuna garanzia è stata approntata per supportare le migliaia di famiglie che dipendono dai flussi turistici. Eppure la ricetta per resistere al disastroso impatto derivante dalla diffusione del virus Covid-19 è semplice, e non ce ne sono altre. Le attività non chiedono finanziamenti od elargizioni economiche, che sarebbero inoltre difficili da ripagare, chiedono semplicemente la cancellazione di ogni tributo locale e nazionale per il 2020 ed un supporto economico di emergenza per lavoratori stagionali del turismo”.

Federalberghi Riviera Jonica Messina

“La situazione è molto chiara, le attività ricettive, se resteranno chiuse a causa della mancanza di flussi turistici, non avranno alcun incasso, per cui le aziende non saranno in grado di far fronte ad i pagamenti dei tributi, quali ICI, IMU, TARI, etc, causando un indebitamento che decreterà non solo la morte delle attività turistiche ma conseguentemente l’annientamento del tessuto socio-economico del territorio, aziende indebitate e migliaia di famiglie senza lavoro. Purtroppo lo scenario, senza alcuna esagerazione è tragico. Bisogna sottolineare che il turismo era già stato duramente provato dalla crisi del 2009, lentamente si stava riprendendo, ma quest’ultima crisi ha fermato qualsiasi aspettativa di ripresa, tutto questo non ha consentito alle attività turistiche di creare fondi di liquidità di emergenza. Per cui in sintesi, se si vuole evitare questo scenario, il 2020 deve essere per le attività turistiche un anno a costo zero ed i lavoratori  devono essere aiutati attraverso strumenti di supporto economico. D’altra parte come si può pretendere ad un’attività produttiva il pagamento di tributi se la stessa è chiusa od ad incasso zero a causa di forza maggiore, vuol dire solo una cosa, condannarla al fallimento. Per la stagione 2020 si prospettano due scenari possibili.  Se la diffusione del virus COVID-19 continua la sua discesa, potrebbe forse essere possibile un’apertura da Agosto 2020 fino ad Ottobre 2020, tre mesi di attività. Ma ad oggi come può un’attività prepararsi all’apertura senza alcuna previsione, senza prenotazioni, senza voli aerei, quale sarà il flusso turistico, nazionale, locale, autoctono, e questo flusso avrà la disponibilità per far fronte ad una spesa economica di carattere non fondamentale?”.

“Nel momento in cui apre, un’attività deve far fronte a costi fissi non trascurabili, non si può permettere di sbagliare. Inoltre le attività turistiche si dovranno adeguare ad i nuovi protocolli sanitari, che si addizioneranno, oltre ad una complicata situazione gestionale interna, ad i costi fissi previsti. Se dobbiamo essere realisti, ad oggi ci sono troppe incognite, ed un imprenditore non può basarsi sull’istinto o sul sentimento, deve agire come “buon padre di famiglia”, non può permettersi di giocare d’azzardo con il futuro della propria azienda e dei propri lavoratori. La maggioranza degli imprenditori turistici, ad oggi, in base agli attuali decreti e misure contenitive, sta seriamente valutando la non apertura per il 2020, senza alcuna certezza, senza alcuna garanzia il rischio di sommare ulteriori spese e costi è troppo alto. Per cui il secondo scenario rimane il mantenimento della chiusura per la stagione 2020, scenario che si basa sulla continua cancellazione delle prenotazioni, sulla mancanza di voli aerei, e sul fattore psicologico della paura che influenzerà la maggior parte dei viaggiatori, quest’ultimo fattore è di primaria importanza, perché il turismo sin basa fondamentalmente sulla serenità e sulla sicurezza”.

“Comunque lo scenario potrebbe cambiare repentinamente, per cui bisogna consentire agli imprenditori del turismo di prepararsi alla possibilità di una riapertura improvvisa per il 2020, nel caso questo sia possibile, deve avvenire attraverso regole sanitarie certe, una straordinaria elasticità nell’assunzione del personale, una bassa pressione fiscale. Per sopravvivere con un tasso di occupazione tra agosto e settembre solo con clientela locale (è da dimenticare la clientela straniera per il 2020) è imprescindibile un forte contenimento dei costi fiscali. C’è da augurarsi che l’annunciata ulteriore provvedimento del premier sul turismo vada in questa direzione, cui dovrebbero ispirarsi ragionevolmente anche le istituzioni locali per tutte le forme di imposizione che riguardano il comparto turistico-ricettivo”.

“E’ stato presentato da Federalberghi, insieme a Confindustria Alberghi ed Asshotel – conclude Biondi -, il protocollo “Accoglienza Sicura”, questo è un primo passo per fare chiarezza e quindi consentire una lenta riapertura del settore dell’accoglienza. All’aspetto sanitario devono essere pero legati gli strumenti economici, distruggere l’economia turistica vorrebbe dire per un territorio come quello della Riviera Jonica di Messina la svendita degli immobili alberghieri a speculatori ed operatori di dubbia entità e moralità, la fine di una società e l’inizio di una emorragia emigratoria verso l’estero dei giovani, questo eticamente e moralmente non ce lo possiamo permettere, ed useremo tutti i mezzi in nostro possesso per difendere il futuro delle aziende del territorio ed il futuro di migliaia di famiglie e giovani che stavano costruendo il loro futuro su una economia basata sul turismo. Non ci stiamo, questo è il nostro compito, proporre soluzioni ragionevoli alle istituzioni per scongiurare questo pericolo, ne abbiamo i mezzi, le capacità, le competenze, donne e uomini motivati e determinati. Dalle Istituzioni ci aspettiamo un lavoro intenso e risposte decise, questo è un momento storico, e ci auguriamo non sia segnato o dettato da vilitudine od inerzia“.

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