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Se è vero che la storia si ripete a volte, fortunatamente, non si ripete in negativo e ieri, ci riferiamo al XIV secolo, come oggi, negli anni ’20 del XX secolo, la Cultura, o meglio la sua condivisione, è strumento formidabile per reggere il peso di pandemie o catastrofi.
Quella che ieri fu l’opera simbolo del Boccaccio, Il Decameron, oggi è The Decameron 2020, la versione digitale, ultramoderna, che sintetizza la stessa esperienza alla base dell’opera del ‘300 ma con i mezzi, e quindi l’evoluzione, dell’oggi, per la regia di Michael Mayer e la scenografia di Richard Petit.
Il progetto è presentato dallo scrittore Erri De Luca, fra i migliori autori italiani dell’ultimo decennio: “In una delle epidemie dei secoli passati, dieci giovani fuggono dalla città e si rifugiano in campagna. Decidono di scrivere una novella al giorno per la durata di dieci giorni. Questa è la cornice delle cento storie scritte da Giovanni Boccaccio nel suo Decameron. In questa epidemia alcuni scrittori del mondo si scambiano una novella scritta nei loro isolamenti. Altrettante celebri voci del mondo si aggiungono leggendo le storie dai loro luoghi di quarantena. Dalle rispettive reclusioni nasce un insieme che può variare dal ritmo frenetico del tip tap, a quello sincopato del Ragtime, a quello solenne del Requiem. Non si sommano né si produce sintesi, qui c’è l’immaginazione spalancata e febbrile dei rinchiusi. Dai quattro punti cardinali del mondo proviene questo coro che vuole essere breccia e rompere l’assedio“.
Tra gli artisti che hanno dato il proprio contributo l’attore siciliano Luigi Lo Cascio che “forza l’assedio di questi mesi con la sua seria ironia” con il suo “Messaggio agli amici isolati lontano“.
“Carissimi amici sparsi per il mondo sarebbe bellissimo scrivere una novella che possa entrare nel Decamerino e vi ringrazio molto per avr pensato a me per la vostra banda sparsa per il mondo…“.
“In questi giorni di appartamento con bambini che rendono la casa un flipper, dove anche i genitori sono diventati palline che sbattono da una parte all’altra; la difficoltà di separarsi, la mancata concentrazione e soprattutto lo spirito, la mente che soffre tutta questa distrazione, senza il confronto dell’altro (…)“.
Con ironia e lucida concretezza Lo Cascio racconta il vissuto dei mesi in lockdown coniugato con la sofferenza dello spirito che registra la realtà quotidiana, come un linguaggio nuovo dove i rumori dei vicini sono intrusioni deflagranti.
La via di fuga per adulti e piccini in casa Lo Cascio – come si vede anche dalle poetiche seppur amatoriali immagini girate col telefonino – è il terrazzo che nel susseguirsi delle settimane si è trasformato in parco e che potrebbe trasformarsi in ‘mondo’.
“Si comincia a sragionare – continua Lo Cascio – per questo sembra impossibile scrivere qualcosa di sensato, penso soltanto a correre e saltare e aspetto di riprendere al più presto con la gioia necessaria le cose a cui stavo lavorando“.
E poiché come il tempo forse anche le distanze non esistono se non nel mondo materiale il saluto finale giunge ad ogni spettatore: “Sperando la mia voce vi tocchi da lontano“.
Paola Porrini Bisson è la produttrice del progetto The Decameron 2020 che gestisce, anche, le relazione della nuova impresa corale a cui hanno già aderito le attrici Pom Klementieff e Shabana Azmi, e l’attore Julian Sands.