Dal 15 giugno ripartiranno anche i centri estivi. Lo prevede il nuovo DPCM targato Giuseppe Conte.
Le Regioni potranno scegliere un termine temporale più ravvicinato, compatibile con gli sviluppi dell’emergenza coronavirus. I progetti potranno essere realizzati dagli enti interessati, dai soggetti gestori, nonché da organizzazioni ed enti del Terzo Settore.
Un’occasione, per i più piccoli e per gli adolescenti, di ritrovare quella serenità persa durante l’emergenza covid-19.
PRIVILEGIATE LE ATTIVITÀ ALL’APERTO
Al centro del testo, vi è ovviamente la necessità di garantire la pulizia dei locali e la sanificazione degli stessi. Particolare attenzione dovrà essere prestata ai momenti di igiene personale. I ragazzi dovranno pulirsi spesso le mani e saranno tenuti ad indossare i dispositivi di protezione individuale, laddove sia richiesto. Per i più piccini, sarà compito dei supervisori vigilare sul mantenimento del regime di sicurezza.
Saranno privilegiate le attività all’aperto, tenendo presente che sarà necessario individuare zone d’ombra che consentano periodi di riposo adeguati. Discorso diverso per le sessioni al chiuso, per le quali sono previste delle regole accessorie. Fra queste, la necessità di garantire una corretta aerazione dei locali.
Con riguardo ai destinatari dei progetti, in caso di esaurimento posti, gli enti o le scuole organizzatrici dovranno dare precedenza alle famiglie con soggetti disabili o con maggiori difficoltà nella conciliazione fra cura e lavoro.
GRUPPI DI LAVORO ED AREE TRIAGE
I gruppi di lavoro dovranno essere di proporzioni ridotte e divisi in tre sottofasce (dai 3 ai 5 anni, dai 6 agli 11 anni e dai 12 ai 17 anni). Il rapporto numerico fra operatori e bambini/adolescenti sarà graduato in base all’età del gruppo. Nella prima fascia sarà previsto un supervisore ogni 5 elementi, nella seconda uno ogni 7 e nella terza uno ogni 10.
È importante che i momenti di arrivo e di rientro a casa dei bambini ed adolescenti si svolgano senza comportare assembramento. A tal proposito, sarà preferibile organizzare orari d’ingresso e di uscita suddivisi in maniera congrua.
E’ stata prevista nel decreto anche la predisposizione di un’area triage destinata agli adulti. Qui, gli operatori dovranno chiedere ai genitori se il bambino/adolescente ha avuto febbre o altri sintomi influenzali. Inoltre, verrà misurata la temperatura corporea ai ragazzi attraverso l’utilizzo di un termoscanner.
OCCHIO ALLE ATTIVITÀ IN ACQUA
Particolare attenzione bisognerà prestare alle attività in acqua.
Analogamente a quanto previsto per le attività di salvataggio in mare infatti, non sarà più possibile effettuare la respirazione bocca a bocca. La previsione è stata pensata nell’ottica di prevenire occasioni di contagio.
In sostituzione, il soccorritore si dovrà limitare al massaggio cardiaco, valutando l’attività respiratoria guardando il movimento del torace della persona. Il tutto dovrà essere eseguito senza mai avvicinarsi al viso, eseguendo le sole compressioni.