“L’allarme pandemiologico che ormai da mesi sta colpendo l’intera Nazione porta, purtroppo, dei risvolti negativi, oltre che ovviamente dal punto di vista sanitario, che non dimentichiamo essere il principale obiettivo, anche dal punto di vista lavorativo. E’ sotto gli occhi di tutti che dall’ultimo dopoguerra, questo è il periodo di maggior crisi economico/finanziaria che vede la stragrande maggioranza delle aziende in difficoltà e con esse, con quello che rappresentano come indotto, anche le famiglie che vivono con enormi preoccupazioni, visto che ormai le lavoratrici e i lavoratori stanno perdendo o hanno già perso il posto di lavoro per essere posti in cassa integrazione e, in molti casi, con scarse speranza di tornare alla propria occupazione. In questo scenario ci sono dei lavoratori che per loro “fortuna” continuano a mantenere sia nel settore pubblico che privato il loro posto di lavoro. Il riferimento, e anche il ringraziamento, va infatti a tutto il personale sanitario, ai dipendenti di supermercati, farmacie, trasporti, tabacchi, agli operatori ecologici, agli edicolanti, ai rider, ecc.; insomma, tutti coloro i quali svolgono attività per garantire servizi pubblici, nonché servizi essenziali, come quelli offerti da poste, assicurazioni e banche”.
Ne danno notizia in una nota congiunta le Segreterie Provinciali di Messina dei sindacati dei bancari e degli assicurativi Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil e Unisin.
Nella stessa nota Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil e Unisin fanno emergere le pesanti difficoltà soprattutto dei dipendenti bancari, che si sono trovati e si trovano a lavorare quotidianamente con pochi dispositivi di protezione personale, in quanto i vari decreti hanno spostato su di essi la responsabilità economica del paese.
“Infatti – dichiarano – mentre chi emana decreti fornisce solo delle garanzie, le liquidità reali vengono richieste in banca, così i lavoratori si trovano a doversi occupare di svariate centinaia di migliaia di pratiche relative a sospensione di mutui (privati e imprese), all’anticipazione della cassa integrazione, alla concessione dei finanziamenti alle imprese (ivi compresi quelli previsti fino ai famosi 25.000 euro). Un’enorme mole di lavoro indispensabile per dare una concreta mano alle aziende e ai lavoratori”.
“Purtroppo – denunciano – la burocrazia ha portato ad allungare i tempi di accesso alle operazioni richieste dalla clientela, prima per la lentezza dell’accordo tra le Aziende di credito e l’emittente delle garanzie, poi per le procedure diverse da banca a banca; ma tutto questo esula dalle responsabilità di chi è solo un dipendente bancario che riceve il Cliente, raccoglie la documentazione ed istruisce la pratica, non certo l’arbitro del buon esito della stessa”.
“E’ bene ribadire – spiegano – che la concessione dei finanziamenti e di tutte le altre previsioni dei decreti non sono nella diretta responsabilità dei lavoratori che, pur tra mille paure e preoccupazioni, presidiano le banche offrendo la necessaria consulenza e la doverosa prestazione al fine dell’istruzione delle pratiche in questione. Infatti, l’erogazione finale viene effettuata da “alti e altri” livelli di management che, spesso e volentieri, non sono assolutamente nella trincea quotidiana. Ci sentiamo di ringraziare per l’attività svolta tutti i colleghi, a loro siamo vicini esprimendo solidarietà alle lavoratrici ed ai lavoratori bancari che, nei giorni scorsi, nel nostro territorio come in tutta Italia sono stati bersaglio di azioni inqualificabili ed aggressioni che hanno provocato l’intervento e la vigilanza delle Forze dell’Ordine”.
“A tal proposito – denunciano Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin – non condividono assolutamente e condanniamo con forza le inutili, quanto assurde e farlocche strumentalizzazioni veicolate pubblicamente dal sindaco di Messina De Luca che rischia irresponsabilmente di fomentare un clima di violenza contro gli incolpevoli lavoratori bancari”.
“Raccomandiamo alle Istituzioni preposte – concludono – di intervenire per tranquillizzare l’opinione pubblica e ripristinare la giusta dialettica in questo momento di grande affanno socioeconomico, si sa da sempre che per ottenere qualsivoglia tipologia di consenso, non ultimo quello politico, bisogna attaccare le Aziende di credito, senza spiegare qualora se ne fosse a conoscenza, quale sia la differenza tra il Banchiere e il Bancario che è un lavoratore come tutti gli altri”.