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Per “E state in Sicilia” approdiamo in uno dei luoghi più ricchi di malìa della Sicilia, La Scala dei Turchi che, conosciuta in tutto il mondo, è una suggestiva scogliera di marna bianca, una cartolina eternata da tantissime foto che ne hanno mostrato la straordinaria bellezza. Tante le suggestioni, accompagnate da una leggenda che vogliamo raccontarvi. Patrimonio naturalistico incastonato tra il Lido Rossello, frazione marina di Realmonte, “Muntiriali” in siciliano, e Punta Grande, spiaggia dorata di quella immaginaria Vigata di Camilleri, che altri non è che la cittadina di Porto Empedocle, appartiene a quel territorio che ha come faro l’antica Akragas per i Greci, Agrigentum per i Romani, Kerkent per gli Arabi e Girgenti per i Normanni, fino a diventare nel 1929 Agrigento, con la curiosità che i suoi abitanti vengono chiamati, ancora oggi, “girgentani.
La Scala dei Turchi
Abbagliante scogliera di marna bianca a cui il vento, erodendola, ha dato l’aspetto di un’immacolata scalinata, per il suo nome evoca corsari saraceni che, dopo aver ormeggiato le navi nelle sue calette, immaginiamo inerpicarsi per i suoi candidi gradoni fino a raggiungerne la cima, razziare le campagne circostanti e, poi, ridiscendere con ricchi bottini.
Su questo luogo di una bellezza abbagliante che, visto una volta, vi si scolpirà nella mente e come una sirena, incantatrice, a cui non saprete resistere, vi irchiamerà a sé, aleggia la leggenda dello sfortunato amore di Rosa, figlia diciottenne di un ricco signore di Muntiriali e Peppe, giovane di umili origini. La loro storia, osteggiata dal padre della ragazza che, per punirla, decise di recluderla in un monastero palermitano, ebbe un triste epilogo: i due innamorati, al pensiero di doversi dividere, presero, infatti, la tragica decisione di togliersi la vita, che tale non sarebbe stata se vissuta da separati. E, in una notte buia, rischiarata solo dal candore della scogliera, Rosa e Peppe si lanciarono, tenendosi per mano, tra quei flutti che li avrebbero uniti per sempre.
Si narra che, alcuni anni dopo, proprio nel punto esatto dove i due giovani posero fine ai loro giorni, emersero due scogli legati da una sottile lingua di roccia e che, nelle notti di luna piena, quando il mare è in bonaccia, c’è chi afferma di aver udito la sublime e melodiosa voce di Rosa che canta una triste e malinconica nenia sul suo sfortunato amore per Peppe. Ecco spiegato il perché lo scoglio della “Rocca Gucciarda” è chiamato “U’ Scogliu di u Zitu e a Zita”.
Se salirete fino in cima, raggiungibile facilmente, potreste avere il miraggio di stare seduti su una gigantesca torta nuziale, forse quella in onore degli sfortunati fidanzati che in vita ebbero negate le tanto sospirate nozze.
Per trasportavi immediatamente in questo eden agrigentino, vi riproponiamo una ripresa aerea che mostra la magia e l’emozione nel trovarsi di fronte a questo miracolo della natura, catturate dal filmato prodotto da Chiarostudio che, come si legge nella sua pagina Facebook, “si è occupato della realizzazione di un video promozionale della Scala dei Turchi che sarà il primo di una serie di video brevi realizzati in 4k che hanno come obiettivo quello di far conoscere le bellezze della Sicilia”.